Il diritto alla salute dei bambini (non) ha provenienza geografica

L’aspettativa di vita e la salute dei bambini sono influenzati dalla provenienza geografica, dal contesto familiare e dalla condizione economica. Perché fattori esterni alla salute diventano determinanti?
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Beatrice Barra 20 Novembre 2022
* ultima modifica il 20/11/2022

Immagina di prendere un treno e percorrere tutta l’Italia dal Trentino Alto Adige, fino alla punta della Calabria. Attraversi tutte le regioni e ogni 100 km circa l'aspettativa di vita media di un bambino si abbassa di quasi un anno, passando da 67,9 anni a Bolzano a 52,7 anni in Calabria. Cioè praticamente un bambino alla fine di questo viaggio metaforico ha perso più di 12 anni di vita. Queste cifre le trovi nel nuovo atlante dell’infanzia a rischio in Italia che Save The Children scrive ogni anno.

Fonte: Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, Save The Children

Secondo questi dati, il tempo che ha davanti a sé un bambino o una bambina – nonché la sua salute – siano influenzati moltissimo dall’area geografica, dal contesto familiare, e dalla condizione economica in cui si trova.

La situazione in Italia

Potrà sembrarti strano che numeri del genere riguardino l’Italia, visto che il livello della nostra sanità è riconosciuto come alto in tutto il mondo. Nel 2018 eravamo il secondo sistema sanitario al mondo per efficienza secondo l’indice Bloomberge nel 2019 il secondo Paese più sano al mondo.

Ti starai chiedendo come le due cose possano coincidere.

Dal 2007/2008 la povertà assoluta dei bambini in Italia è quadruplicata e nel 2021 colpiva un bambino su sette. Avrai sentito tante volte dati simili a questo, ma – se immaginiamo per un momento di essere in una classe di scuola da 21 bambini –, quel dato astratto diventa immediatamente concreto e vuol dire che 3 di quei 21 bambini non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile. Non possono permettersi del cibo di qualità, visite specialistiche private, un supporto psicologico mirato.

Aumento della povertà assoluta in Italia per i bambini. Fonte: Save The Children

Questi dati diventano ancora più preoccupanti se pensi che in nove regioni italiane monitorate i ricoveri per patologie psichiatriche infantili sono cresciuti del 39,5% tra il 2019 e il 2021: quasi 4 bambini su 10 soffrono di psicosi, ansia, disturbi del comportamento, dell’alimentazione e non riescono ad accedere alle cure, perché in tutto il Paese ci sono solo 394 posti letto in questi reparti. Addirittura, ci sono alcune regioni – come Calabria, Molise, Umbria e Valle D’Aosta – che non ne hanno nemmeno uno.

Il ruolo della pandemia che ha ridisegnato abitudini e priorità

La pandemia da Covid-19 sicuramente non ha aiutato. Da un lato ha stravolto la vita dei più piccoli, facendo aumentare l'incidenza dei disturbi di cui abbiamo parlato prima. Niente amici, niente scuola, niente sport per mesi, se non attraverso uno schermo. Dall’altro ha stremato i medici e ridisegnato le priorità degli ospedali. Il numero di bambini sovrappeso o obesi in Italia è molto elevato, soprattutto nelle regioni meridionali e nei posti con un reddito più basso. Come sono collegate le due cose? Meno soldi hai, più difficile sarà comprare del cibo di qualità, permettere ai tuoi figli di fare sport o portarli da un nutrizionista che ti costa circa 100 euro a visita.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, all’interno dello stesso Paese anche la possibilità di contrarre malattie come il tumore è cresciuta per le persone che si trovano in uno stato di povertà.

Il Covid ha confermato questi dati: si è visto infatti che nelle aree deprivate l’incidenza e la mortalità della malattia hanno avuto un tasso doppio rispetto a quello che si riscontra nelle aree più ricche.

Nei due anni centrali della pandemia (2020/2021) le vaccinazioni per i bambini sono diminuite tantissimo nei primi mesi di vita e sono diminuite anche le diagnosi di tumore pediatrico. Perché ci sono meno tumori pediatrici? Sarebbe bello dirti di si, ma purtroppo non è così.

L'importanza della prevenzione

Secondo i dati del governo, ogni anno si ammalano di tumore o leucemia oltre 1400 bambini e oltre 800 adolescenti. Il cancro, pur essendo spesso una malattia curabile nei bambini, continua ad essere la principale causa di morte dopo le malattie infettive.

A livello mondiale, ogni anno a più di 400mila bambini e adolescenti sotto i venti anni viene diagnosticato un cancro. L’80% dei bambini malati vive in paesi a basso reddito e nell’80% dei casi muoiono non perché il tumore sia incurabile, ma perché non ricevono una diagnosi corretta e tempestiva, oppure perché non hanno la possibilità di accedere a cure eccellenti.

Questi dati ci fanno capire quanto sia importante che il sistema sanitario, seppur eccellente nelle cure, sia predisposto in modo eccellente anche per la prevenzione delle malattie pediatriche e per le diagnosi corrette e tempestive.

Il cuore del problema per la salute dei bambini in Italia

Oggi in Italia però mancano all’appello 1400 pediatri, solo il 12% della spesa pubblica per la salute è dedicata alla prevenzione e alla medicina di base. La quota principale (44%) è usata per l'assistenza ospedaliera, ma solo il 6% di queste risorse sono destinate ai minorenni.

Ovviamente la priorità è la salute da garantire a tutti i bambini da nord a sud allo stesso modo. Tuttavia, come hai potuto leggere, la salute è influenzata da tantissimi fattori: l’aria che respirano, il contesto familiare, le attività che praticano, l’alimentazione che seguono e l’istruzione che ricevono. Secondo l'Oms  la riduzione della mortalità infantile si ottiene per il 50% grazie a investimenti al di fuori del campo sanitario. Investimenti che i piccoli adulti del futuro meritano.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.