Infarti in aumento del 15% per inquinamento dell’aria e caldo torrido

Non è sempre facile stabilire il collegamento tra inquinamento e problemi di salute, anche se si tratta di un legame piuttosto evidente. Uno studio tutto italiano ha però messo in luce in modo chiaro e inequivocabile come lo smog e le elevate temperature, tipiche della pianura Padana, aumentino le chiamate d’emergenza per crisi cardiovascolari.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 2 Agosto 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Non è certo una novità che lo smog faccia male alla salute, né che abitare in pianura Padana fosse ben diverso per i polmoni rispetto a vivere lungo la costa o sulle Alpi. Mancano però evidenze scientifiche che colleghino in modo definitivo e senza ulteriori dubbi il problema dell'inquinamento a un aumento di diverse patologie. Negli ultimi anni però si sono susseguiti una serie di studi che puntavano proprio a guardare più da vicino questo nesso. L'ultimo in ordine di tempo ha dimostrato come l'aria tossica e temperature troppo alte provochino un aumento del 15% delle crisi cardiovascolari. Caldo e smog dunque mettono in serio pericolo il tuo cuore.

Si tratta di un lavoro tutto italiano e realizzato proprio nell'area attorno a Milano, attraverso una collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli Studi di Milano, la Fondazione Ca' Granda e Areu (Azienda regionale emergenza urgenza). I ricercatori, coordinati dai professori Valentina Bollati e Nicola Montano, hanno preso in considerazione due dati di fatto, dei quali per forza di cose ti sarai accorto anche tu: le temperature sono in costante aumento, mentre il livello di smog non sembra ridursi mai in modo significativo. Si sono quindi chiesti quanto queste condizioni esterne potessero danneggiare la salute di chi vive nell'area metropolitana del capoluogo lombardo, estesa alla provincia di Monza Brianza.

Dopo tre giorni con i livelli di particolato molto alti, si registra il maggiore aumento degli infarti

E i dati emersi non sono per nulla incoraggianti. Tra il 2016 il 2017 il numero di arresti cardiaci avvenuti al di fuori di una struttura ospedaliera è andato di pari passo con i picchi di inquinamento atmosferico. Dopo i primi tre giorni in cui i valori di particolato e i gradi centigradi segnavano nuovi record, si assisteva a un aumento di questi episodi. In generale, però, quando la temperatura esterna supera i 23 gradi, gli infarti iniziano ad aumentare, fino a raggiungere un più 15%. Il problema è che oltre a essere un'area piuttosto contaminata, è anche molto densamente popolata: sono più di 4 milioni le persone interessate direttamente dai risultati dello studio.

È evidente quindi come bisogna iniziare subito a prendere provvedimenti. Nel frattempo, però, ci sono alcuni accorgimenti che dovresti adottare. Se ti piace fare sport, ad esempio, non andare a correre nelle zone più trafficate. Inoltre, cerca di ritagliarti qualche giorno lontano dalla città, magari in montagna, subito dopo un picco di smog piuttosto elevato: sarebbe importante soprattutto per i tuoi figli. Le Asl invece dovrebbero prevedere un numero maggiore di ambulanze in circolazione. Insomma, le misure da prendere sono molto simili a quelle di una vera emergenza.

Fonte| "Out-of-hospital cardiac arrests in a large metropolitan area: synergistic effect of exposure to air particulates and high temperature" pubblicato su European Journal of Preventive Cardiology il 17 luglio 2019

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.