Il vaccino: cos’è e cosa contiene lo strumento di protezione che dal 1796 salva ogni anno milioni di vite

Scoperto nel 1796, prende il nome dal vaiolo “vaccino”, ovvero di mucca, che venne per la prima volta somministrato dal medico Edward Jenner alle persone per creare una reazione immunitaria al ben più letale vaiolo umano. Da allora, il vaccino ha salvato la vita a milioni di persone, debellando alcune malattie mortali e riducendo in modo consistente l’incidenza di molte altre.
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Sara Del Dot 26 Febbraio 2019
* ultima modifica il 22/09/2020
Con la collaborazione della Dott.ssa Maria Grazia Zuccali Responsabile di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Bressanone

È uno dei pochi trattamenti sanitari obbligatori a cui vieni sottoposto nel corso della tua vita. Le vaccinazioni, infatti, rappresentano lo strumento primario di prevenzione nella sanità pubblica, difendendoti dalla diffusione di patologie che potrebbero portare anche alla morte. È proprio grazie a questo strumento, nato ufficialmente a fine ‘700, che è stato possibile debellare il vaiolo, malattia letale un tempo molto diffusa e ridurre l’incidenza di molte altre, ad esempio morbillo, difterite e poliomelite.

Sebbene negli ultimi anni siano nati diversi movimenti contrari ai vaccini, che stanno portando avanti una pericolosa campagna di disinformazione riguardo il loro ruolo nella tutela della salute pubblica, è bene tenere sempre a mente che la loro somministrazione è obbligatoria per legge, e non solo per proteggere te come individuo: una popolazione vaccinata è necessaria anche per tutelare tutti quei soggetti con cui vieni a contatto, ad esempio individui immunodepressi che non possono vaccinarsi a causa di un sistema immunitario troppo debole. In questo modo, se ad esempio in una classe di 25 studenti è presente un bambino che per motivi di salute non può essere vaccinato (ad esempio perché immunodepresso), quest’ultimo non correrà alcun pericolo perché protetto dalla cosiddetta “immunità di gregge”, ovvero dal fatto che i suoi compagni non potranno mai trasmettergli la malattia perché, appunto, vaccinati. Ma in cosa consistono i vaccini, come sono stati scoperti e quanti tipi ne esistono?

Cosa è il vaccino

Quando vai a fare le vaccinazioni, nel tuo corpo vengono introdotti gli agenti patogeni o loro parti, resi però inoffensivi, oppure alcune sostanze prodotte dagli stessi microrganismi ma rese sicure, o ancora proteine ottenute con tecniche di ingegneria genetica. Queste sostanze, una volta somministrate, simulano il contatto con il germe senza però provocare la malattia o eventuali complicanze, stimolando i naturali meccanismi di difesa del tuo sistema immunitario e rendendo quindi il tuo organismo resistente nei confronti della malattia stessa.

Il principio di base della vaccinazione è la memoria immunologica, ovvero la capacità del nostro sistema immunitario di ricordare i pericoli con cui è entrato a contatto e rispondervi quindi velocemente senza permettere che questi si facciano strada nel nostro corpo e mettano in pericolo la nostra salute. Uno dei motivi per cui i bambini si ammalano più spesso degli adulti, infatti, è proprio il fatto che, essendo più giovani, hanno meno memoria immunologica. E questo è uno dei motivi per cui i vaccini vengono somministrati prevalentemente in giovane età.

Come è nato il vaccino?

Per prima cosa, devi sapere che il nome “vaccino” o “vaccinazione” deriva dal nome del vaiolo bovino (vaiolo vaccino, appunto), che inizialmente veniva utilizzato per immunizzare le persone dal vaiolo umano. La scoperta di questo effetto immunizzante del virus del vaiolo bovino sull’organismo umano è da ricondurre al medico inglese Edward Jenner, che sperimentò e dimostrò come una piccola infezione da vaiolo vaccino fosse in grado di proteggere l’essere umano dal vaiolo umano, che era molto più pericoloso. Grazie alla sua scoperta, l’ultimo caso di vaiolo risale al 1977, in Somalia, e la sua vaccinazione è stata abrogata (in Italia nel 1981). La tecnica di immunizzazione scoperta da Edward Jenner fu perfezionata anni più tardi, nel 1880, dal chimico francese Louis Pasteur, che utilizzò lo stesso principio creando colture di microrganismi responsabili del colera dei polli, riuscendo poi a creare una resistenza immunologia contro le infezioni batteriche. Questa scoperta, ribattezzata ufficialmente “vaccino”, venne applicata anche per la prevenzione di diverse altre malattie infettive. Oggi, i vaccini salvano circa 3 milioni di vite ogni anno.

Tipologie di vaccino

Come segnalato sul portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, i tipi di vaccino che possono essere somministrati sono diversi:

  • Vaccini vivi attenuati: sono prodotti da agenti infettivi resi non patogeni, quindi fondamentalmente innocui, e sono ad esempio quelli usati per morbillo, rosolia, parotite, varicella e febbre gialla.
  • Vaccini inattivati: prodotti con virus e batteri che sono stati uccisi da fonti di calore, e servono per epatite A, poliomielite e antinfluenzale.
  • Vaccini ad antigeni purificati: prodotti da componenti batteriche e usati per pertosse, meningiti e influenza.
  • Vaccini ad anatossine: prodotti da molecole provenienti dall’agente infettivo che non provocano la malattia ma soltanto la risposta immunitaria, usati per tetano e diferite.
  • Vaccini a Dna ricombinante: prodotti tramite clonazione di grandi quantità di un antigene, usati per epatite B e meningococco B.

Quali vaccini?

I vaccini sono un intervento preventivo, e devono essere somministrati prima dell'esposizione all'agente infettivo. Non a caso, i bambini vengono invitati alla vaccinazione subito dopo il compimento di due mesi di età. Ma i vaccini possono essere effettuati anche dopo l'esposizione a un'infezione, identificati nella profilassi postesposizione: un esempio può essere l'antirabbica, somministrata dopo che si è stati morsi da un cane rabbioso, oppure le vaccinazioni contro morbillo e varicella, che possono essere raccomandate dopo l'esposizione ai rispettivi virus per prevenire l'insorgenza della malattia o per ridurne la gravità.

I vaccini possono essere obbligatori o raccomandati dal Ministero della Salute, sono contenuti nel calendario vaccinale dell'età evolutiva e vengono offerti gratuitamente dal Sistema sanitario nazionale.

Secondo il Decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, "Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale", le vaccinazioni obbligatorie, disponibili in forma monocomponente e combinata (che consente di ridurre il numero di punture a cui sottoporsi facendone una che vale per tutti), per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni sono:

  • Anti-poliomelite
  • Anti-difterica
  • Anti-tetanica
  • Anti-epatite virale B
  • Anti-pertosse
  • Anti-Haemophilus influenzae di tipo b
  • Morbillo
  • Rosolia
  • Parotite
  • Varicella (obbligatoria solo per i nati dal 2017 in poi)

A questi si aggiungono i vaccini fortemente raccomandati che sono:

  • Anti-meningococcica (B, C, ACWY)
  • Anti-pneumococcica
  • Anti-rotavirus
  • Anti-herpes zoster (per gli individui di 65 anni)
  • Anti-influenzale (per gli over 64 e la popolazione a rischio)
  • Anti-Hpv (papilloma virus, raccomandata agli adolescenti anche per la prevenzione del tumore della cervice uterina)

Ringraziamo per la collaborazione la dottoressa Maria Grazia Zuccali

Fonti| Humanitas, Epicentro Iss: il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, Ministero della Sanità, Enciclopedia Treccani

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