Inserire una protesi all’anca senza tagliare nessun tendine o muscolo? Fattibile. Anzi: fatto.
Il passaggio dalle parole alla pratica è arrivato all’ospedale di Urbino, dove un team di chirurghi del reparto di Ortopedia e Traumatologia è riuscito a portare a termine i primi due interventi per l’innesto di un impianto protesico sfruttando una nuova tecnica innovativa e soprattutto mini invasiva.
L’intervento di sostituzione dell’anca è una procedura diventata ormai standard in cui l’articolazione dell’anca viene appunto sostituita con un impianto protesico a causa di un’avanzata forma di artrite o di lesioni e fratture.
Seppur ridotta, fino ad oggi l’operazione prevedeva un certo di invasività che ora, con la nuova tecnica, è stato praticamente azzerato.
I chirurghi hanno utilizzato infatti una via di accesso anteriore mininvasiva sfruttando una tecnica chirurgica anatomica che prevede l’accesso all’anca passando attraverso piani intermuscolari: tutto, però, senza incidere nessun tendine o muscolo.
Questa tecnica permette di posizionare una protesi d’anca lasciando al paziente una cicatrice longitudinale di appena 8-10 centimetri che può anche essere orizzontale nella piega inguinale nella sua variante “bikini”.
I vantaggi del nuovo approccio – che può essere applicato nella grande maggioranza dei pazienti fatta eccezione per i pazienti obesi e quelli con importanti alterazioni morfologiche dell’anca – sono molteplici e contemplano non solo la possibilità di evitare incisioni in muscoli e tendini ma anche dei tempi di recupero notevolmente ridotti, un rientro alla vita normale in tre-quattro settimane e un livello più basso di rischi di lussazione.
“Con l’introduzione della tecnica mini invasiva compiamo un significativo passo avanti nel miglioramento delle cure in ortopedia – ha spiegato il Vice Presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini – garantiamo ai pazienti marchigiani trattamenti più sicuri, tempi di recupero ridotti e un più rapido ritorno alla vita quotidiana. Questa procedura contribuisce a una sanità sempre più vicina alle esigenze dei pazienti”.
Fonte | Ospedale di Urbino