In Parlamento si discute un disegno di legge sul fine vita: cosa dovrebbe prevedere

Si tratta di un disegno di legge che potrebbe rendere legale il suicidio assistito in Italia, ovvero quella pratica di fine vita per cui una persona affetta da una patologia irreversibile e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale potrebbe assumere farmaci in dosi letali e quindi morire, sotto la sorveglianza di un medico.
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Giulia Dallagiovanna 13 Dicembre 2021
* ultima modifica il 13/12/2021

Oggi, 14 dicembre, si discute in Parlamento un disegno di legge che, tra pandemia e green pass obbligatorio, rischia di passare un po' inosservato. Si tratta di un testo unico che vada a regolare il suicidio assistito anche in Italia, dove al momento non è legale. Non ci addentriamo ancora nei dettagli della legge perché dovranno prima essere votati i diversi emendamenti che potrebbero andare a modificare anche dei passaggi sostanziali. Facciamo invece un passo indietro e proviamo a capire meglio: cos'è di preciso il suicidio assistito?

Per suicidio assistito si intende una procedura di fine vita in cui una persona, gravemente malata, decide di assumere farmaci in dosi letali sotto l'assistenza e la sorveglianza di un medico. Quest'ultimo ha il compito di verificare l'effettiva intenzione del paziente a compiere l'atto estremo e di prescrivergli poi i medicinali che lo possano condurre alla morte. Non potrà invece somministrarglieli, come accade nel caso dell'eutanasia.

Il disegno di legge attualmente in discussione riprende le fila della vicenda Cappato – Dj Fabo e si basa sulla sentenza della Corte Costituzionale secondo cui l'aiuto al suicidio non è reato quando sussistono 4 condizioni precise:

  • il paziente deve essere affetto da una patologia irreversibile
  • la patologia deve essere fonte di sofferenze insopportabili
  • il paziente deve essere tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale
  • la scelta di accedere al suicidio assistito deve essere stata volontaria, libera e autonoma

Questo dunque è il pilastro su cui si muove il testo unificato e che andrebbe a integrare la normativa già in vigore per le DAT, le Disposizioni anticipate di trattamento. In altre parole, il testamento biologico.

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