Il letargo degli orsi studiato per contrastare l’atrofia muscolare nell’uomo

Un team di ricercatori coordinati dal Centro di medicina molecolare Max Delbrueck di Berlino ha studiato il letargo degli orsi grizzly e ha individuato alcuni geni che potrebbero rivelarsi utili per contrastare la comparsa dell’atrofia muscolare nell’uomo.
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Gaia Cortese 4 Gennaio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

La comparsa dell’atrofia muscolare negli esseri umani potrebbe essere contrastata grazie al letargo degli orsi grizzly. A sostenerlo è uno studio pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori coordinati dal Centro di medicina molecolare Max Delbrueck di Berlino.

Gli studiosi, infatti, hanno osservato il letargo degli orsi, un lungo periodo di inattività che in genere ha inizio tra novembre e gennaio e termina in primavera tra marzo e maggio. In questo periodo di tempo il metabolismo e la frequenza cardiaca dell'orso diminuiscono notevolmente, la quantità di azoto nel sangue aumenta moltissimo e l'orso diventa resistente all'insulina. Ma c’è di più. I muscoli dell'animale non soffrono in nessuna maniera della mancanza di movimento.

Lo studio ha analizzato proprio come i muscoli dell'orso riescano a sopravvivere al lungo periodo in cui questi animali vanno in letargo e hanno notato come, in questo lasso di tempo, alcune proteine ​​influenzano fortemente il metabolismo degli aminoacidi dell’orso e le cellule muscolari contengono quantità più elevate di alcuni aminoacidi non essenziali.

Così, attraverso un confronto genetico tra orsi, topi e uomini, tra cui alcuni pazienti colpiti da atrofia muscolare, il team di studiosi ha osservato l'azione di un particolare gruppo di geni, nello specifico, i geni Pdk4 e Serpinf1, coinvolti nel metabolismo del glucosio e degli aminoacidi, e il gene Rora, che contribuisce allo sviluppo dei ritmi circadiani.

Fonte | Ansa

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