Il Tribunale di Ancona chiede di verificare le condizioni per una richiesta di suicidio assistito: è la prima volta

Una decisione frutto delle due sentenze sul caso Cappato, quella della Corte Costituzionale e quella di assoluzione pronunciata dalla Corte d’Assise di Milano. Ora Mario, nome di fantasia dell’uomo tetraplegico che vuole accedere al suicidio assistito, potrà iniziare a vedersi riconosciuti i suoi diritti.
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Giulia Dallagiovanna 17 Giugno 2021
* ultima modifica il 17/06/2021

La storia di Mario, purtroppo, è simile a tante altre che abbiamo sentito in questi anni. L'uomo, che ha scelto di utilizzare un nome di fantasia, ha 43 anni e abita nella provincia di Ancona. Dieci anni fa è rimasto vittima di un grave incidente stradale che gli ha provocato la frattura della colonna vertebrale e una lesione al midollo spinale. Oggi è tetraplegico e nel frattempo ha sviluppato altre gravi patologie. Le sue condizioni sono irreversibili. A partire dallo scorso anno ha preso la decisione di richiedere il suicidio assistito. E qui arriva la differenza: per la prima volta in Italia il Tribunale non glielo ha negato, ma ha chiesto alla Asl di verificare che vi siano le condizioni. Sono i primi frutti della "sentenza Cappato".

La sentenza Cappato

Un breve riassunto di una sentenza di assoluzione che ha fatto la storia. Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, aveva accompagnato in Svizzera Fabiano Antoniani (DJ Fabo), per permettergli di accedere al suicidio assistito come da sua richiesta. Propio Cappato aveva raccontato a Ohga l'intera vicenda e spiegato la sua importanza anche da un punto di vista politico e di diritti civili.

I giudici della Corte di Assise di Milano avevano deciso per l'assoluzione perché il fatto non sussisteva. In altre parole, non si era trattato di aiuto al suicidio. Parole importanti, che riportavano al centro del dibattito l'autodeterminazione della persona malata, libera di scegliere per la propria vita. Veniva così messo un primo punto fermo, sotto al quale non si può (o non di dovrebbe) più scendere. E figlio di questo pronunciamento è il provvedimento del Tribunale di Ancora in riferimento al caso di Mario.

La storia di Mario

Il 28 agosto 2020, Mario chiede alla sua Asl di verificare che ci fossero le condizioni per poter accedere al suicidio assistito. Si riferisce a quelle delineate dalla Corte Costituzionale che, sempre in riferimento al caso Cappato, aveva stabilito: "La Corte ha ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli".

A ottobre la Asl risponde che no, non attiverà nessuna procedura. Così, supportato dai legali dell'Associazione Luca Coscioni, Mario si rivolge al Tribunale di Ancona, che riconosce la sussistenza dei requisiti previsti dalla Corte Costituzionale, ma di nuovo risponde con un diniego. Il 26 marzo 2021 il giudice conferma la decisione dell'Azienda sanitaria locale con la seguente motivazione: “Non sussistono […]  motivi per ritenere che, individuando le ipotesi in cui l’aiuto al suicidio può oggi ritenersi lecito, la Corte abbia fondato anche il diritto del paziente, ove ricorrano tali ipotesi, ad ottenere la collaborazione dei sanitari nell’attuare la sua decisione di porre fine alla propria esistenza; né può ritenersi che il riconoscimento dell’invocato diritto sia diretta conseguenza dell’individuazione della nuova ipotesi di non punibilità, tenuto conto della natura polifunzionale delle scriminanti non sempre strumentali all’esercizio di un diritto”.

Dopo due dinieghi, il Tribunale ha ordinato all'Azienda sanitaria unica delle Marche di verificare le condizioni di Mario

A maggio, però, si fa un altro tentativo. Nello specifico, viene chiesta la verifica dei criteri delineati della Corte Costituzionale, ma anche che il farmaco Tiopentone sodico sia adatto a procurarli una morte rapida, indolore e il più dignitoso possibile. E questa volta il Tribunale Civile di Ancora recepisce la richiesta e ordina all'Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche di provvedere. Verranno quindi verificate le condizioni di Mario e si deciderà se potrà avere diritto al suicidio assistito.

Il referendum sull'eutanasia

Una sentenza importante, ma che di nuovo non va di pari passo con il lavoro del Parlamento. Il vuoto legislativo che la Corte Costituzionale aveva chiesto di colmare già a settembre 2019 rimane: esiste un conflitto tra il concetto di aiuto al suicidio, condannato dall'articolo 580 del codice penale, e quanto stabilito dall'articolo 32 della Costituzione, secondo cui nessuno può essere sottoposto a un trattamento medico e sanitario senza il suo consenso.

Da sinistra: Filomena Gallo, Mina Welby e Marco Cappato, i leader dell’Associazione Luca Coscioni. Credits photo: Ufficio stampa Associazione Luca Coscioni

E siccome il Parlamento resta arenato, a causa di partiti che si fanno scudo dei valori cristiani per non perdere voti, l'Associazione Coscioni ha deciso di scendere in piazza: “Mario ci ha messo 10 mesi passando per 2 udienze 2 sentenze, per vedere rispettato un suo diritto, nelle sue condizioni. Non è possibile costringere gli italiani a una simile doppia
agonia. Occorre una legge. Per questo a fronte di un Parlamento paralizzato e sordo persino ai richiami della Corte costituzionale è necessario un referendum", ha dichiarato Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione e coordinatrice del collegio difensivo dell'uomo.

Tra luglio e settembre dovranno quindi essere raccolte 500mila firme, per presentare la richiesta. "Altrimenti non se ne riparlerà prima di 3 o 4 anni, nell’ottimistica ipotesi
che nel prossimo Parlamento ci sia una maggioranza favorevole", conclude amaramente Gallo.

Fonti| Comunicato stampa Associazione Luca Coscioni; Sentenza 242/19 della Corte Costituzionale

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