Il “segreto” della variante Delta: con un tempo di incubazione più breve si diffonde più velocemente

Secondo alcuni studi la versione B.1.617.2 del virus avrebbe un tempo di incubazione più rapido rispetto al ceppo originario passando da una media di 6 giorni a 4. Secondo il presidente di Aifa Giorgio Palù, tuttavia, questo arco di tempo sarebbe addirittura da dimezzare fino a 2 soli giorni.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 16 Settembre 2021
* ultima modifica il 16/09/2021

Se alcune mutazioni di Sars-CoV-2 ora ci fanno meno paura per gran parte è merito dei vaccini e sulla larga parte di popolazione immunizzata: altre varianti però restano, resistono e ostacolano la nostra corsa fuori dall’emergenza. Come la variante Delta.

Negli ultimi mesi questa forma mutata del virus ha dato prova di essere più forte e contagiosa rispetto alle altre o al ceppo originario.

Se tieni sotto controllo il bollettino quotidiano diffuso dal ministero della Salute ti sarai reso conto che il numero di contagi è in crescita da diverse settimane e che la Sicilia è tornata in zona gialla dopo un lungo periodo di tregua in zona bianca.

La pericolosità della variante Delta risiede anche nella sua maggiore capacità di eludere la protezione degli anticorpi sviluppati con il vaccino. Non solo: non devi dimenticarti della sua maggior aggressività, poiché chi si infetta ha un rischio doppio di ricovero in ospedale rispetto ai pazienti contagiati dalla variante Alfa e nemmeno della diversa sintomatologia dell’infezione e quindi della maggio rischio di confusione con altre condizioni.

Ma la variante Delta avrebbe anche un tempo di incubazione più rapido e veloce. Se ti ricordi, questo lasso di tempo indica il periodo che intercorre tra il contagio, quindi il primo contatto di Sars-Cov2 con il tuo organismo, il suo attecchimento e l’esordio dei primi sintomi.

Il tempo di incubazione può variare a seconda della persona che in base all’età, alla presenza di malattie preesistenti o a un sistema immunitario più o meno compromesso, può essere più o meno vulnerabile.

Ecco: secondo gli studi queste condizioni unite alla alla natura della variante Delta fanno sì che il suo tempo di incubazione nel nostro organismo sia inferiore rispetto alla forma originaria.

Già la rivista Nature, lo scorso luglio, riportava uno studio cinese ancora in preprint secondo cui nei pazienti coinvolti nell’indagine e infettati con la variante Delta la carica virale sarebbe stata rilevabile “solo” quattro giorni dopo l’esposizione rispetto invece a una media di sei giorni del ceppo originale.

Un tempo di incubazione più breve significa dunque che questa variante è in grado di replicarsi più velocemente e che il Sars-CoV-2 ha una capacità di diffusione ancora più veloce, ostacolando così la tracciabilità dei positivi e dei contatti.

I tempi di incubazione della variante Delta sarebbero però ancora più brevi. Secondo Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco e membro del Cts, i giorni da quattro sarebbero scesi addirittura a due.

“Sono 48 ore, spesso in fase presintomatica, e questo la dice lunga su come sia difficilissimo (se non mantenendo comportamenti corretti, dispositivi di protezione, igiene e distanziamento) proteggersi dal contagio” ha dichiarato in un’intervista a Repubblica.

Dove ha confermato anche quanto ti ho detto poco sopra rispetto alla pericolosità di questa variante. La Delta, ha spiegato Palù, avrebbe un R0, ovvero l’indice di contagiosità, pari a 5 rispetto alla media di 2,5 del ceppo originario. Questo significa che una persona affetta dalla variante Delta a sua volta potrebbe contagiarne ben 5.

Fonte | Nature

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.