Il testamento biologico da oggi è pienamente operativo. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha infatti firmato il decreto che contiene il via libera per l'istituzione di una banca dati nazionale che conserverà le DAT, cioè le Disposizioni Anticipate di Trattamento. "Con questo atto la legge approvata dal Parlamento è pienamente operativa e ciascuno di noi ha una libertà di scelta in più”, ha annunciato il ministro. Ma la legge c'è dal 14 dicembre 2017, così come ti avevamo già spiegato a proposito dei trattamenti di fine vita legali in Italia. Sono invece serviti 17 mesi perché questa pratica diventasse davvero possibile.
"Dopo 17 mesi di violazione della legge da parte del Ministero della Salute – ha infatti commentato Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni – siamo ora lieti di poter ringraziare il ministro Speranza per la firma del decreto istitutivo della Banca dati nazionale delle Dat (Disposizioni anticipate di trattamento), uno strumento utile per rendere pienamente applicativi i testamenti biologici su tutto il territorio nazionale”.
Cosa significa nella pratica? Che ora le tue disposizioni potranno essere immediatamente consultabili dai medici che dovranno assisterti. In questo modo sapranno subito quali sono le tue decisioni in merito di trattamenti di fine vita, soprattutto nei casi in cui le tue condizioni di salute fossero così gravi che tu non possa più fornire il tuo consenso esplicito e informato agli interventi medici. Ad esempio, non verrai sottoposto a idratazione e alimentazione forzate qualora tu non lo desideri.
Un passo avanti, ma che deve ancora essere spiegato. Manca ancora, cioè, una vera e propria campagna di informazione a cura del Ministero della Salute che spieghi per bene cosa siano le DAT e come le puoi redigere. Secondo la legge del 2017, lo puoi scrivere con carta e penna oppure a computer. Se invece le tue condizioni di salute ti hanno reso impossibile quest'azione, sarà sufficiente un solo video. L'importante è che dal mezzo emerga con chiarezza la tua identità. Dovrà poi essere validato da una figura autorevole, come un notaio o un pubblico ufficiale. Potrai ad esempio depositare la tua dichiarazione presso l'Ufficio dello Stato civile del tuo Comune di residenza o le strutture del Servizio sanitario nazionale. Questa verrà a sua volta trascritta nel Registro che, da oggi, è ufficialmente consultabile.
Fonte| Adnkronos