Il presidente Fimp Paolo Biasci: “Il tampone per gli alunni? Sì, ma in tempi brevi. Altrimenti le famiglie restano bloccate”

Accanto a sviluppi organizzativi che prevedano l’esecuzione quotidiana di grandi quantità di tamponi, per il numero uno della Federazione Italiana Medici Pediatri tempistiche brevi nella refertazione potrebbero scongiurare un potenziale blocco produttivo del Paese. Senza dimenticare il ruolo del vaccino antinfluenzale, che potrebbe contribuire a non confondere le due sintomatologie.
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Kevin Ben Alì Zinati 29 Settembre 2020
* ultima modifica il 29/09/2020
Intervista al Dott. Paolo Biasci Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri

L’indicazione di sottoporre al tampone tutti i “casi sospetti”, ovvero tutti quei bambini che presentano una temperatura superiore ai 37,5° e una sintomatologia compatibile con l’infezione da Coronavirus ha in un certo senso alleggerito il peso sulle spalle dei pediatri di famiglia. Allo stesso tempo, però, la circolare del Ministero della Salute rischia di portare all’instasamento del sistema sanitario. Lo stesso timore che aveva pervaso la mente del dottor Greco, pediatra di famiglia a Bergamo, allo stesso modo accende anche il dottor Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri.

Dottor Biasci, è preoccupato? 

In questo momento penso più che altro alle famiglie. Se i tempi di effettuazione, refertazione e acquisizione del referto del tampone sono brevi è chiaro che la famiglia viene impegnata per poco tempo, il bambino può rientrare a scuola e il problema si risolve in fretta. Se i tempi invece sono più lunghi, come sta capitando in alcune situazione, la famiglia rimane “bloccata”, o quantomeno lo è un genitore, che deve restare a casa dal lavoro per accudire il figlio. Senza considerare anche l’ansia dell’aspettare un risultato. In questo senso, c’è un passaggio significativo nell’ultima circolare del Ministero della Salute che spesso non viene sottolineato abbastanza.

Cioè? 

Per l’esecuzione del tampone è previsto un percorso privilegiato per gli alunni e ma anche per il personale scolastico che è inevitabilmente coinvolto. La soluzione del sospetto attraverso referto in tempo rapidi quindi farebbe bene a tutte le componenti dell'universo scuola.

Il dottor Paolo Biasci, presidente Fimp

Il sistema sanitario reggerà l’urto? 

Siamo all’inizio della stagione influenzale in cui noi pediatri sappiamo bene che ci sarà un aumento dei casi di patologie con sintomatologie esattamente sovrapponibili all’infezione da Coronavirus. La necessità sarà capire, differenziare e risolvere il caso sospetto e sappiamo che, ad oggi, è possibile esclusivamente con l’effettuazione del tampone molecolare e non con una semplice valutazione clinica. In Italia però la situazione è molto variegata, ci sono zone in cui i tamponi vengono effettuati con una certa rapidità e altre invece in cui la fase organizzativa dovrebbe essere migliorata: anche di fronte all’aumento della richiesta, è auspicabile uno sviluppo organizzativo che preveda più tamponi giornalieri.

In questa situazione però non sono da sottovalutare nemmeno i disagi per gli stessi ragazzi: con l’arrivo della stagione influenzale potrebbero doversi sottoporre anche a più d’un tampone al mese, un esame delicato e invasivo. 

Corretto, però stando alle evidenze scientifiche, il test molecolare è il gold standard, è l’unico attendibile. Non possiamo permetterci di non tenere e mantenere in sicurezza la scuola. Non si deve pensare che questo anno scolastico possa essere uguale agli altri, nulla è uguale a prima, dobbiamo anche essere realistici e pensare che è un già un traguardo aver riaperto le scuole, mantenerle aperte è l’obiettivo che tutti dobbiamo darci e per il quale ognuno deve dare il proprio contributo. E in questo caso il tampone, ad oggi, è l’unico strumento che abbiamo per cercare di limitare la diffusione del virus.

Secondo lei, dottor Biasci, la vaccinazione antinfluenzale nella popolazione pediatrica potrebbe dare un contributo importante? 

Siamo ormai alle porte dell’inverno e ci auguriamo quindi di poter iniziare le vaccinazioni al più presto. Se dobbiamo aumentare le coperture vaccinale per l’influenza in generale per tutta la popolazione è chiaro oche dobbiamo avere anche tempo necessario: partire prima vuol dire vaccinare in tempo più persone. La vaccinazione ha sempre rilievo importante durante la stagione invernale, l’influenza colpisce tutti, specialmente i più piccoli che si ammalano di influenza dalle 8 alle 10 volte di più degli adulti. Quest’anno è ancora più importante perché se riduciamo la diffusione del virus influenzale e quindi dei malati diminuiamo lo stress e la pressione sul sistema sanitario ospedaliero e su quelli territoriali.

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