Il governo riduce la “tampon tax” al 10%: quanto si risparmia con il (parziale) taglio dell’Iva?

Il governo Draghi sembra aver ascoltato le proteste delle attiviste che negli ultimi anni hanno richiamato più volte l’attenzione sull’Iva al 22% che veniva imposta per l’acquisto di prodotti assorbenti per l’igiene femminile. Nel documento che detta le linee guida per la futura legge di bilancio si legge finalmente di una riduzione al 10%. La tassazione rimane comunque superiore a quella degli altri Paesi dell’UE.
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Giulia Dallagiovanna 20 Ottobre 2021
* ultima modifica il 20/10/2021

Non eliminata del tutto, ma ridotta dal 22% al 10%. La cosiddetta "Tampon tax", ovvero l'Iva su assorbenti e altri prodotti per l'igiene femminile, ha trovato posto nel Documento programmatico di bilancio per il 2022. Il governo Draghi dunque l'ha inserita ufficialmente in agenda, stando a quanto si legge in un comunicato stampa pubblicato al termine del Consiglio dei ministri di martedì 19 ottobre. Si tratta dunque di un compromesso tra chi chiedeva da tempo che l'imposta sul valore aggiunto non superasse il 4%, proprio come accade per tutti quei beni considerati di prima necessità, e chi rispondeva che non ci fossero coperture economiche sufficienti per dare seguito alla proposta.

Ora invece alla voce "fisco" si legge: "si prevede il taglio dal 22% al 10% dell’Iva su prodotti assorbenti per l’igiene femminile". Vengono quindi inclusi anche tamponi interni, salvaslip, spugne, coppette e così via. Il Documento programmatico serve per illustrare le principali linee di intervento che verranno poi declinate nel disegno di legge di bilancio per il prossimo anno. A partire da gennaio 2022, dunque, i prodotti che non puoi fare a meno di utilizzare durante le mestruazioni verranno venduti con aliquote agevolate e non più come beni di lusso, equiparabili a champagne e moto di grossa cilindrata. Tanto per fare un altro esempio, sui rasoi l'imposta è del 4%.

Quanto puoi risparmiare

A questo punto, proviamo a scendere più nel concreto e a capire se ci sarà un risparmio e di quanto. Una confezione da 28 assorbenti con ali di una delle marche più utilizzate costa circa 4,90 euro. Di questi, 0,88 euro corrispondono all'Iva al 22%. Se l'Iva fosse al 10%, il prodotto costerebbe circa 4,42 euro, con un risparmio di 0,48 centesimi.

Dobbiamo poi considerare che una donna utilizza i media 5 o 6 assorbenti ogni giorno e le perdite durano tra le 5 e le 7 giornate. Ipotizziamo quindi che una sola confezione sia sufficiente per una mestruazione (anche se raramente è davvero così). Tenendo conto del fatto che il numero totale di cicli mestruali che si affrontano durante il periodo fertile è attorno ai 450 – 500, possiamo stimare un risparmio compreso tra i 216 e i 240 euro per ciascuna donna. Questo, però, è un calcolo approssimativo che non contempla, ad esempio, il costo maggiore degli assorbenti che di solito si indossano la notte o di quello dei tamponi o, ancora, il semplice fatto che un flusso intenso corrisponde a più assorbenti consumati al giorno.

Il confronto con gli altri Paesi

Se guardiamo all'Unione europea, il nostro era tra i Paesi che imponevano l'Iva più ingente sugli assorbenti. I nostri cugini francesi la chiedono infatti solo al 5,5%, mentre in Portogallo e Paesi Bassi è ferma al 6% e in Germania arriva al 7%. L'Italia dunque rimarrebbe in vetta anche in seguito alla riduzione fino al 10%, ma è comunque un segnale positivo quello che il governo vuole inviare: finalmente le voci di chi da anni protesta contro una tassazione non equa sono state (in parte) ascoltate.

Fonte| Comunicato stampa del Consiglio dei ministri n.42

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