Il tumore al polmone: uno dei più pericolosi, ma oggi si sopravvive un po’ di più

Il tumore al polmone colpisce in prima linea gli uomini ed è causato soprattutto dal fumo. È  la prima causa di morte per cancro al mondo. Per alcuni tipi di tumore polmonare i tassi di sopravvivenza stanno migliorando, grazie anche a trattamenti sempre più efficaci, come alcuni cicli di chemioterapie e l’impiego di terapie mirate (targeted therapy).
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Angelica Giambelluca 19 Marzo 2020
* ultima modifica il 12/06/2020

È la prima causa di morte per tumore al mondo. Il tumore al polmone colpisce più gli uomini delle donne e tra i principali ( se non il principale) fattori di rischio vi è il tabagismo. Per il tumore polmonare "non a piccole cellule" i tassi di sopravvivenza sono in leggero miglioramento, e la chemioterapia, soprattutto se fatta nelle fasi iniziali, può dare buoni risultati.

Cos'è

Il tumore del polmone è una patologia che può interessare diverse strutture polmonari (bronchi, bronchioli e alveo). Può essere una massa che blocca il corretto flusso dell'aria, oppure può provocare emorragie polmonari o bronchiali. Esistono diversi tipi di tumore al polmone secondo il tessuto polmonare interessato. Il polmone inoltre potrebbe essere la sede di metastasi (le riproduzioni a distanza del tumore all’interno dell’organismo) create da altri tipi di cancro (ad esempio quello al seno).

Secondo i dati dell’Associazione italiana registri tumori, che si riferiscono al 2016 (ultimi dati disponibili) il tumore al polmone è la prima causa di morte per tumore in Italia (12% dei decessi oncologici nel 2019): rispettivamente nel 27% dei casi per gli uomini e nel 17% dei casi per le donne. Per il 2019 le diagnosi di tumore al polmone si stima siano state 42.500. Questo tipo di neoplasia è più frequente negli uomini che nelle donne.

Nel 95% dei casi il tumore è di due tipi: tumore polmonare a piccole cellule (10-15% dei casi) e il tumore polmonare non a piccole cellule (85% dei casi), entrambi originati dal tessuto epiteliale che riveste le strutture polmonari. Il tumore a piccole cellule si forma nei bronchi ed è tipico nei fumatori mentre è molto raro in chi non ha mai fumato. La malattia si diffonde molto rapidamente, anche ad altri organi. Il tumore non a piccole cellule è a sua volta suddiviso in tre principali tipologie:

  •  Carcinoma spinocellulare (25-30% dei tumori del polmone) è quello con la prognosi migliore
  • Adenocarcinomasi (35-40% dei casi) si forma nelle parti più periferiche, a livello dei bronchi di calibro minore. È quello più frequente in chi non ha mai fumato e può insorgere a causa, ad esempio, di cicatrici polmonari causate da pregresse pleuriti o infezioni tubercolari.
  • Carcinoma a grandi cellule è il meno frequente di tutti  (10-15%) e può insorgere in differenti aree del polmone. In genere tende a crescere e a diffondersi piuttosto rapidamente

Nel restante 5%  dei casi il tumore non prende origine dall'epitelio, ma da tessuti diversi come, per esempio i tessuti nervoso ed endocrino (in questo caso si parla di carcinoide polmonare di origine neuroendocrina) o linfatico (in questo caso si tratta di linfoma polmonare).

I sintomi

Nelle fasi iniziali il tumore al polmone può non avere sintomi. Può anzi capitare che la malattia sia diagnosticata durante esami fatti per altri motivi.

Tra i sintomi principali, quando sono presenti, troviamo:

  • Tosse continua ( che non passa o addirittura peggiora)
  • Raucedine
  • Catarro con presenza di sangue
  • Difficoltà a respirare
  • Dolore al petto in caso di tosse o respiro profondo
  • Inappetenza
  • Perdita di peso
  • Stanchezza

A questi sintomi si possono associare anche infezioni respiratorie frequenti, come bronchiti o polmoniti.

Il tumore inoltre può diffondersi anche alle parti vicine, come la pleura, la parete toracica o il diaframma. Quasi tutti gli organi possono essere colpiti, dal fegato al cervello, dalle ossa ai reni, pancreas, milza e cute, dando luogo a sintomi specifici seconda la zona colpita: dolore alle ossa, mal di testa, vertigini o noduli visibili a livello cutaneo.

Le cause

Il tabagismo è la principale causa di tumore al polmone. Esiste infatti una correlazione precisa tra questa (brutta) abitudine e la patologia. E questo vale anche per il fumo passivo. Per tradurlo in numeri: il rischio relativo dei fumatori aumenta di circa 14 volte rispetto ai non fumatori e addirittura fino a 20 volte se si fumano più di 20 sigarette al giorno.

Quindi, più si fuma (e più a lungo si fuma) e maggiori probabilità ci sono di sviluppare un tumore. Il rischio, pertanto, aumenta se si inizia a fumare da giovanissimi e si prosegue per il resto della vita. Il fumo di sigaretta è la causa principale di otto-nove tumori del polmone su dieci, ma non è l'unico fattore di rischio, naturalmente.

Ci sono altri agenti chimici cancerogeni che possono causare cancro ai polmoni, come:

  • Amianto (asbesto)
  • Radon
  • Metalli pesanti

Queste sostanze cancerogene si trovano soprattutto in ambienti di lavoro, per questo in questi casi di parla di “esposizione professionale”.

Tra gli altri fattori di rischio troviamo l'inquinamento atmosferico, la storia famigliare ( se qualche familiare diretto ha già avuto questo tipo di tumore), precedenti malattie polmonari o trattamenti di radioterapia che hanno interessato i polmoni.

La diagnosi

Per  effettuare la diagnosi di tumore al polmone si devono eseguire esami specifici come:

  • Radiografia al torace
  • Tac
  • Risonanza magnetica

Per arrivare a una diagnosi certa è utile effettuare una biopsia, vale a dire un prelievo di frammento del tessuto tumorale. Questo frammento viene poi esaminato per cercare cellule tumorali. Nel corso di queste analisi si può individuare la presenza di determinate molecole sulle cellule tumorali che possono rappresentare “bersagli” di particolari farmaci e la loro presenza o assenza aiuta i medici a decidere quale trattamento utilizzare per la cura di ogni singolo paziente.

La cura

La cura del tumore al polmone dipende dalle condizioni del paziente e soprattutto dal tipo di cancro. In caso di tumore a piccole cellule il trattamento più usato è la chemioterapia, per due ragioni: perché la malattia di solito risponde bene ai farmaci e perché il tumore potrebbe essersi già esteso ad altri organi, rendendo di fatto inutile l’intervento chirurgico. Per il tumore non a piccole cellule si interviene invece con l’operazione chirurgica, sempre che non siano presenti metastasi in altre parti del corpo. Se non fosse possibile intervenire chirurgicamente, si opterà anche in questo caso per la chemioterapia associata eventualmente alla radioterapia.

Infine, in casi specifici, è possibile fare ricorso a trattamenti locali come l'ablazione con radiofrequenza (per distruggere il tumore con il calore), la terapia fotodinamica (si inietta un farmaco che viene poi attivato grazie alla luce e distrugge le cellule tumorali) e la terapia laser.

Si sopravvive?

Una persona con tumore polmonare non trattato sopravvive al massimo sei mesi. Se si tratta di tumore a piccole cellule esteso oppure non a piccole cellule in stadio avanzato, solo l’1% dei pazienti ha un tasso di sopravvivenza a 5 anni. La diagnosi precoce migliora la sopravvivenza: prima si diagnostica e prima si può intervenire.

In caso di carcinoma non a piccole cellule in fase iniziale, infatti, il 60% dei pazienti ha un tasso di sopravvivenza a 5 anni. Chi sopravvive ma continua a fumare (sì, credici, c’è chi sopravvive e continua a fumare) ha altissime probabilità di sviluppare nuovamente il tumore polmonare.  Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato  un miglioramento della sopravvivenza nei primi stadi della malattia, quando si fanno cicli di chemioterapia dopo l'intervento chirurgico.  Inoltre, le terapie mirate (targeted therapy, terapie farmacologiche per la cura dei tumori indirizzate a contrastare i meccanismi specifici del processo di genesi dei singoli tumori) hanno migliorato la sopravvivenza. Il tasso di sopravvivenza globale a 5 anni è del 17%.

Chi sopravvive deve sottoporsi periodicamente a controlli per individuare eventuali recidive. Se il tumore decide di tornare, lo fa di solito entro due anni dalla prima comparsa. Tuttavia, un frequente monitoraggio è raccomandato per 5 anni dopo il trattamento per il carcinoma polmonare, e quindi una volta all’anno per il resto della vita.

Fonte| Ministero della salute

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.