
I rischi e le conseguenze dell’alluvione che ha devastato l’Emilia-Romagna, come per tutte le catastrofi o gli incidenti, si misurano su due linee temporali diverse.
La prima è quella dei giorni, della drammatica manciata di ore che succedono il disastro, durante le quali si fa la conta dei danni diretti, dei comuni coinvolti (più di 100), delle case distrutte (centinaia), delle vite spezzate (è notizia di poche ore fa il ritrovamento della quindicesima vittima).
Gran parte delle infrastrutture romagnole sono in ginocchio, le attività produttive, dall’agricoltura all’ortofrutta sono bloccate e il turismo è rimandato a chissà quando. Gli effetti di questo stop (per il quale il Governo ha già varato un decreto miliardario) verranno calcolati, invece, in un tempo più lungo e dilatato: un domani fatto di mesi, più probabilmente anni.
Così come i rischi sanitari. Disastri simili infatti pesano, e pure parecchio, sulla salute dei cittadini anche in maniera indiretta, con ripercussioni cui si comincerà a fare i conti domani, appunto.
Secondo gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) nelle zone travolte dal maltempo è necessario già da ora concentrarsi sui “rischi igienico-sanitari e psicologici” a lungo termine. Il timore, infatti, è che le acque possano essere contaminate da sostanze chimiche, da rifiuti agricoli e industriali o dai reflui delle fogne. Il rischio di infezioni è dunque decisamente alto, specialmente negli anziani.
Per il dottor Alessandro Miani, presidente della Sima, nelle acque potrebbero trovarsi “norovirus, epatite A, rotavirus, infezioni causate da parassiti Cryptosporidium e Giardia, infezioni batteriche dovute a Campylobacter, Escherichia coli, Salmonella”, responsabili di malattie gastrointestinali, dermatiti, congiuntiviti.
Alto resta anche il rischio di veri e propri avvelenamenti, dovuti per esempio alle rotture di condotti sotterranei e al conseguente straripamento di scorie tossiche o sostanze chimiche che finiscono nel terreno e quindi a contatto con la cittadinanza.
“L’acqua stagnante nelle case e lungo le strade provoca una massiccia presenza di zanzare che incrementa il rischio di trasmissione all'uomo di malattie portate da tali insetti” ha continuato Miani, puntando l’attenzione anche su un altro lato della medaglia dell’alluvione, come gli effetti sul fronte psicologico, dall’insorgenza di disturbi post-traumatici come ansia, depressione, disturbi psicosociali fino a episodi di suicidio. “Disturbi mentali determinati sia dalla condizione di sfollamento sia dai danni arrecati alle abitazioni e dalla perdita di beni familiari”.
Che cosa fare dunque? Il comune di Ravenna, per esempio, ha pubblicato sui propri canali social un vademecum dell’Ausl con una serie di indicazioni e norme di comportamento sanitarie per i cittadini e i volontari. Una guida per orientarsi in modo sicuro dentro l’emergenza.
Durante le operazioni di sgombero e di pulizia, la prima cosa da tenere a mente è non compiere azioni o manovre pericolose, che possano insomma compromettere la propria sicurezza o quella degli altri. Altri suggerimenti sono:
Il Comune, che da venerdì 26 maggio, a Conselice, aprirà alle vaccinazioni antitetaniche senza appuntamento, ha anche ricordato a tutti coloro impegnati in azioni di rimozione e smaltimento di detriti e fango di indossare sempre:
Fonti | AdnKronos; Ausl Romagna