Il defibrillatore indossabile? È invisibile, può salvarti la vita dall’arresto cardiaco ma in Italia va supportato di più

Si indossa come un giacchetto e può aiutare davvero a contrastare la malattie a carico del cuore, che anche in Italia rappresentano la prima causa di morte.
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Kevin Ben Alì Zinati 1 Giugno 2023
* ultima modifica il 23/10/2023

Leggero, praticamente invisibile sotto la maglietta ma estremamente utile, anzi salvifico. Il defibrillatore indossabile che tanto viene già impiegato negli Stati Uniti e in altri paesi europei potrebbe rappresentare un ottimo alleato contro le malattie cardiovascolari anche qui, in Italia.

Ne sono convinti gli esperti dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (o ANMCO) che negli scorsi giorni nell’annuale convegno in scena a Rimini ne hanno ribadito l’importanza presentando i promettenti risultati di uno studio incentrato proprio sull’efficacia (e la sicurezza) del dispositivo nell’ambito delle malattie a carico del cuore.

Ancora oggi, infatti, queste patologie rappresentano a una grande minaccia per la salute mondiale. Pensa che sono ancora la prima causa di decesso nel mondo, con il 25% di queste costituito dalla morte cardiaca improvvisa (MCI), correlata soprattutto a cardiopatia ischemica e a cardiopatia strutturale.

Questa stessa fotografia vale anche per il nostro Paese: in Italia, infatti, rappresentano la principale causa di morte visto che sono responsabili del 44% di tutti i decessi, con la cardiopatia ischemica al primo posto (28% dei casi) e gli accidenti cerebrovascolari al terzo posto con il 13%, dopo i tumori.

Solitamente, la soluzione preventiva più efficace in casi simili è l’utilizzo del defibrillatore impiantabile ma questo dispositivo a volte può poco quando il rischio di morte cardiaca improvvisa è transitorio. Per questo, hanno spiegato gli esperti dell’Anmco, l’utilizzo del defibrillatore indossabile (WCD) – un giacchetto dal peso di circa un chilo –  è stato proposto in tali situazioni.

I risultati dello studio presentato ne avrebbero infatti confermato l’efficacia. Collaborando con i reparti di cardiologia dell’ospedale di Piacenza e Castel SanGiovanni, i ricercatori hanno monitorato 40 pazienti dimessi a quali, per un alto rischio di morte improvvisa potenzialmente transitorio, hanno fatto portare il defibrillatore indossabile da agosto 2017 a settembre 2021.

Al termine del monitoraggio, solo il 52% dei pazienti è stato sottoposto al posizionamento di un defibrillatore impiantabile, dimostrazione che la sua versione indossabile consente effettivamente un risparmio di risorse e una riduzione dei tempi di ospedalizzazione.

Questo dispositivo, oltre ovviamente a proteggere il paziente dal rischio di morte cardiaca improvvisa in sicurezza, garantisce anche più tempo ai medici per individuare la strategia terapeutica più giusta ed efficace per ciascun paziente.

Fonte | ANMCO

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.