In Cina ci sarebbero due casi di peste bubbonica: dovresti preoccuparti?

L’errore che stiamo commettendo è quello di pensare che la Morte Nera sia tornata, come un incubo del passato che si è risvegliato. Ma la realtà è che la peste non se ne è mai andata via e oggi possiamo curarla con gli antibiotici. Insomma, non facciamoci prendere dal panico perché non vale davvero la pena.
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Giulia Dallagiovanna 10 Luglio 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Dopo la pandemia di Coronavirus, ecco che dal passato torna un incubo di cui forse, fino a questo momento, avevi letto solo sui libri di storia: la peste bubbonica, chiamata spesso "la Morte Nera". Un nome per nulla rassicurante per un morbo che, in effetti, può raggiungere anche il 60% di tasso di letalità. E ora c'è un caso confermato nella città di Bayannur, nella Mongolia Interna, una regione autonoma della Cina, e un altro sospetto che sarebbe entrato in contatto con una marmotta infetta, cacciata da un cane. Ma la peste è davvero ritornata? No. Per la verità, non se ne è mai andata via. Sorpreso? Proviamo a capire meglio

Cosa succede in Mongolia

Prima di tutto, devi sapere che si sta parlando della Mongolia Interna e quindi, in poche parole, della Cina. Il Paese che ha già avuto i riflettori puntati contro di lui a causa del Covid-19, ora si trova a fare di nuovo i conti con la possibile e poco lusinghiera nomea di "untore del mondo". In questo caso, però, sarebbe davvero immeritata.

Il 6 luglio scorso le autorità cinesi hanno annunciato di aver intensificato le precauzioni dopo la conferma di un caso di peste bubbonica nella città di Bayannur. Non è ancora chiaro come l'uomo possa essere entrato in contatto con il batterio che la provoca, Yersinia pestis, ma al momento si trova ricoverato all'ospedale Urad Middle Banner, della stessa città. Più evidente è invece la dinamica con la quale un ragazzo di 15 anni si sarebbe infettato, anche se manca una diagnosi definitiva: avrebbe toccato una marmotta ferita o uccisa da un cane.

A questo punto nella regione è scattato il divieto di caccia per i roditori ed è stato raccomandato di non toccare questi animali per nessuna ragione. Il turismo è stato sospeso e nelle poche strutture ancora aperte è stato vietato dar da mangiare alle bestie selvatiche. L'allerta emanata è comunque di livello 3, dunque relativamente bassa.

Nel frattempo la regione russa della Buriazia, al confine con la Mongolia Interna, ha emanato le stesse regole e ha avviato una serie di controlli a tampone sui roditori per verificare che non vi fossero tracce del batterio. Va detto che, essendo già in vigore tutte le norme di sicurezza contro il Covid-19, è meno facile che il contagio si propaghi rapidamente.

Ma come ti puoi contagiare?

Iniziamo subito con il dire che la peste non viene trasmessa da uomo a uomo. Proprio così. Ora assumerai un'espressione dubbiosa pensando agli appestati del Medioevo, ma c'è un'importante precisazione da fare a tal proposito.

Di nuovo, come per il SARS-Cov-2, siamo di fronte a una zoonosi, dunque una patologia del regno animale che ha fatto il salto di specie e ha raggiunto l'essere umano. Il serbatoio naturale in questo caso sono i roditori e in particolare i ratti, ma capita spesso che anche le marmotte siano responsabili della trasmissione. Il vettore infatti è la pulce dei ratti, o Xenopsylla cheopis. Quindi o entri in contatto con questi esemplari o non correrai mai il rischio di venire infettato.

La peste può trasmettersi da uomo a uomo solo quando l'infezione raggiunge i polmoni

C'è solo un caso in cui la peste si trasmette da uomo a uomo e in quella situazione si diffonde davvero molto rapidamente perché utilizza la via aerea. Capita quando l'infezione raggiunge i polmoni, un fenomeno molto frequente nel 1300, dove non esisteva nessun tipo di cura per questa malattia. Ed ecco che tutto torna.

La peste è sempre stata qui

Un'altra ragione per la quale non ti dovresti preoccupare è che alla peste siamo abbastanza abituati. Certo, non stiamo parlando di un banale raffreddore, ma i medici sanno di fronte a cosa si trovano e anche come gestirla. Come mai? Perché non se ne è mai andata via.

Proprio così, in alcune zone della Terra, come Congo e Madagascar, permangono sempre dei focolai minori, mentre in altre zone rurali, come appunto la Mongolia Interna, ogni anno se ne rintracciano dei casi. Insomma quando gli esseri umani vivono a stretto contatto, cacciano e si nutrono di animali selvatici, magari con pochi accorgimenti igienici, le malattie devono essere messe in conto.

Ma la peste non è solo in aree disagiate. Sai in quale altro Paese è praticamente endemica? Negli Stati Uniti. Proprio così, nelle zone rurali dell'Ovest si registrano più o meno 7 casi ogni anno. Chissà quante persone conosci che viaggiano di frequente tra Italia e America senza essersi mai preoccupati della Morte Nera.

Ma è ancora la Morte Nera?

No, e il punto è proprio questo. Nel 1928 Alexander Fleming scoprì la penicillina e, grazie a lui, una decina d'anni dopo furono inventati gli antibiotici. E così diverse infezioni batteriche, tra cui la peste bubbonica, smisero di risultare mortali. Non fraintendermi: se non viene curata, il rischio di decesso rimane altissimo e cioè tra il 30% e il 60%. Ma ci sono diversi farmaci che permettono di contrastarla e se l'infezione viene presa in tempo, si guarisce.

Non solo, ma oggi abbiamo tutta un'altra concezione dell'igiene, sia personale che pubblica. Ci laviamo più di frequente, le città sono più pulite e la maggior parte di noi non vive a contatto con ratti e pulci. E già questo è un modo incredibilmente efficace per frenare il contagio. Tant'è che in Italia non si registra un focolaio addirittura dal 1630, cioè da quella che raccontava Alessandro Manzoni ne I promessi sposi. E in Europa l'ultimo è stato nel 1720 a Marsiglia, in Francia: non a caso, una città portuale. Insomma, eravamo riusciti a sconfiggerla ben prima dell'arrivo degli antibiotici.

Fonti| Focus; AdnKronos

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