Internet e la tecnologia cambiano il tuo cervello (ma non come pensi)

Il tuo cervello ha una capacità di adattarsi ai cambiamenti che, in gergo medico, viene chiamata plasticità neurale. E proprio questa funzione viene stimolata dalle nuove tecnologie e dalle modifiche che hanno portato nella vita di tutti i giorni. Concentrazione, memoria e socialità ne vengono influenzate e non per forza in negativo.
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Giulia Dallagiovanna 14 Dicembre 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

È entrata nella tua vita da poco più di una ventina d'anni, eppure ormai non ne puoi più fare a meno. La tecnologia ti accompagna ovunque: per prenotare le vacanze o un tavolo al ristorante, per trovare la strada più breve per arrivare a destinazione, per consultare rapidamente qualsiasi informazione e anche per interagire con persone vicine e lontane. La tua esistenza quindi è cambiata grazie a questi progressi. E il tuo cervello? Anche quest'organo tende ad adattarsi ai diversi stimoli che provengono dall'esterno e lo fa grazie a una precisa capacità: la plasticità neurale. Uno studio che ha coinvolto ben cinque università, dall'Australia agli Stati Uniti, ha dimostrato che le reti che si instaurano tra i neuroni stanno evolvendo.

In particolare, sono la capacità di concentrazione, la memoria e la socialità ad essere state messe in discussione dalle nuove possibilità che dispositivi come computer e smartphone offrono. Il team di ricerca internazionale si è basato su un'ampia mole di dati che proveniva da studi precedenti, per capire se la tecnologia in generale, e internet in particolare, stesse apportando benefici o svantaggi al cervello.

Bando ai luoghi comuni, i risultati hanno dipinto uno scenario più complesso. Innanzitutto il celebre multitasking è stato un po' ridimensionato. Se infatti sei abituato a tenere aperte diverse finestre di navigazione con altrettanti differenti argomenti, devi sapere che quella di poter seguire tanti filoni in contemporanea è solo un'illusione. Tenderai infatti a essere meno concentrato sull'articolo che stai leggendo o sul compito che stai svolgendo, perché nel frattempo starai pensando anche a tutti gli altri.

I social network possono farti sentire più solo o, al contrario, aiutarti a combattere l'isolamento

Per quanto riguarda invece la tua capacità di memorizzare informazioni, ti avranno probabilmente detto che deve essere allenata e che la tecnologia in questo non aiuta per nulla. Ma è anche vero che la rubrica sul telefono o un'enciclopedia reperibile online in pochi secondi possono aiutarti a ricordare per te dati in fondo non così fondamentali e lasciare più spazio nel tuo cervello per ciò che davvero non dovresti scordare.

E infine, i rapporti sociali. Tanto amplificati grazie a chat e social network, al punto che su Ohga ti avevamo già parlato di come rischino di aumentare il senso di isolamento e provocare depressione. D'altronde, è la vita degli altri quella che guardi costantemente. E vengono condivisi i momenti più felici, non certo episodi noiosi o tristi della vita di tutti i giorni. Ti portano a credere, anche se magari a un livello inconscio, che le persone attorno a te abbiano sempre il sorriso sulle labbra e che solo tu abbia un'esistenza che a tratti può anche essere banale. La continua esposizione al rapporto e al confronto con gli amici di Facebook o i follower di Instagram può quindi potare, paradossalmente, a sentirti più solo.

Ma c'è anche il rovescio della medaglia. Per il tuo cervello le relazioni online e quelle reali hanno lo stesso valore e vengono processate in modo molto simile. Una situazione che può rappresentare un vantaggio per anziani che soffrono di solitudine o per ragazzi con difficoltà nei rapporti interpersonali. Insomma, non tutto il male vien per nuocere.

Certo, bisogna ricordare che troppe ore davanti a uno schermo possono provocare anche cambiamenti irreparabili nel cervello di un bambino molto piccolo, ma è il buon senso, come sempre, a fare da guida. Se tuo figlio ha meno di cinque anni, non dovrebbe proprio utilizzare un dispositivo di questo tipo e, in generale, non dovrebbe vivere in simbiosi con questi almeno fino all'adolescenza. Però non dovrai guardare a computer e smartphone come a un male dei tempi moderni, ma semplicemente a nuovi strumenti che possono modificare, sì, il nostro cervello, ma a volte anche in meglio.

Fonte| "The ‘online brain': how the Internet may be changing our cognition", pubblicato su World Psychiatry il 6 maggio 2019

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.