Il tumore alla vescica insorge quando le cellule che compongono la superficie interna dell'organo si trasformano in senso maligno. Ad oggi non è troppo diffuso, in quanto rappresenta il 3% di tutte le forme di cancro che vengono diagnosticate: nel 2017 i malati in Italia erano 27mila. Ma secondo i dati di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) i casi sarebbero in crescita, soprattutto tra le donne che, di solito, sono tre volte meno colpite rispetto agli uomini. Le ragioni si nascondono nella scarsa conoscenza di questa neoplasia e, di conseguenza, nella poca prevenzione che viene messa in atto. Ecco perché è importante capire meglio di cosa si tratta e maggio, il mese di sensibilizzazione sul tumore alla vescica, è il momento giusto per farlo.
Il tumore alla vescica si forma quando le cellule che compongono la superficie interna di quest'organo si trasformano in senso maligno. Il loro Dna viene dunque alterato e questo porta allo sviluppo di una massa indesiderata in quella sorta di sacca che raccoglie l'urina una volta che i tuoi reni l'hanno filtrata.
Di solito assomiglia a un accumulo di piccole escrescenze e può essere sia benigno che maligno. Nel primo caso prende il nome di papilloma. La differenza tra i due si riscontra nel numero di strati che compongono la massa.
L'evoluzione di questo cancro viene suddivisa in quattro stadi, che prendono in considerazione le dimensioni, le caratteristiche, ma anche il coinvolgimento di linfonodi e l'eventuale presenza di metastasi. Nello specifico, queste ultime tendono a formarsi soprattutto nei polmoni, nel fegato e nelle ossa.
Quando si parla di tumore, spesso si utilizza un unico termine che comprende però diversi tipi dello stesso cancro. E questo accade anche per la neoplasia alla vescica. Il più diffuso è il carcinoma a cellule di transizione ed è quello che viene diagnosticato nel 95% dei pazienti, ma potrebbe rivelarsi anche un adenocarcinoma, oppure un carcinoma squamoso primitivo.
Il problema dei sintomi che rivelano il tumore alla vescica è che sono simili a quelli di diverse altre patologie e si corre quindi il rischio di confonderli. Mi riferisco prima di tutto alla presenza di sangue nelle urine, ovvero l'ematuria, unito alla formazione di coaguli. Potresti inoltre avvertire dolore, sia durante la minzione che se premi sull'addome a livello della vescica. Infine, sarai molto più esposto alle possibili infezioni.
Se quindi noti qualcuno di questi segnali, non allarmarti: chiedi un consulto al tuo medico che potrà prescriverti eventuali esami e approfondire il problema.
I fattori di rischio per il tumore alla vescica sono legati soprattutto al tuo stile di vita. Il primo e più importante è sicuramente il fumo di sigaretta, anche se di solito viene associato di più al cancro ai polmoni. Dopodiché può rappresentare un problema anche l'esposizione alle ammine aromatiche e alle nitrosamine, sostanze chimiche con cui potresti entrare in contatto soprattutto se lavori nell'industria tessile, in quella dei cuoio, della gomma o dei coloranti.
Un ultimo aspetto legato allo stile di vita è la dieta: consumare troppi cibi grassi e fritti può esporti di più al rischio di ammalarti.
Un secondo punto è invece rappresentato dai farmaci. Prima di tutto da eventuali cicli di radioterapia per altri tumori e che hanno coinvolto anche la zona della vescica. E poi medicinali a base di cliclosfamide e ifosfamide, due chemioterapici.
Esiste infine una componente genetica che potrebbe influenzare o meno l'alterazione del Dna delle cellule coinvolte.
Per arrivare a una diagnosi definitiva di tumore alla vescica, bisogna affrontare qualche passaggio. Di solito si comincia con un'ecografia e poi con una citoscopia, un esame più invasivo, ma necessario per avere una completa visuale della zona interessata. Si effettua attraverso uno strumento a fibre ottiche che viene inserito proprio nella vescica, passando per le vie urinarie. In questo modo si può guardare l'interno dell'organo e anche prelevare eventuali campioni sospetti di tessuto. Meno fastidioso ma comunque importante è l'esame delle urine, durante il quale si verifica se vi siano tracce di cellule tumorali.
Una volta verificato che siamo davvero in presenza di un cancro, si cerca anche di capire quanto sia esteso e se abbia coinvolto altri organi con le metastasi. Si procede quindi con una TC, una PET e una scintigrafia ossea, per avere un quadro più chiaro della situazione.
Quando si affronta un tumore alla vescica, la cura prevede di solito approcci combinati tra intervento chirurgico, chemioterapia, radioterapia e immunoterapia.
Il tipo di operazione viene naturalmente decisa in base all'estensione della massa maligna. Si può ad esempio procedere con una resezione transuretrale, in cui si asporta il tumore attraverso uno strumento che viene inserito all'interno della vescica e che lo brucia tramite folgorazione con elettricità ad alta energia, oppure si crea un canale alternativo per permettere l'espulsione dell'urina e si effettua quindi una deviazione urinaria. Ancora, può rendersi necessario asportare tutta la parte di vescica interessata dalla formazione maligna attraverso una cistectomia segmentale o rimuoverla del tutto assieme ai linfonodi che le stanno attorno con una cistectomia radicale.
Un'altra terapia che può risultare efficace è il trattamento intravescicale con il bacillo di Calmette-Guerin, il quale sembra sia in grado di eliminare da solo le lesioni provocate dal tumore.
Come ti dicevo prima, questo tipo di neoplasia è altamente influenzata dallo stile di vita. Perciò la prevenzione passa soprattutto per la modifica di comportamenti dannosi, come il fumare o il seguire una dieta ricca di grassi. Non esistono invece programmi di screening per la diagnosi veloce, come può accadere per altri tipi di tumori, ed è quindi ancora più importante scegliere uno stile di vita sano.
Il tumore alla vescica è naturalmente una patologia molto grave ed è sempre bene fare il possibile per prevenirla. Non è però un male incurabile, o comunque non in tutti i casi. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi arriva addirittura all'80%, un risultato molto importante considerando il tipo di malattia. Il problema però è la probabilità di recidiva rimane molto alta, sia in caso di formazione benigna, che quando è maligna.
Abbiamo chiesto al dottor Umberto Basso, dirigente medico di primo livello presso presso l'Oncologia 1 dell'Istituto Oncologico Veneto IOV-IRCCS e responsabile dell’Unità Semplice Tumori Genito-Urinari, se fossero allo studio nuovi farmaci per trattare il tumore alla vescica.
"Sì, sono stati recentemente introdotti dei farmaci immunologici nuovi, costituiti da anticorpi monoclonali specifici che agiscono riattivando le risposte del sistema immunitario contro le cellule tumorali. Possono essere somministrati da soli o anche in combinazione con la chemioterapia. Al momento ne viene studiata la loro efficacia anche durante le fasi iniziali della malattia allo scopo di evitare l'intervento chirurgico.
Esistono poi ulteriori medicinali a bersaglio molecolare, che sono in fase di sviluppo e stanno dando risultati promettenti. Sono ad esempio l'erdafitinib, il pernigatinib e le immunotossine come l'enfortumab. Si spera quindi che possano venir inseriti presto nelle possibilità terapeutiche dei pazienti con neoplasia della vescica o delle vie urinarie".
Fonti| Airc; Fondazione Veronesi