Oggi, 14 dicembre, si discute in Parlamento un disegno di legge che, tra pandemia e green pass obbligatorio, rischia di passare un po' inosservato. Si tratta di un testo unico che vada a regolare il suicidio assistito anche in Italia, dove al momento non è legale. Non ci addentriamo ancora nei dettagli della legge perché dovranno prima essere votati i diversi emendamenti che potrebbero andare a modificare anche dei passaggi sostanziali. Facciamo invece un passo indietro e proviamo a capire meglio: cos'è di preciso il suicidio assistito?
Per suicidio assistito si intende una procedura di fine vita in cui una persona, gravemente malata, decide di assumere farmaci in dosi letali sotto l'assistenza e la sorveglianza di un medico. Quest'ultimo ha il compito di verificare l'effettiva intenzione del paziente a compiere l'atto estremo e di prescrivergli poi i medicinali che lo possano condurre alla morte. Non potrà invece somministrarglieli, come accade nel caso dell'eutanasia.
Il disegno di legge attualmente in discussione riprende le fila della vicenda Cappato – Dj Fabo e si basa sulla sentenza della Corte Costituzionale secondo cui l'aiuto al suicidio non è reato quando sussistono 4 condizioni precise:
Questo dunque è il pilastro su cui si muove il testo unificato e che andrebbe a integrare la normativa già in vigore per le DAT, le Disposizioni anticipate di trattamento. In altre parole, il testamento biologico.