Il nuovo Coronavirus sopravvive sulle superfici per 9 giorni: quanto ti deve preoccupare questa notizia?

In realtà, molto poco, perché non aggiunge nessuna nuova informazione e non implica accorgimenti maggiori rispetto a quanto si sta già facendo in termini di prevenzione. Inoltre, lo studio tedesco al quale si fa riferimento non ha analizzato direttamente il 2019-nCoV, ma solo i suoi parenti già noti: raffreddore, SARS e MERS.
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Giulia Dallagiovanna 11 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Dopo tutte le preoccupazioni che questo nuovo Coronavirus sta dando, ecco che un'altra è pronta a sbucare proprio da dietro l'angolo: si trasmetterebbe anche attraverso le superfici contaminate. Lo affermerebbe uno studio pubblicato sul Journal of Hospital Infection da alcuni ricercatori dell'Università di Greifswald, in Germania. Ma è davvero cosi? Insomma, devi iniziare ad andare in giro con tute protettive che ti ricoprano da capo a piedi e a stare ben attento a non toccare nulla al di fuori di casa tua? No. Cerchiamo di capire meglio cos'hanno davvero detto gli autori di questo lavoro e come ti dovresti comportare qualora iniziassero davvero a verificarsi una serie di contagi anche in Italia, dove ti ricordo che al momento i casi accertati sono tre e i loro contatti vengono monitorati presso l'Istituto Nazionale di Malattie Infettive Spallanzani di Roma.

Ma andiamo con ordine. Il dato più importante è che i ricercatori non hanno analizzato direttamente il 2019-nCoV. Si sono infatti basati sugli altri tipi di coronavirus che conosciamo già: i quattro ceppi che possono provocare il raffreddore comune e i due più pericolosi di SARS e MERS. Nello specifico, hanno revisionato 22 studi precedenti dai quali hanno estratto i dati necessari e hanno poi tratto queste conclusioni: "Coronavirus come quello della Sindrome respiratoria acuta grave, la Sindrome respiratoria mediorientale e il coronavirus umano endemico può sopravvivere su superfici come metallo, vetro o plastica fino a 9 giorni".

I ricercatori non hanno analizzato direttamente il 2019-nCoV, ma revisionato 22 studi precedenti sui coronavirus

Però, attenzione: "Possono essere rimossi in modo efficace ricorrendo semplicemente a disinfettanti con il 62/71% di etanolo, 0,5% di perossido di idrogeno o lo 0,1% di ipoclorito di sodio e lasciando agire i prodotti per la pulizia per almeno 1 minuto".

Insomma, una volta che gli oggetti vengono igienizzati, il problema scompare. Non è un caso se, dopo l'arrivo dell'ambulanza all'Hotel Palatino di Roma per prelevare i coniugi cinesi risultati positivi ai test, l'Asl ha sanificato la loro stanza da cima a fondo. Vale a dire: non serviva lo studio per capire l'importanza della pulizia per contenere una possibile epidemia.

È però normale che una notizia di questo tipo getti benzina sul fuoco in una fase in cui continuiamo a conoscere poco di questa nuova minaccia e le informazioni che abbiamo in possesso non sono del tutto rassicuranti. Per questo motivo, sono intervenuti anche il ministero della Salute e Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità:

"Non deve creare allarme lo studio tedesco secondo il quale il nuovo coronavirus resisterebbe attivo sulle superfici circa 9 giorni. Questo elemento, ancora da dimostrare e condotto su altri coronavirus e non su quello cinese, non fa la differenza sul contenimento precoce dell’epidemia. Da quello che sappiamo rispetto alle precedenti malattie infettive respiratorie, Mers e Sars, infatti, il nuovo coronavirus si trasmette molto più velocemente e la via di trasmissione da temere è soprattutto quella respiratoria, non quella da superfici contaminate. È comunque sempre ricordare l’importanza di una corretta igiene delle superfici e delle mani. Anche l’uso di detergenti a base di alcol sono sufficienti a uccidere il virus".

Non solo ma il Virologo Roberto Burioni ha precisato che i risultati della ricerca dimostrano solo che l'agente patogeno è presente, ma non che sia infettivo. Insomma, se una persona affetta da 2019-nCoV starnutisce, si protegge la bocca con la mano e poi tocca lo schienale di una sedia, è probabile che il virus passi sopra l'oggetto e che vi rimanga per più di una settimana. Ma non è certo che, se anche tu appoggerai le tue dita sullo stesso oggetto, sarai destinato a contrarre l'infezione.

E a ribadire il "niente panico" ci pensa anche il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma: "Questa novità, tutta da verificare, non cambia nulla nelle misure di prevenzione. A meno che non si lecchino le superfici, perché questo è l'unico modo con cui ci si può infettare dagli oggetti. In Cina stanno disinfettando ogni cosa come se ci fosse l'Ebola ma non serve a molto. Noto che in questi giorni c'è una grande smania di pubblicare studi e ricerche su questo tema, ma credo che dovremmo prendere tutto con molta attenzione".

In ogni caso, continuano ad essere valide le raccomandazioni rispetto alla prevenzione che ti abbiamo ricordato fin qui:

  • lavati le mani di frequente e per almeno 20 secondi
  • in alternativa, porta con te un gel disinfettante con almeno il 60% di alcol
  • ricordati di non toccare la bocca, il naso o gli occhi se non ti sei prima lavato le mani
  • cerca di mantenerti lontano da persone che starnutiscono o tossiscono
  • cambia spesso l'aria in ufficio o in casa

Se poi si dovesse verificare un inizio di focolaio anche in Italia, evento che rimane probabile ma che al momento è escluso, diventeranno utili anche le mascherine antivirus.

Fonti| Ministero della Salute; "Persistence of coronaviruses on inanimate surfaces and its inactivation with biocidal agents" pubblicato su The Journal of Hospital Infection il 6 febbraio 2020

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