Il vaccino contro il Covid in gravidanza: mancano ancora linee guida precise

Diversi studi dimostrano che il vaccino è sicuro, al punto che negli Stati Uniti e in Spagna viene espressamente raccomandato. In Italia mancano linee guida specifiche a livello nazionale e il Ministero della Salute per ora si limita a dire che “non è controindicato”. E questo è un problema, perché siamo nel mezzo di una pandemia e una donna incinta ha il diritto di essere informata nel modo più chiaro possibile.
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Giulia Dallagiovanna 13 Agosto 2021
* ultima modifica il 21/09/2021

Con la campagna vaccinale che prova a vincere una corsa contro il tempo di fronte alla Delta e al possibile emergere di nuove varianti, c'è una piccola porzione di popolazione che fino a questo momento è stata preso meno in considerazione: le donne incinte o che stanno allattando. All'inizio erano state escluse dalla vaccinazione, in mancanza di dati sulla sicurezza del farmaco in questa fase delicata della vita. Durante questi mesi, però, gli studi sono stati portati avanti, i dati sono stati raccolti e oggi abbiamo un quadro decisamente più chiaro della situazione. Eppure potrebbe essere capitato anche a te di presentarti all'hub vaccinale nel giorno e nell'ora che ti erano stati indicati, per poi sentirti dire che senza l'autorizzazione di un ginecologo non avresti potuto ricevere nessun inoculo. E magari una tua amica nelle stesse condizioni, ma risiedente in una regione diversa, non ha incontrato nessun ostacolo e non le è stato richiesto nessun certificato. Ma come mai?

Indicazioni poco definite

Partiamo prima di tutto da un problema: non sono arrivate indicazioni precise e definitive da parte del Ministero della Salute. Il 4 agosto ha emanato una circolare in cui venivano specificate le categorie che potevano ottenere un certificato di esenzione dal vaccino per ragioni di salute. Nello stesso documento vi è anche un paragrafo molto breve dedicato alla gravidanza, in cui, di fatto, non viene presa una posizione definitiva rimandando tutto alla valutazione del singolo specialista. "La vaccinazione anti-SARS-CoV-2 – si legge infatti – non è controindicata in gravidanza". Ma poi si aggiunge: "Qualora, dopo valutazione medica, si decida di rimandare la vaccinazione, alla donna in gravidanza potrà essere rilasciato un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione".

Quindi una donna in gravidanza può fare il vaccino? In quale periodo della gestazione? Ci sono patologie che potrebbero rivelarsi delle controindicazioni o, viceversa, rendere la persona un soggetto fragile di fronte al possibile contagio da SARS-Cov-2? Il Ministero non fornisce nessuna risposta. E non lo fa nemmeno l'Istituto superiore di sanità, la cui ultima comunicazione in proposito risale al 31 gennaio 2021, praticamente gli albori della campagna vaccinale.

"Gli studi condotti finora non hanno evidenziato né suggerito meccanismi biologici che possano associare i vaccini a mRNA ad effetti avversi in gravidanza e le evidenze di laboratorio su animali suggeriscono l'assenza di rischio da vaccinazione", comunicava allora l’Italian Obstetric Surveillance System dell'ISS. Aggiungendo poi: "Al momento le donne in gravidanza e allattamento non sono un target prioritario dell'offerta di vaccinazione contro il COVID-19 che, ad oggi, non è raccomandata di routine per queste persone". E in effetti alla fine di gennaio i vaccini erano destinati a personale sanitario, anziani e soggetti fragili.

Oggi però siamo alla metà di agosto, con oltre il 70% della popolazione che ha ricevuto almeno la prima dose e i vaccini che sono stati approvati fino agli adolescenti dai 12 anni in su. Cos'è cambiato nel frattempo?

La raccomandazione dei CDC

Nel frattempo le campagne vaccinali sono andate avanti, quanto meno nei Paesi industrializzati, e i dati sono arrivati. L'11 agosto i Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti scrivevano chiaramente sul proprio sito che: "La vaccinazione Covid è raccomandata per tutte le persone di età pari o superiore a 12 anni, comprese le donne in gravidanza, che allattano, che stanno cercando un figlio o che potrebbero rimanere incinte in futuro".

Mentre già a maggio la SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetrica) pubblicava un position paper dal titolo "Gravidanza e vaccinazione anti COVID" in cui metteva nero su bianco che: "La vaccinazione è uno strumento centrale per proteggere le donne e di conseguenza i neonati. Il vaccino dovrebbe essere offerto a tutte le donne durante la gravidanza".

I CDC hanno aggiornato le loro linee guida, raccomandando il vaccino durante la gravidanza

Il Ministero della Salute spagnolo, infine, sottolinea che le donne incinte hanno maggiore diritto di ricevere il vaccino, a partire addirittura dalla nona settimana di gestazione.

Prese di posizione chiare, che arrivano anche sulla spinta di appelli da parte di ginecologi ed esperti. Jacqueline Dunkley-Bent, responsabile delle ostetriche britanniche, si è detta preoccupata di fronte alla ridotta percentuale di donne incinte che richiedevano il vaccino, soprattutto di fronte all'avanzare della variante Delta, e ha quindi sollecitato questa categoria a proteggere loro stesse e i loro bambini. E ancora, negli Stati Uniti 20 organizzazioni mediche hanno lanciato un appello per la stessa ragione, a fronte del solo 23% di donne incinte vaccinate.

I rischi del Covid in gravidanza

Questo cambio di rotta non è arrivato per caso. Nel mezzo ci sono stati studi e valutazioni che hanno mostrato come non solo non siano stati rilevati maggiori rischi per le donne incinte che ricevono le due dosi, ma proprio loro sembrerebbero più esposte alle possibili complicanze da Covid-19. Da diverse parti arriva l'invito a considerarle, a tutti gli effetti, dei soggetti fragili.

La SIGO, che ha redatto il documento in collaborazione con AOGOI (Associazione dei Ginecologi Italiani) e AGITE (Associazione Ginecologi Territoriali), non ha proprio utilizzato mezzi termini. Una donna incinta, quando contrae il Covid va incontro a un maggiore rischio di ricovero in terapia intensiva, sviluppo di patologie gravi come preeclampsia ed eclampsia, aumento delle probabilità di parto pre-termine o della necessità di parto cesareo.

Dopo aver letto questa lista potresti essere andata nel panico, ma il professor Enrico Ferrazzi, direttore dell'Ostetricia alla Clinica Mangiagalli e ordinario di Ginecologia e Ostetricia all'Università degli Studi di Milano, specifica meglio il problema: "Il rischio assoluto, fortunatamente, rimane basso, ma non va trascurato che il pericolo di finire in terapia intensiva aumenta di tre volte rispetto alle donne non gravide, specialmente nel caso di altre malattie concomitanti come diabete e ipertensione, età superiore ai 35 anni e obesità, tenendo presente che la fase più delicata è la seconda metà della gravidanza".

La sicurezza del vaccino

Ma quindi il vaccino in gravidanza è sicuro? Sì, dai dati che abbiamo in possesso oggi possiamo dire che il vaccino in gravidanza non presenta maggiori effetti collaterali di quelli già noti. "Un nuovo studio Cdc non ha riscontrato un aumento del rischio di aborto spontaneo dopo la vaccinazione Covid durante l'inizio della gravidanza" ha infatti chiarito l'ente americano.

Gli studi eseguiti sul vaccinazione Covid in gravidanza non hanno mostrato un aumento del rischio di aborto

E proprio la raccomandazione dei CDC arriva in seguito a una valutazione sulla base di dati provenienti da tre sistemi di monitoraggio, durante i quali non sono emersi particolari problemi per madri o bambini. Infine, sempre negli Stati Uniti esiste il registro V-Safe, all'interno del quale sono iscritte anche donne che hanno ricevuto il vaccino prima della 20esima settimana di gestazione: nessun aumento nel numero di aborti spontanei riportato.

Il vaccino in allattamento

Se per la gravidanza vi è stato qualche dubbio, rispetto alla vaccinazione durante l'allattamento sono tutti concordi nell'affermare che non vi sia nessuna controindicazione. Già a dicembre le diverse società italiane di ginecologi, ostetrici e pediatri avevano specificato come il vaccino anti-Covid fosse compatibile con questa fase, immediatamente successiva al parto: "La plausibilità biologica suggerisce che per un bambino allattato al seno il rischio conseguente alla vaccinazione Covid-19 della madre sia estremamente basso, mentre per contro l’interruzione dell’allattamento porterebbe a una sicura perdita dei suoi documentati benefici", scrivevano sul Consenso inter-societario su allattamento e vaccinazione.

Mentre il Joint Commitee on Vaccination and Immunisation britannico (JCVI) assicurava sul fatto che non c'era nessuna possibilità che un componente del vaccino potesse essere trasmesso al bambino attraverso il latte materno.

Naturalmente, il consiglio è sempre quello di parlare prima di tutto con il tuo ginecologo e capire insieme quello che ti consiglia. Ma il problema non riguarda non il singolo caso. Nonostante le evidenze scientifiche su cui è possibile basare le decisioni, mancano ancora indicazioni chiare a livello nazionale su cosa debba fare oggi una donna incinta e così ogni regione ha deciso per sé. In Lombardia la vaccinazione è raccomandata per tutte le gestanti, in Emilia-Romagna può venire richiesto l'ok di un ginecologo, mentre da diverse regioni arrivano le segnalazioni di persone a cui è stato sconsigliato di fare il vaccino. In un contesto di pandemia, questa situazione non è ammissibile.

L'Istituto superiore di sanità dovrebbe far uscire a breve nuove disposizioni che sostituiscano le indicazioni di gennaio. La speranza, anche in vista dell'autunno, è che questo documento non si faccia attendere.

Fonti| Gruppo San Donato; "COVID-19: consenso inter-societario su allattamento e vaccinazione" pubblicato il 22 dicembre 2020; "Certificazioni di esenzione alla vaccinazione anti-COVID-19" pubblicato dal Ministero della Salute il 4 agosto 2021; Istituto superiore di sanità; CDC; Position paper "Gravidanza e vaccinazione anti COVID" pubblicato da SIGO il 5 maggio 2021; Secretaría de Salud

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