In Inghilterra gli assorbenti nei college saranno gratuiti: così si combatte la “period poverty”

Una ragazza su dieci in Inghilterra non può permettersi di acquistare gli assorbenti per frequentare la scuola anche durante i giorni del ciclo. Questo genere diseguaglianza e discriminazione per un fenomeno, quello delle mestruazioni, che interessa metà della popolazione mondiale. Per questo, grazie alla campagna Free Period le cose stanno cambiando.
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Sara Del Dot 4 Febbraio 2020
* ultima modifica il 04/08/2020

Se sei una donna, ti sembrerà normale nominare il ciclo mestruale quando parli con le amiche o acquistare tamponi e assorbenti in farmacia una volta al mese da tenere in borsa o in un armadietto in bagno. Ma ti sembrerà altrettanto normale pagare periodicamente 4 o 5 euro per una scatola di assorbenti e abbassare la voce se quando devi nominare le mestruazioni è presente anche un uomo. La ragione? Tu ti senti in imbarazzo, lui potrebbe essere a disagio.

Prova però a farti una semplice, veloce domanda: perché? Riesci a riconoscere un reale motivo per il quale tu dovresti vergognarti di chiamare con il proprio nome un fenomeno che ti accompagna per circa 40 anni di vita? E ritieni giusto dover pagare mensilmente per l’acquisto di un prodotto indispensabile per la tua quotidianità durante le mestruazioni e che in Italia è addirittura tassato come fosse un bene di lusso?

In Inghilterra, per fortuna, qualcosa sta cambiando. Il Governo ha infatti da poco approvato un provvedimento che consentirà ai college di offrire gratuitamente alle proprie studentesse prodotti sanitari necessari per affrontare il periodo del ciclo mestruale come gli assorbenti.

Le mestruazioni, infatti, sono ancora un tabù e vengono vissute come un fastidio e un argomento da evitare pubblicamente. Questo genera un disinteresse generale verso un fenomeno biologico che interessa circa metà della popolazione mondiale e uno stigma sociale che può colpire duramente le ragazze in giovane età che si trovano per le prime volte ad affrontare il proprio sviluppo. Ti sembrerà impossibile, ma ci sono ragazze che, durante i giorni del ciclo, non possono frequentare la scuola perché non hanno la disponibilità economica per acquistare gli assorbenti e sono costrette a crearseli imbottendo calzini e che vengono bullizzate proprio per il ciclo a causa dell’ignoranza diffusa sul tema in particolare tra i maschi.

Amika George, attivista classe 1999, nel 2017 ha deciso che tutto questo non era più giusto. Quando, all’età di appena 17 anni, ha scoperto che in Inghilterra c’erano circa 208.000 ragazze che nel periodo delle mestruazioni non andavano a scuola perché non potevano acquistare tamponi e assorbenti, ha capito che avrebbe lottato contro il pregiudizio che ancora oggi, in tutto il mondo, ci induce a percepire le mestruazioni come una prigione e non come un dono.

Amika ha quindi lanciato la campagna Free Periods per combattere la cosiddetta “period poverty” e  aumentare l’educazione sul tema, tema che incide non soltanto sulle possibilità economiche delle donne nel mondo ma anche sul sistema dell’istruzione, sulla possibilità di esprimere a pieno il proprio potenziale, sulla libertà della donna di essere valorizzata per ciò che è. La richiesta della campagna? Che il Governo inglese offrisse gratuitamente prodotti per l’igiene personale da utilizzare durante il ciclo in tutte le scuole, affinché nessuno fosse costretto a rimanere a casa a causa delle mestruazioni. Per Amika non si tratta soltanto di una questione di ricchezza o povertà, di donne e uomini.  Questa è una questione di diritti umani, una necessaria battaglia contro la discriminazione e a favore dell’uguaglianza sociale. Una battaglia che le istituzioni non avrebbero dovuto (né dovuto) ignorare.

Così, il 20 dicembre 2017 centinaia di adolescenti hanno marciato sotto Westminster, supportate da una petizione lanciata dalla giovane attivista che ha raccolto 200.000 firme. Oggi, con l'approvazione della mozione da parte del Governo inglese, finalmente qualcosa sta cambiando. Ma la strada per espandere questa rivoluzione (ed evoluzione) è ancora lunga.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.