Il glaucoma: quella malattia dell’occhio che può portare alla perdita della vista

Il glaucoma è una neuropatia che colpisce il nervo ottico e la retina. Si caratterizza per la degenerazione delle fibre nervose a causa dell’aumento della pressione intraoculare dell’umore acqueo presente nella camera anteriore dell’occhio. è una malattia generalmente lenta e progressiva ma, se non curata, può portare alla perdita della vista.
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Dott.ssa Roberta Kayed Medico chirurgo
9 Aprile 2020 * ultima modifica il 02/07/2021

Il glaucoma è una malattia progressiva dell’occhio che è frequente nelle persone anziane ed è una causa molto comune di perdita della vista, dopo la cataratta. Il tipo più frequente è quello chiamato ad angolo aperto.

Cos'è

Quando parliamo di glaucoma, ci riferiamo in particolare a una patologia che interessa il nervo ottico. Per essere più precisi, infatti, il glaucoma è definito come una neuropatia, cioè una malattia che interessa le fibre nervose, in questo caso quelle che entrano a far parte del nervo ottico. Di conseguenza poi anche la retina sarà affetta dal disturbo neuropatico.

Insieme alla degenerazione nervosa è presente anche un aumento della pressione del liquido che si trova nella camera anteriore dell’occhio, ovvero la porzione compresa fra cornea e cristallino (due lenti importantissime). Questo liquido si chiama umore acqueo.

L’occhio è come un palloncino poco estensibile (e menomale), se il liquido al suo interno non defluisce, questo si accumula e con il tempo può rovinare le strutture vicine.

Prevalenza e decorso

In Italia si stima che un milione di persone soffra di glaucoma, anche se circa la metà di loro ancora non lo sa. È una malattia insidiosa e progressiva, cioè che decorre lentamente nel tempo ma in maniera sempre più importante.

Se il glaucoma non è curato, porta a una graduale alterazione della visione periferica (campo visivo più esterno) fino a un suo progressivo restringimento e la scomparsa anche di quello centrale (cecità).

Le cause

La causa principale del glaucoma è la presenza di un alterato deflusso dell’umore acqueo presente nella camera anteriore dell’occhio. Normalmente, la quantità del liquido (e la sua pressione) è mantenuta costante dal suo continuo deflusso dall’interno all’esterno dell’occhio. Il drenaggio è il compito svolto da una rete di “tubi” (il cosiddetto trabecolato) che per funzionare alla perfezione deve ovviamente rimanere libera. Pensa allo scarico del lavandino: se è otturato, l’acqua in cui avete lavato i piatti non potrà defluire e si accumulerà nella vaschetta.

Nel glaucoma questo sistema di drenaggio è in qualche modo bloccato e l’umore acqueo, che normalmente scorre liberamente verso l’esterno dell’occhio, si accumulerà nella camera anteriore. Il risultato è l’aumento della pressione intraoculare che rischia di danneggiare il nervo ottico (il grosso nervo che collega l’occhio al cervello) e la retina.

Il motivo per cui i tubi si bloccano è poco chiaro, ma esistono dei fattori di rischio:

  • Mutazioni genetiche (per le forme ereditarie)
  • Età superiore ai 60 anni
  • Interventi o traumi all’occhio
  • Predisposizione familiare (avere dei parenti di primo grado malati aumenta il rischio da 4 a 9 volte)
  • Malattie cardiovascolari come diabete, ipertensione e problemi cardiaci
  • Miopia
  • Spessore della cornea ridotto
  • Farmaci a base di cortisone (soprattutto locali)

I diversi tipi di glaucoma

Anche se la parola “glaucomi” non esiste (e ha anche un brutto suono), di glaucoma ne esiste più di uno, in base a come insorge, a quale età e alle condizioni precedenti che possono averlo provocato. Noterai che viene usato spesso i termine “angolo”.

Per angolo s’intende una porzione dell’occhio, posta davanti ed esternamente, costituita dalla cornea (la lente anteriore dell’occhio) e dall’iride (la parte colorata dell’occhio che tutti vorremmo azzurra o verde). Queste due strutture formano un angolo anatomico, cioè un angolo naturalmente presente, che abbiamo tutti e che si può misurare.

L’angolo irido-corneale (si chiama così) è importante perché è in questa zona che il liquido normalmente defluisce per mantenere la pressione intraoculare costante.

Abbiamo quindi 4 forme:

  • Glaucoma primario ad angolo aperto: È il glaucoma più comune di tutti ed è quello che colpisce principalmente le persone anziane. Il suo decorso è lento e cronico nel tempo e, senza trattamento, porta alla graduale perdita della visione.
  • Glaucoma ad angolo chiuso: È meno frequente del primo e colpisce gli adulti. Al contrario del glaucoma ad angolo aperto, questo può essere sia cronico sia acuto. Vuol dire che possiamo avere una forma lenta e progressiva, oppure una più improvvisa e dolorosa causata dal fatto che la pressione intraoculare aumenta in modo acuto.
  • Glaucoma secondario: È una forma che si manifesta in seguito ad alcune malattie come il diabete, l’ipertensione, alcuni tumori dell’occhio o del cervello, traumi o anche dei farmaci
  • Glaucoma ereditario: Si presenta nei bambini molto piccoli ma fortunatamente è una forma abbastanza rara poiché colpisce 1 bambino su 30.000 nati.

I sintomi

I sintomi e le presentazioni cliniche dipendono dal tipo di glaucoma e quindi da come si è instaurata l’ipertensione intraoculare, ma generalmente la malattia è indolore.

Se questa può sembrare una buona notizia (e parzialmente lo è), bisogna considerare il fatto che nella maggior parte dei casi il glaucoma è una malattia silenziosa che non diventa evidente se non nelle fasi avanzate (almeno per il glaucoma primario ad angolo aperto, il più comune).

Il glaucoma primario ad angolo aperto all’inizio dà pochi sintomi e le persone generalmente non si accorgono che la propria vista comincia ad avere problemi.

Alcuni sintomi premonitori e iniziali riguardano il coinvolgimento della parte più esterna del campo visivo, la visione periferica. Potrebbero esserci:

  • Chiazze
  • Punti ciechi

In altri casi i fastidi e sintomi si manifestano rapidamente e in maniera più evidente, come nel glaucoma ad angolo chiuso. In questo caso il sistema di drenaggio è bloccato e la pressione intraoculare aumenta velocemente provocando:

  • Intenso dolore
  • Arrossamento degli occhi
  • Mal di testa forte
  • Nausea
  • Vomito
  • Visione offuscata
  • Aloni intorno alle luci

I sintomi possono durare alcune ore e poi scomparire, ma a ogni nuova manifestazione ci sarà un danno maggiore del nervo ottico, per cui è fondamentale rivolgersi subito al medico.

Se sono presenti malattie come il diabete e l’ipertensione, o se si prendono alcuni farmaci (parliamo quindi del glaucoma secondario), saranno visibili i sintomi della patologia di base insieme a una visione offuscata intorno alle luci.

Nei bambini molto piccoli (glaucoma congenito) è difficile scoprire subito i sintomi della malattia:

  • Occhi grandi
  • Occhi dai movimenti a scatti
  • Lacrimazione eccessiva
  • Sensibilità alla luce (chiamata fotofobia)
  • Strabismo

Se non s’interviene con la cura, la malattia progredisce e il campo visivo si restringerà progressivamente portando non solo alla perdita della visione periferica, ma anche di quella centrale.

La diagnosi 

La diagnosi di glaucoma è molto importante poiché permette di instaurare una cura il più precocemente possibile per prevenire la riduzione della vista (che in molti casi non è riconosciuta nelle fasi iniziali).

È per questo che si consigliano controlli regolari (ogni anno) della pressione intraoculare, soprattutto a partire dai 40 anni circa, a maggior ragione se si ha un parente stretto con lo stesso problema.

I valori normali della pressione intraoculare sono compresi fra 16 e 21 mmHg, cioè millimetri di mercurio (anche se l’unità di misura è la stessa che si usa per valutare la pressione del sangue, la pressione oculare e quella arteriosa sono due cose diverse).

Quando questi valori superano 21-22 mmHg allora si parla di ipertensione oculare.

Gli esami che si utilizzano per la diagnosi sono diversi:

  • Tonometria: misura la pressione intraoculare.
  • Misurazione dello spessore della cornea: una cornea più sottile del solito può alzare la pressione oculare.
  • Gonioscopia: misura il cosiddetto angolo irido-corneale (proprio come i goniometri che si usano in geometria).
  • Campo visivo (o perimetria): l’esame che verifica la presenza di alterazioni della parte periferica del campo visivo.
  • Valutazione del nervo ottico: per rilevare eventuali danni alle fibre nervose.

 La cura

 La cura per il glaucoma ha lo scopo di:

  • Mantenere i valori normali di pressione oculare
  • Proteggere il nervo ottico
  • Evitare il restringimento del campo visivo, e quindi la cecità.

La terapia deve essere instaurata presto, altrimenti si rischia di perdere del tempo prezioso per arrestare la progressione.

Ci sono diversi approcci che dipendono dallo stadio della malattia.

  • Colliri: diminuiscono la pressione all’interno dell’occhio favorendo il deflusso dell’umore acqueo.
  • Laser e intervento chirurgico (trabeculoplastica e trabeculectomia): sono trattamenti che, in diversi modi, permettono al liquido di defluire all’esterno dell’occhio. Sono utilizzati nelle fasi più avanzate della malattia, quando i soli colliri non permettono la normalizzazione della pressione.

Prognosi

Avere il glaucoma non vuol dire essere condannati a perdere la vista.

È pero importantissimo sottoporsi ai controlli regolari per seguire nel tempo la malattia e prevenire il danneggiamento grave del nervo ottico.

Alcune situazioni e attività potrebbero dare più fastidio del normale, come la guida, praticare alcuni sport, guardare luci molto forti.

Questi problemi sono dovuti all’aumento della sensibilità alla luce, all’offuscamento della vista e alla perdita della capacità nel distinguere dettagli molto fini.

Nonostante questo, alcuni accorgimenti possono aiutare la persona, come ad esempio l’utilizzo di occhiali da sole.

Fonti| Jamie Dietze, Glaucoma. StatPearls Publishing (2019) Istituto Superiore di Sanità

Medico-Chirurgo, specializzanda in Anestesia-Rianimazione, Terapia intensiva e del dolore, ha lavorato per diversi anni negli ambulatori di Medicina Generale. Nella pratica altro…
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