Il “potere” della terza dose di vaccino: un’efficacia altissima e una protezione quasi totale nel giro di soli 7 giorni

Un nuovo studio di Pfizer BioNTech pubblicato sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che il richiamo sarebbe in grado di raggiungere un’efficacia del 95,6%, superiore anche a quella garantita dalle due dosi standard. Nel frattempo, le autorità stanno ragionando anche sul richiamo per chi è stato vaccinato con Johnson & Johnson.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Ottobre 2021
* ultima modifica il 25/10/2021

La scienza ha nuovamente risposto a chi continua a mettere in discussione l’utilità dei vaccini anti-Covid. Soprattutto a quelli che dopo aver “boicottato” il primo ciclo standard di due iniezioni (o della mono dose nel caso di Johnson & Johnson) si è scagliato pure contro la terza.

E ancora una volta l’ha fatto con ciò che di più inattaccabile e incontrovertibile possiedi: i numeri.

Quelli appena pubblicati sul New England Journal of Medicine raccontano che il terzo giro di iniezionigarantisce una protezione quasi totale contro le forme aggressive di Covid-19: sto parlando di un'efficacia del 95,6%.

Un muro contro Sars-CoV-2 che il nostro organismo erigerebbe nel giro di una sola settimana dopo la puntura.

Una protezione quasi totale

Ma quanto ti protegge la terza dose? È stata Pfizer-BioNTech a confermare l’altissima efficacia della terza dose in uno studio randomizzato con oltre 10mila partecipanti la cui età media era di 53 anni, con il 55,5% tra i 16 e i 55 anni e il 23,3% appartenente alla fascia degli over65.

I ricercatori li hanno divisi in due gruppi e a distanza di circa 11 mesi dalla conclusione del normale ciclo vaccinale hanno somministrato loro la terza dose di vaccino oppure un placebo.

I risultati, presentati alla Food and Drug Administration, hanno dimostrato che l’efficacia della terza avrebbe raggiunto il 95,6% e che solo 5 partecipanti del gruppo sottoposto al terzo giro di iniezioni era risultato positivo a Sars-CoV-2 contro i 109 del gruppo vaccinato solo con due dosi e con un il placebo come richiamo.

Un livello così alto di protezione, superiore a quello offerto dalle due dosi, sarebbe stato raggiunto nell’arco di soli sette giorni e gli anticorpi neutralizzanti specifici contro il virus sarebbero stati pronti ed efficaci contro tutte le varianti conosciute.

Si tratta di numeri e risultati determinanti soprattutto alla luce delle sempre maggiori conferme sul calo della risposta anticorpale alla chiusura del ciclo vaccinale.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità l’efficacia a sette mesi dalla seconda dose scenderebbe all’89%: se una persona fragile o con altre patologie concomitanti venisse in contatto con la variante Delta, le cose andrebbero pure peggio con la protezione destinata a calare dal 75% (a 28 giorni dalla seconda iniezione) fino addirittura al 52% dopo sette mesi.

Secondo gli esperti con la terza dose sarebbe dunque possibile rinvigorire la protezione contro il virus riportandola a un livello quasi totale.

Il richiamo con Johnson & Johnson

A proposito di dosi si richiamo, anche chi ha ricevuto la monodose del vaccino di Johnson&Johnson sarebbe destinato a ricevere un’iniezione aggiuntiva.

Questo perché prevedendo una sola puntura, è verosimile che l’efficacia del vaccino sia più limitata nel tempo rispetto agli altri e soprattutto se messa a confronto con l’aggressiva variante Delta.

L’ha anticipato anche il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli durante il suo intervento alla trasmissione “Che tempo che fa” su Rai3.

Locatelli ha spiegato che quello di J&J è un vaccino a vettore virale, come Astra Zeneca e che qualora arrivassero indicazioni sulla possibilità di somministrare una seconda dose con una vaccino a RNA Messaggero, si avrebbe il vantaggio di indurre una risposta immunologica anche migliore: Somministrarlo oltre i due mesi non compromette l'efficacia. Appena arriveranno le indicazioni delle agenzie regolatorie, si farà tutto velocemente”.

Prima che il richiamo con per chi ha fatto Johnson & Johnson diventi realtà servirà quindi il pronunciamento in materia dell'Ema, l'autorità regolatoria europea.

Gli italiani vaccinati con il farmaco monodose sono oltre un milione e mezzo e nel momento in cui dovesse arrivare il via libera chi l’ha ricevuto, compresi anche gli under60 dovranno presentarsi per la dose di rinforzo come già avviene per Pfizer e Moderna.

Fonte | "SARS-CoV-2 Neutralization with BNT162b2 Vaccine Dose 3" pubblicato il 21 ottobre 2021 sul New England Journal of Medicine

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