Il vaccino universale contro l’influenza che protegge dai tre ceppi influenzali

Il farmaco antinfluenzale cambia ogni anno sulla base del tipo di virus che si ritiene sia il più diffuso per quell’anno. Le ipotesi vengono formulate in base a quanto accade in Australia, dove l’inverno arriva prima e, di conseguenza, anche i malanni di stagione. Ora però i ricercatori potrebbero aver fatto un passo importante verso un vaccino universale.
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Giulia Dallagiovanna 28 Febbraio 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Ogni anno alle categorie più a rischio viene consigliato di sottoporsi alla vaccinazione contro l'influenza. Bambini piccoli, anziani, operatori sanitari, ma anche insegnanti. Sembra infatti un virus innocuo, ma se contratto da chi ha un sistema immunitario più debole, o da chi è particolarmente esposto alla probabilità di contagio a causa del suo lavoro, rischia di provocare complicanze anche serie. Secondo uno studio dell'Università di Melbourne, in Australia, potrebbe presto arrivare un vaccino universale per tutte le varianti dell'influenza.

Il problema è che il farmaco che viene utilizzato oggi non ti può coprire per tutti i tipi di virus influenzali. Provo a spiegarti meglio: esistono tre ceppi di influenza, denominati A,B e C. Ognuno di loro è composto da diversi genotipi, una sorta di sottogruppo degli insiemi più grandi. Ogni anno però il genotipo può modificarsi leggermente, perché il suo Rna, ovvero parte del suo acido nucleico, si ricombina in modo molto veloce. Le tuo cellule immunitarie a questo punto non lo riconoscono più e quindi non saranno in grado di proteggerti contro di lui. Su Ohga ti avevamo già parlato del vaccino antinfluenzale.

Questo significa che ogni anno il vaccino deve cambiare e non riuscirà mai a contrastare tutti i genotipi. Allora, ti starai chiedendo, che senso ha attivare la profilassi di immunizzazione? Il farmaco utilizzato è stato tarato sui tre o quattro genotipi più diffusi per quell'anno, sulla base di previsioni che vengono fatte guardando a quanto avviene nell'emisfero australe. Lì infatti l'inverno e i malanni di stagione arrivano prima.

Per questa ragione, la notizia che arriva dall'Australia potrebbe cambiare il modo di fare prevenzione contro l'influenza. Secondo la dottoressa Katherine Kedzierska, professoressa di Immunologia e Microbiologia all'Università di Melbourne e coordinatrice del gruppo di ricerca, alcuni tipi di virus, ad esempio il B, non sono stati studiati in modo approfondito. Il motivo è che alcuni di questi non sono diffusi a sufficienza da poter giustificare esperimenti di laboratorio complessi al riguardo.

I linfociti T potrebbero difenderti da tutti e tre i ceppi influenzali: A,B e C

Eppure, è proprio guardando più da vicino ciascuno di questi ceppi che i ricercatori hanno scoperto come i linfociti T, che era già stato dimostrato come reagissero contro alcuni genotipi, possano in realtà rappresentare una difesa contro tutti e tre i virus: A, B e C.

"I nostri studi di immunizzazione con il peptide responsabile dell'attivazione delle cellule T – ha spiegato Marios Koutsakos, dottorando presso l'Istituto infiammazioni e immunizzazioni di Melbourne e membro del gruppo di ricerca – hanno rivelato livelli notevolmente ridotti di virus influenzale e infiammazione nelle vie aeree".

Questo significa che da oggi in poi il metodo con il quale ci si approccia ai vaccini antinfluenzali potrebbe cambiare. Non più statistiche sui genotipi più diffusi per quell'anno, ma una vera e propria indagine alla ricerca del vaccino universale.

Fonte| "Human CD8+ T cell cross-reactivity across influenza A, B and C viruses", pubblicato su Nature Immunology il 18 febbraio 2019

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