Il vaccino antinfluenzale a Milano, i farmacisti sono preoccupati: “Oggi è introvabile, potremmo finire come con le mascherine a marzo”

Abbiamo fatto un giro per le farmacie del capoluogo lombardo per provare a vedere i primi effetti della famosa “ridistribuzione” delle dosi voluta dal Ministero dalla Salute in risposta all’allarme di una possibile carenza di vaccini per la popolazione attiva. Da via Sarpi a San Siro, di composti contro l’influenza ad oggi non se ne sono visti, i farmacisti non sanno come rispondere alle alte richieste dei clienti e il rischio è quello di uno scenario già visto con i DPI.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 21 Settembre 2020
* ultima modifica il 12/11/2020

Ridistribuzione delle dosi. È l’eco di risposta che sentiresti nei corridoi del Ministero della Salute quando qualcuno, dall’altra parte, dovesse pronunciare la parola vaccino antinfluenzale. Ti avevamo raccontato che Federfarma e altre rappresentanze di categoria avevano lanciato l'allarme perché temevano di non poter soddisfare tutti quei cittadini che andranno in farmacia per acquistare il farmaco. Non non mi riferisco agli anziani e agli over60 – a cui sarà garantito dal Servizio Sanitario Nazionale – ma alla popolazione “attiva”, quella sana che potrà farsi inoculare il vaccino soltanto acquistandolo in farmacia. Contro il rischio, ce lo aveva anticipato in un'intervista il presidente di Fofi Andrea Mandelli, il Ministero ha risposto con la famosa ridistribuzione delle dosi chieste in quantità record dalle Regioni: in sostanza, ha previsto che una percentuale venga spedita a un indirizzo diverso, arrivando direttamente alle farmacie. Problema risolto? Non proprio. Un giro per le farmacie di Milano, oggi che siamo un po’ più vicini all’autunno, ce lo ha confermato.

Inadeguatezza?

A meno di un mese dall’inizio della campagna, ci siamo chiesti come le farmacie si stessero organizzando per far fronte all’altissima richiesta di vaccini che, secondo medici ed esperti, dovrebbe sfiorare i 1,5 milioni di dosi. La risposta starebbe nell’1,5% del totale di vaccini antinfluenzali acquisiti dalle Regioni che verranno ridistribuiti alle farmacie, una percentuale che per Federfarma non garantisce una risposta adeguata ai bisogni della popolazione attiva: appare del tutto insufficiente rendere disponibili solo 250.000 dosi a fronte di un fabbisogno così alto”. E la paura di una risposta – per ora – sottostimata è condivisa da diversi farmacisti intercettati passeggiando per il centro di Milano.

In zona Sarpi, per esempio, una professionista ha previsto uno scenario teso e purtroppo giù visto: Sarà come con le mascherine ad inizio pandemia. Gli altri anni, a settembre, avevamo già delle dosi, adesso invece non ce ne sono proprio. Sappiamo che la priorità verrà data alle regioni per la popolazione più sensibile e perciò ai nostri clienti non possiamo dare alcuna tempistica perché ad oggi non ci è stato comunicato nulla”. Vaccini introvabili, dunque. Tanto che una farmacista in zona San Siro li ha definiti come “l’araba fenice. Basti pensare che, se facciamo i conti, la ridistribuzione porterà solo 13 vaccini per ogni farmacia, ma non in Lombardia: per tutta l’Italia.

Chiedere al medico 

Quando entri in farmacia e chiedi del vaccino antinfluenzale, lo sguardo che torna indietro è di chi, davvero, non sa da che parte iniziare a cercare una risposta. Dietro al diffusissimo “non ci hanno detto ancora nulla”, si percepisce un senso di impotenza, come se i farmacisti si sentissero soldati lasciati in campo aperto costretti a cavarsela da soli. L’altra risposta standard, infatti, è “chieda al suo medico di base, lui potrebbe avere più informazioni”.

"Per ora la ridistribuzione prevede solo 13 vaccini per ogni farmacia d'Italia"

Il medico di medicina generale sarà quindi l’altro grande protagonista della campagna anche per la popolazione attiva, dal momento che sarà lui a dover prescrivere “ai sani” la ricetta, obbligatoria, per acquistare il farmaco. “Il consiglio per i giovani o chi non è a rischio è parlare con il medico e farsi prescrivere anche un farmaco alternativo. Potrebbe infatti succedere che quello indicato non sia reperibile” ha spiegato la farmacista della zona di Via Sarpi, secondo cui un’alternativa per chi non ha altre patologie ma vuole comunque proteggersi dall’influenza, “sono gli integratori di sistema immunitario, come degli estratti vegetali che fanno prevenzione contro il comune raffreddore comune”. 

Lo status quo 

Ad oggi, quindi, niente prenotazioni. Non avrebbe senso prendere ordini e creare code d’attesa lunghissime senza avere una vaga idea di quando, come e se verranno smaltite. Sì, ho usato il “se”. Perché girovagando per le farmacie milanesi, il timore neanche troppo velato è che di vaccini, alle farmacie, potrebbero non arrivarne proprio.

"In farmacia non abbiamo informazioni, chieda al suo medico di base"

Ce l’ha spiegato un’altra farmacista, questa volta in zona Chinatown: “Per quanto ne sappiamo ora, potrebbe succedere. Meglio chiedere al proprio medico curante”. Il rischio di uscire con le mani vuote, tuttavia, sembra comunque molto remoto, almeno secondo un’altra farmacia che vive all’ombra dello Stadio milanese: “Se non dovesse arrivare subito a ottobre, ci sarà più avanti. Non possono lasciare la gente senza. Il nostro giro delle farmacie si è concluso intorno all’ora di pranzo, quando il sole si è fatto largo tra le nuvole scacciando via il grigio di una classica giornata d’autunno che, ormai, è alle porte. Se qualcosa lì sopra dunque si è mosso, qui giù invece tutto resta immobile. Per ora, si spera.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.