È facile a dirsi, ma per tirarsi su le maniche ed eseguire le manovre di rianimazione su una persona in preda a un arresto cardiaco servono prontezza e una forte dose di coraggio.
Proprio quelle che hanno guidato le mani di una mamma e di un papà ferraresi lo scorso lunedì quando, guidati dalle indicazioni via videochiamata del 118, hanno applicato il massaggio cardiaco a loro figlio Matteo (nome di fantasia), salvandogli la vita.
Matteo è un ragazzo di 12 anni che da tempo soffre di una patologia cardiologica ostruttiva congenita, una malattia cioè che può ostacolare il normale flusso di sangue in entrata o in uscita dalle camere cardiache mettendo a rischio il funzionamento del cuore.
Esattamente ciò che è successo lunedì intorno alle 13.30. Matteo si trovava insieme ai suoi genitori nella loro casa ad Argenta, in provincia di Ferrara, quando è andato in arresto cardiaco.
Con prontezza e coraggio, i genitori hanno subito chiamato il 118 che nel giro di pochissimo tempo ha inviato i mezzi di soccorso. Il tempo però era stretto e quando si è dei fronte a un arresto cardiaco non c’è un secondo da perdere.
Quando cioè viene interrotta l’attività elettrica cardiaca e il cuore si ferma facendo perdere la coscienza e bloccando le altre funzioni vitali, inclusa la respirazione, bisogna intervenire quanto prima.
Prontezza e coraggio. Così armati, i genitori di Matteo si sono messi al telefono, in videochiamata con i medici e il personale sanitario della Centrale operativa 118 Emilia Est di Bologna che dava loro le istruzioni su cosa fare e come mettere in atto le manovre di rianimazione.
Dal maggio 2020, infatti, è attiva una piattaforma di video-streaming che permette all’operatore di Centrale Operativa di vedere la scena del soccorso, valutare in modo più appropriato le condizioni e lo scenario e guidare verbalmente le persone presenti sulla scena nel prestare le prime cure.
Così, con prontezza, coraggio e lavoro di squadra, i genitori di Matteo gli hanno salvato la vita. All’arrivo dell’ambulanza, il ragazzo è stato poi defibrillato e gli è stata somministrata l'adrenalina. Una volta stabilizzato e intubato è stato trasportato alla Cardiochirurgia Pediatrica e dell’età evolutiva dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.
Da martedì pomeriggio Matteo è stato estubato senza danni neurologici, nonostante il prolungato arresto cardiaco, e non è più in pericolo di vita.
Prontezza e coraggio.
Fonte | Ausl Bologna