L’idrossiclorochina e la clorochina sono farmaci nominati spesso dai notiziari in correlazione all’infezione da coronavirus nelle ultime settimane, ne avrai sicuramente sentito parlare. Sono farmaci autorizzati fin dalla metà del XX secolo come antimalarici, ma attualmente trovano impiego per il trattamento di alcune patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide ed il LES (lupus eritematoso sistemico) a causa delle spiccate proprietà immunosoprressive.
Negli ultimi anni la ricerca ha gli occhi puntati sui farmaci in grado di modulare il sistema immunitario (sia come stimolanti sia come soppressivi). L’utilizzo di questi farmaci per le patologie che abbiamo nominato è basato sull’ipotesi che in queste patologie siano coinvolti processi immunitari distruttivi ed infiammatori. Questi farmaci possono essere attivi nelle fasi patogenetiche della malattia reumatica. Nelle scorse settimane abbiamo parlato spesso degli agenti infiammatori e di come essi funzionino e di come intervenga il nostro sistema immunitario.
Nell’artrite reumatoide si è notata un’elevata espressione di alcune citochine infiammatorie:
La citochina pro-infiammatoria più importante nel processo infiammatorio dell’artrite è proprio il TNF-alfa. Questo è un potente mediatore dell’infiammazione locale, è in grado di aumentare la permeabilità vascolare, di attivare l’endotelio e delle molecole in grado di stimolarlo e di attivare le piastrine. I pazienti con artrite reumatoide hanno elevati livelli di TNF-α, IL-1 ed il-6 nel liquido sinoviale e nei tessuti. Inoltre, la loro concentrazione è correlata all’intensità della malattia.
Entrambi i farmaci, clorochina ed idrossiclorochina, appartengono alla classe delle 4-amminochinoline. Il meccanismo preciso ad oggi non è noto, quello che sappiamo è che sono in grado di accumularsi all’interno dei lisosomi (strutte intracellulari) aumentandone il pH e inibendo l’attivazione delle cellule T. Ti ricordi che abbiamo parlato delle cellule T nelle scorse settimane e di come siano importanti per il nostro sistema immunitario? Negli anni si è notato come entrambi i farmaci siano in grado di mostrare una certa tossicità (di cui parleremo tra poco): l’idrossiclorochina è risultata meno tossica della clorochina, motivo per cui quest’ultima non trova più impiego nel trattamento delle malattie reumatiche ma solo come antimalarico. Purtroppo, l’idrossiclorochina risulta meno efficace rispetto alla clorochina nel trattamento di artrite reumatoide e LES.
L’idrossiclorochina è presente in commercio come sale solfato molto solubile in acqua. Per somministrazione orale è assorbito molto facilmente e velocemente tanto che il picco plasmatico ce lo abbiamo in 1-3 ore. È un farmaco in grado di accumularsi in organi come:
A causa dell’accumulo in questi organi, l’eliminazione del farmaco è rallentata. In caso, quindi, di sovraddosaggio puoi ben intuire come si possano manifestare effetti avversi a carico di questi distretti. Questi effetti si possono manifestare già dopo una mezz’ora con sonnolenza, cefalea, disturbi visivi, collasso circolatorio, convulsioni, ipopotassiemia, disturbi del ritmo e della condizione compreso un prolungamento dell’intervallo QT, torsioni di punta, tachicardia ventricolare e fibrillazione ventricolare, bradiaritmie, blocco atrio-ventricolare fino ad arrivare ad arresto respiratorio e cardiaco con esito fatale.
Riassumendo, la tossicità del farmaco si manifesta a livello di:
Come vedi gli effetti avversi sono molteplici, motivo per cui chi ne fa uso è costantemente monitorato. Inoltre, l’idrossiclorochina presenta numerose interazioni con altri farmaci. Ricordati, qualora dovessi iniziare un trattamento con questo farmaco di informare il medico delle eventuali terapie croniche che stai assumendo. Le principali interazioni si verificano con:
L'Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato l'interruzione momentanea della sperimentazione in seguito alla pubblicazione di uno studio su The Lancet nel quale emergeva un aumento del tasso di mortalità in pazienti trattati con questo farmaco. Favorirebbe inoltre il rischio di soffrire di aritmie cardiache. I farmaci rimangono però sicuri come antimalarici.
Sai, la clorochina era stata utilizzata contro SARS (2003) e influenza aviaria. Si era notato che il farmaco andava ad aumentare il pH lisosmiale necessario per la fusione del virus alla cellula ospite. In questo modo il farmaco andava a bloccare l'ingresso del virus nella cellula ospite. Sulla base di questi studi, nel mese di febbraio 2020, i medici cinesi hanno utilizzato questi farmaci sui pazienti affetti da infezione acuta covid-19. Hanno notato come l'utilizzo di clorochina ed idrossiclorochina fosse associato a un miglioramento del decorso clinico del paziente e riduzione dell’ospedalizzazione. L’equipe medica non si è espressa in merito all’utilizzo di questi farmaci come preventivi. Ad oggi non sono utilizzati come preventivi e non si sa se possano essere efficaci in questo fronte. Entrambi i farmaci hanno dimostrato attività in laboratorio contro SARS-coV-2, il virus che causa il covid-19. Per questo motivo l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) in data 27 marzo 2020 ha approvato l’utilizzo off- label di questi prodotti. Off-label significa che il farmaco in sede di registrazione è stato indicato per il trattamento di altre patologie.
Fonti| Katzung – Farmacologia generale e clinica; Foye's – Principi di chimica farmaceutica; AIFA