Più che strumento di prevenzione, i vaccini sono diventati una fonte di dibattito. La loro somministrazione solleva dubbi e paure che spesso non hanno fondamento, ma sono alla base di calo delle vaccinazioni e del conseguente aumento di malattie contro le quali non si è più protetti. Ma se già ci si chiede se sia giusto sottoporre un bambino a tutte le immunizzazioni diventate obbligatorie nel 2017 con il famoso decreto Lorenzin, la domanda diventa anche più pressante quando si pensa a una donna incinta.
Il Piano Nazionale 2017-2019 prevede un certo numero di vaccini per il periodo della gravidanza e su Ohga te ne abbiamo già parlato. Si tratta soprattutto di difterite-tetano-pertosse e di quello contro l'influenza. Questi farmaci sono considerati sicuri perché non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino danni per la madre o per il feto. Altre vaccinazioni, come la trivalente contro morbillo-parotite-rosolia, presentano controindicazioni perché si tratta di quelli a virus vivo attenuato e potrebbe quindi costituire un rischio. Ma che fare invece con quelli che non rientrano in nessuna delle due categorie? Sto parlando ad esempio del vaccino contro la meningite, che torna alla ribalta ogni volta che in Italia scoppia qualche caso.
La domanda è: lo si può fare in gravidanza?
Prima di tutto devi sapere che la meningite è un'infiammazione delle meningi, membrane che rivestono il sistema nervoso centrale, e che ne esistono di tre tipi: virale, batterica e fungina. La prima è piuttosto frequente e non provoca conseguenze gravi. Nel giro di una settimana si risolve. L'ultima invece è rara e ne sono a rischio soprattutto quelle persone che hanno un deficit della risposta immunitaria.
Quella che invece ti preoccuperà di più è la meningite batterica, che può essere provocata dal meningococco (A,B,C, W135, Y e X), dallo pneumococco e dall'Haemophilus influenzae B, anche se quest'ultimo caso è più raro. Il decreto Lorenzin lo ha inoltre reso obbligatorio per i bambini di età compresa tra gli zero e un anno. Gli altri rimangono invece consigliati, soprattutto una volta che si è superata la soglia dei 65 anni.
Se invece aspetti un bambino, devi sapere che contrarre la meningite batterica può essere pericoloso soprattutto per te, mentre non è ancora stato accertato se il feto possa riportare danni o meno. Lo pneumococco potrebbe addirittura essere causa di morte materna, anche se episodi di questo tipo sono piuttosto rari.
Puoi comunque ricorrere ai vaccini disponibili i quali, essendo inattivati, non presentano controindicazioni neanche per una gestante. Li puoi, cioè, considerare sicuri. Non vengono però raccomandati, se non in alcuni casi specifici. Di solito infatti li si richiede alla donna se questa presenta condizioni mediche particolari, che non riguardano direttamente la gravidanza, come ad esempio l'assenza della milza a causa di un'operazione, o se debba recarsi in aree del mondo dove la meningite batterica è molto diffusa ed esiste quindi il rischio concreto di contagio.
In conclusione dunque, il vaccino contro la meningite non deve essere il tuo primo pensiero quando rimani incinta, ma in caso tu lo debba fare, sappi che non sono state riscontrate evidenze di tossicità sulla mamma o sul feto o di effetti sulla gravidanza, sul comportamento materno, sulla fertilità della donna o sullo sviluppo post-natale. A quel punto, ti verrà somministrato nel secondo o nel terzo trimestre, anche per favorire il passaggio della protezione fino al feto.
Fonte| Ministero della Salute