Ti dicono editing genetico e la tua mente corre subito a strani esperimenti di scienziati pazzi, reclusi in qualche scantinato. In realtà, non è nulla di tutto questo. Ti sarà già capitato di incontrare le parole Crispr e Cas9. Bene, se la vogliamo far semplice possiamo dire che si tratta di un metodo innovativo per correggere i difetti del Dna negli esseri viventi, ma per dargli il giusto peso, allora dobbiamo dire che è la più importante scoperta degli ultimi nel campo della Biomedicina e che, probabilmente, sei di fronte a una rivoluzione.
Tra i diversi campi di applicazione di quello che comunemente viene chiamato anche "taglia e incolla genetico", c'è proprio l'essere umano. Più nello specifico, la ricerca sta andando nella direzione di studiare più da vicino, trattare e prevenire malattie genetiche. Mi riferisco a patologie per le quali, nell'attuale stato dell'arte, non è nemmeno pensabile un trattamento efficace. Per la verità, si è ancora nella fase delle ipotesi e delle sperimentazioni, e passeranno ancora molti anni (o forse no) prima che tu possa sentir parlare dal tuo medico di metodo Crispr/Cas9 o di altre tecniche simili. Vediamo però intanto per quali malattie si sta pensando di ricorrere all'editing genetico.
Per prima cosa, con gli strumenti e le conoscenze che la comunità scientifica possiede al giorno d'oggi, potrà essere orientato al trattamento di malattie genetiche dove la causa è l'alterazione di un solo gene. Quando invece si entra nel campo delle patologie multifattoriali, cioè provocate da diversi elementi, le possibilità si interrompono. Nello specifico, quelle pensate al momento sono soprattutto:
Il morbo di Huntington è una malattia genetica ereditaria, che porta a gravi alterazioni nell'umore, disturbi cognitivi e movimenti involontari degli arti. Non esiste nessuna terapia.
Una forma di leucemia molto comune, soprattutto negli adulti, causata da una mutazione del genoma delle cellule che compongono il midollo osseo e sono addette alla produzione di globuli bianchi. Le cure vanno dalla chiemioterapia al trapianto di midollo.
Una malattia genetica rara, che provoca la mancanza del fattore VIII della coagulazione e, di conseguenza, frequenti emorragie interne. Non esiste una cura e chi ne è affetto deve ricorrere a periodiche trasfusioni.
Una rara malattia del sangue, che si trasmette per via ereditaria, e che provoca un'anemia cronica a causa della mancanza una delle catene polipeptidiche presenti nella molecola dell’emoglobina. La terapia si base su continue trasfusioni di sangue e l'unica possibile cura è il trapianto di midollo osseo.
La forma più comune di tumore maligno al polmone, provocato soprattutto da mutazioni genetiche delle cellule che compongono il tessuto epiteliale che riveste l'organo. Come per gli altri tumori, il trattamento è a base di chemioterapia, radioterapia e intervento chirurgico.
Un insieme di forme tumorali che possono comparire in diverse parti del corpo, ma che sono accumunate dalla stessa mutazione genetica. Si manifestano soprattutto nei bambini e la cura disponibile oggi è, di nuovo, chemioterapia, chirurgia e intervento chirurgico.
Una malattia genetica che provoca debolezza muscolare e incide sulle funzionalità di scheletro e cuore. I trattamenti sono solo conservativi, cioè volti a lenire i sintomi e mantenere il più possibile le capacità del corpo.
Una malattia genetica che colpisce fegato, polmoni e pancreas e che arriva a distruggere la funzionalità di tutti gli organi. Gli unici trattamenti possibili mirano a prevenire l'insorgenza dei sintomi più gravi, oppure si deve ricorrere a un trapianto.
La malaria non è una malattia genetica, ma viene trasmessa, come già saprai, dall'esemplare femmina della zanzara anopheles, una volta che questa è già stata attaccata dal parassita Plasmodium falciparum. L'ipotesi sarebbe dunque quella di agire direttamente sull'animale, modificando il suo Dna in modo che diventi lui stesso immune al microorganismo, oppure per rendere sterili le femmine e ridurne progressivamente la popolazione.
Hiv, virus Zika, febbre Dengue. Queste sono alcune delle malattie infettive che si pensa di sconfiggere ricorrendo all'editing genetico. Intervenire dunque sugli enzimi Cas9, che correggono il Dna, in modo che si attivino solo quando entrano in contatto con il virus. Una prima sperimentazione è stata effettuata su topi sieropositivi, ai quali è stato completamente eradicato il virus dell'Hiv dall'organismo.
Fino a questo momento ti ho parlato di interventi di editing genetico su cellule somatiche, ovvero su tutte tranne che su spermatozoi e ovociti, cioè che stanno all'interno della linea germinale e che andranno poi a comporre l'embrione. Ed è proprio l'applicazione del metodo Crispr/Cas9 ad aver sollevato le maggiori preoccupazioni e le più forti critiche, prima di tutto dalla comunità scientifica.
Ti ricordi delle due gemelline cinesi nate con il Dna modificato per risultare immuni all'Hiv? Acceda nel novembre del 2018: il ricercatore della Southern University of Science and Technology di Shenzen, He Jiankui, era intervenuto su sette embrioni, di cui solo uno si era poi sviluppato in un feto vero e proprio. O meglio, in due: Lula e Nana, questi i nomi di fantasia delle sorelle, di cui ad oggi non si hanno più notizie. Nel frattempo la Commissione nazionale per la sanità cinese ha aperto un'inchiesta sull'esperimento, seguita a ruota dal Ministero della Scienza e della Tecnologia. La Comunità scientifica internazionale, dal canto suo, ha pesantemente criticato un test che era illegale e molto pericoloso.
Ma perché? Il primo problema è che quando si interviene sulla linea germinale, si producono mutazioni che sono ereditarie, nel bene e nel male. Solo che con le conoscenze attualmente in possesso non si possono ancora predire le eventuali conseguenze di un sistema di questo tipo. Il rischio dunque è maggiore del beneficio. Anche perché il metodo Crispr/Cas9 è molto preciso, ma non perfetto. Può infatti accadere che si verifichino una serie di fenomeni off-target, cioè che agiscono sul genoma in modo imprecisato e imprevedibile. Insomma, in quel caso si stava esponendo le nasciture a un pericolo davvero grande. E per niente. Esistono infatti già delle metodologie valide per prevenire il contagio da Hiv anche in figli di genitori sieropositivi.
Più in generale, prima di mettere davvero a punto una tecnica di intervento su persone non ancora venute alla luce, saranno necessari lunghi anni di ricerche e test di laboratorio, ben più sicuri rispetto a quanto è accaduto in Cina.
Fonti| Telethon; Università di Padova