Il citomegalovirus, un problema da conoscere soprattutto se aspetti un bambino

Il citomegalovirus (CMV) è un’infezione particolare, perché di norma risulta innocua e senza sintomi, ma può diventare davvero pericolosa se la contrai in gravidanza o se sei immunodepresso. Perciò è fondamentale conoscere come si trasmette e come si può limitare il rischio contagio.
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Giulia Dallagiovanna 2 Ottobre 2019
* ultima modifica il 08/10/2019

Il citomegalovirus (CMV) è un virus della famiglia degli herpes, precisamente il tipo 5. Un altro membro nella grande, grandissima, famiglia degli herpes virus. Ed è altamente probabile che anche tu lo abbia contratto, magari senza saperlo. Si tratta di un'infezione molto particolare che, se sei sano, è talmente innocua da non necessitare nemmeno di una cura, mentre se sei immunodepresso potresti rischiare di riportare danni molto gravi alla vista, all'intestino, al cervello, e persino di morire.

Un'altra situazione in cui devi fare molta attenzione è in gravidanza. Se ti viene trasmessa questa infezione potresti andare incontro ad aborti spontanei e morte prenatale. Inoltre, lo trasmetterai a tuo figlio che, ancora neonato, non avrà sufficienti anticorpi per contrastarlo e, di nuovo, la sua salute potrebbe venire seriamente compromessa.

Se quindi appartieni a una di quelle categorie, presta molta attenzione al lato della prevenzione del contagio, perché il trattamento potrebbe non risultare così semplice come ti aspetti.

Cos'è

Il citomegalovirus, che troverai spesso abbreviato come CMV, è appunto un virus, della famiglia degli herpes, precisamente il tipo 5. Parente stretto, insomma, dell'herpes labiale, della varicella e anche della mononucleosi. Con loro ha principalmente una caratteristica in comune: una volta che vieni contagiato, l'agente patogeno rimane dentro di te, nascondendosi tra le cellule del tuo midollo osseo, e può riattivarsi in caso di drastico abbassamento delle tue difese immunitarie.

Si tratta di un virus davvero molto diffuso, tanto che si calcola che nei Paesi occidentali lo abbia contratto circa il 60% o addirittura l'80% della popolazione. Ecco perché è davvero probabile che anche tu sia tra questi. Ma non devi preoccuparti perché finché sei in salute e i tuoi anticorpi sono in grado di attivarsi, è davvero un'infezione trascurabile. Il vero problema nasce quanto lo contrae una donna incinta e lo trasmette anche al feto, provocando un'infezione congenita. Oppure, come ti dicevo prima, un individuo immunodepresso a causa di un'altra malattia, come l'Aids, o di un recente intervento per un trapianto di organo.

Il citomegalovirus in gravidanza

Contrarre il citomegalovirus in gravidanza significa mettere in serio pericolo la vita del feto, prima, e del neonato, poi. Può infatti venire trasmesso al bambino per via verticale, cioè direttamente dalla madre infetta che lo passa attraverso la placenta oppure al momento del parto. In entrambi i casi, sono condizioni che fanno davvero preoccupare, sia perché potresti non riuscire a portare a termine la gestazione, sia perché potrebbe causare infezioni congenite, come vedremo meglio tra poco.

Il citomegalovirus il gravidanza è molto pericoloso: il neonato rischia un'infezione congenita

All'interno dei fatidici 9 mesi, non c'è un preciso periodo in cui è più frequente la trasmissione, anche se sembra che durante il primo trimestre le conseguenze possano risultare più gravi. Il rischio immediato, in ogni caso, è quello di aumentare le probabilità di aborto spontaneo, morte in utero e decesso del neonato subito dopo il parto. Ma anche una volta superato questo scoglio, è possibile che il virus si attivi in seguito o che venga trasmesso attraverso il latte materno e che dia origine a un'infezione congenita.

Conseguenze e infezioni congenite da citomegalovirus

L'infezione congenita da citomegalovirus (CMV) puoi trasmetterla a tuo figlio sia nel caso in cui tu l'abbia appena contratto, e risulti quindi affetta da un'infezione primaria, sia nel caso in cui l'agente patogeno sia dentro di te e trovi la situazione adatta per riattivarsi, provocando così un'infezione secondaria. Per essere più precisi, diamo uno sguardo ai dati dell'Istituto superiore di sanità:

  • Rischio di trasmissione: per l'infezione primaria varia dal 30% al 40%, mentre per quella secondaria è decisamente più basso e rimanere tra lo 0,5% e il 2%.
  • Solo il 10%-15% dei neonati mostra i sintomi del citomegalovirus
  • Circa l'85% delle infezioni congenite è asintomatico
  • Tra gli ultimi, un 10% potrebbe avere conseguenze che emergono più avanti nel tempo, come difetti dell'udito o della vista

I sintomi di cui si parla possono essere sia temporanei e dunque destinati a scomparire, che permanenti. Tra i primi possono esserci:

  • fegato ingrossato e insufficienza epatica
  • milza ingrossata
  • disturbi ai polmoni
  • ittero
  • rush cutaneo, manifestazione comune per l'herpes virus, con macchie rosse sulla pelle che assomigliano a piccole emorragie (petecchie)
  • neonato sottopeso o di dimensioni inferiori alla norma
  • epilessia

I possibili sintomi permanenti sono invece:

  • cecità
  • sordità
  • ritardo mentale
  • microcefalia, cioè una testa di dimensione più piccola rispetto alla norma
  • deficit di coordinazione dei movimenti
  • altre forme di disabilità

Un altro dei problemi delle infezioni congenite da citomegalovirus riguarda il periodo di incubazione, che può durare anche mesi, se non addirittura 5 o 6 anni dopo il parto. È vero però che le conseguenze più gravi le noti, di solito, quando compaiono immediatamente dopo la nascita.

I sintomi

Come ti dicevo prima, se sei una persona senza gravi problemi di salute e non sei incinta, i sintomi del citomegalovirus probabilmente non compariranno nemmeno. Nella maggior parte dei casi, si tratta infatti di un'infezione asintomatica e del tutto innocua. Se invece le tue difese immunitarie non sono proprio le più forti sulla piazza, potresti notare qualche manifestazione, peraltro molto simile a quelle della mononucleosi. Mi riferisco a febbre, brividi, malessere generale e stanchezza, ingrossamento dei linfonodi, dolori alle articolazioni e perdita di appetito. Come vedi, nulla di preoccupante, basta solo aspettare che passi. Di norma, dura al massimo un paio di settimane.

E anche durante la gravidanza, potresti non accorgerti di averlo contratto. Per questa ragione è davvero importante mettere in atto tutte le misure preventive, dal momento che un trattamento vero e proprio, in grado di limitare le conseguenze più gravi, non esiste.

Se invece sei immunodepresso per una qualsiasi ragione, come un'altra malattia o un recente trapianto di organi, il citomegalovirus non sono si mostrerà con sintomi gravi, ma potrebbe addirittura provocare il decesso. Le manifestazioni di cui parlo, comunque, sono soprattutto problemi a diversi organi, come gli occhi, i polmoni, l'apparato gastrointestinale, ma anche l'encefalo. Potresti così subire un'infiammazione della retina e perdere la vista, una colite, una gastrite, ma anche un'epatite o una polmonite. Le conseguenze più gravi riguardano comunque il cervello: l'encefalite può a sua volta portare a complicanze come la perdita di memoria, un cambio permanente nella personalità e depressione.

Come si trasmette

Il citomegalovirus si trasmette attraverso i vari fluidi del tuo corpo, dalla saliva alle secrezioni genitali. Per questo motivo il contagio è più probabile in luoghi come asili nido e scuole materne, dove i bambini tendono a non prestare una cura eccessiva al fatto che la loro saliva o il muco del naso se ne vada in giro per tutto l'ambiente. Oppure, durante l'adolescenza e, in generale, quando sei più attivo sessualmente e tenderai anche a cambiare partner più di frequente.

Il citomegalovirus si trasmette soprattutto attraverso i fluidi corporei

Baci sulla bocca, rapporti sessuali, ma anche contatto della bocca con mani sporche di urina o di saliva sono sicuramente i modi più comuni in cui viene veicolato il virus.

Esiste poi la trasmissione verticale, cioè da madre a figlio, che avviene durante la gravidanza per via transplacentare o nel periodo dell'allattamento. L'ultimo caso plausibile è la trasfusione o il trapianto di organi infetti, ma quest'eventualità in Italia è, per fortuna, inesistente, grazie a tutti i controlli che vengono effettuati.

La diagnosi

Quando l'infezione è asintomatica o provoca manifestazioni simili a quelle della mononucleosi, la diagnosi di citomegalovirus non è per nulla semplice. Spesso, però, non è nemmeno necessaria: il problema di risolve per conto suo e senza conseguenze particolari. Se invece sei incinta o hai gravi carenze immunitarie, allora è importante sapere se lo hai contratto oppure no. Il modo più sicuro è attraverso un esame del sangue che deve ricercare se il tuo corpo ha prodotto gli anticorpi, cioè le immunoglobuline, contro questo agente patogeno.

In particolare, si ricercano quelle di tipo G, ovvero le IgG. Se non sono presenti, significa che non ai mai avuto a che fare con il citomegalovirus e quindi avrai un IgG negativo. Se invece vengono identificate, allora risulterai IgG positivo e si può dire che durante la tua vita tu abbia contratto il virus, tanto che il tuo organismo ha poi sviluppato una memoria immunologica contro di esso.

Se però l'infezione è in atto proprio in quel momento, o se comunque è questo che vuoi capire, dovrà essere aggiunto un ulteriore esame. Si dovranno quindi ricercare anche le immunoglobuline M, cioè le Igm. Di nuovo, se la loro concentrazione è elevata, risulterai Citomegalovirus IgM positivo. Quando invece non se ne trova traccia, allora si parla di Citomegalovirus IgM negativo.

La diagnosi in gravidanza

I test che ti ho elencato sono utili per capire se tu hai o hai avuto il citomegalovirus, ma se aspetti un bambino non possono dire se sia stato contagiato oppure no. Servono infatti esami più invasivi, come l'amniocentesi e l'analisi del sangue fetale. Non esiste però un indicatore che possa confermare o meno la possibilità di sviluppare infezioni congenite dopo la nascita. Ed ecco perché lo screening di routine in questo caso non è raccomandato: non potendo definire con certezza la prognosi e, soprattutto, mancando un trattamento curativo efficace, questo monitoraggio avrebbe il solo fine di aumentare l'ansia e la tensione nella madre con probabili complicazioni per il feto.

Quando rivolgersi al medico

Il consiglio è quello di chiedere una visita al medico solo in caso tu sia incinta o abbia le difese immunitarie soppresse. E naturalmente se tuo figlio sta affrontando le conseguenze da infezione congenita da citomegalovirus, sarà fondamentale che venga seguito da tutti gli esperti del caso. Ma se non hai particolari problemi di salute, puoi anche metterti a letto e aspettare che l'infezioni passi, soprattutto se la febbre non diventa troppo alta e i linfonodi non subiscano ingrossamenti eccessivi.

La cura

In realtà, una cura per il citomegalovirus spesso e volentieri non è necessaria. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, a venire colpito è un individuo sano e i suoi anticorpi sono sufficienti per mettere fine all'infezione. Quando però la paziente è una donna incinta, allora è necessario intervenire con un trattamento a base di farmaci antivirali, come valganciclovir, ganciclovir, cidofovir e foscarnet, magari utilizzati anche in combinazione. Se poi la vista è messa in serio pericolo da una retinite, è possibile che i medicinali vengano iniettati direttamente nell'occhio.

La stessa terapia viene prescritta anche per individui immunodepressi, mentre se il problema è l'Aids, si ricorre a prodotti specifici, ovvero ai farmaci antiretrovirali.

Come si previene

Il citomegalovirus si può prevenire, o comunque limitare le possibilità di trasmissione, soprattutto attraverso una buona igiene quotidiana. Dovresti lavarti le mani con acqua calda e sapone ogni volta che stai per mangiare o cucinare, e anche una volta terminato. Ancora più importante è farlo prima e dopo aver cambiato un bambino piccolo, dopo essere andato in bagno e dopo essere entrato in contatto con qualsiasi tipo di fluido corporeo. Se poi aspetti un bambino, evita di scambiarti le posate o i bicchieri con i tuoi eventuali altri figli, un nipotino o un qualsiasi bambino piccolo che entra in casa tua.

La casa deve poi essere accuratamente lavata, soprattutto tutti quei mobili e quelle superfici che più facilmente possono entrare in contatto con fluidi corporei. I sanitari dunque, ma anche piatti e stoviglie e, diciamolo, quasi ogni pezzo di arredamento se hai altri figli piccoli. Non esiste invece ancora un vaccino che possa garantire una prevenzione sicura ed efficace.

Fonte| Istituto superiore di sanità

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