Intervento salvavita al cuore di un neonato di soli 1100 grammi: il Niguarda di Milano scrive una nuova pagina di storia

A causa della nascita prematura, il dotto Botallo, che unisce l’aorta all’arteria polmonare, non si era chiuso. Così il piccolo è stato sottoposto a un delicatissimo intervento al cuore grazie a un innovativo catetere miniaturizzato: è il più paziente piccolo per peso che in Italia sia mai sottoposto a tale procedura.
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Kevin Ben Alì Zinati 1 Aprile 2021
* ultima modifica il 28/04/2021

Pesava poco più di un chilo, per la precisione 1100 grammi quando è entrato in sala operatoria.

Ad accoglierlo le luci giallognole delle lampade, il tavolo operatorio dell’emodinamica dell’ospedale Niguarda di Milano e un team di cardiologi pediatrici, anestesisti, tecnici di radiologia, neonatologi e infermieri.

Ancora non lo sa, ma il neonato prematuro ha già fatto la storia. È il paziente più piccolo per peso che in Italia sia mai sottoposto alla chiusura del dotto arterioso di Botallo del cuore attraverso un innovativo catetere miniaturizzato.

Un intervento che gli ha permesso di evitare un’operazione decisamente più invasiva e pericolosa, a torace aperto.

L’anomalia cardiaca

Forse non lo sapevi, ma il dotto di Botallo è un vaso arterioso presente nel cuore che mette in comunicazione l’arteria polmonare con l’aorta e che tende a chiudersi nelle prime 72 ore dopo la nascita.

Nel caso dei neonati molto prematuri, però, è un difficile avversario da affrontare perché spesso non si chiude spontaneamente.

Rimanendo aperto, potrebbe far defluire il sangue dall’aorta all’arteria polmonare, passaggio che durante la gestazione è invece evitato poiché è la placenta della mamma a fornire l’ossigeno necessario e non i polmoni del feto.

Se non riuscisse a chiudersi, il cuore del neonato potrebbe sovraccaricarsi, aumenterebbe la pressione nell’arteria polmonare e il rischio di malattie vascolari polmonari o anche uno scompenso cardiaco sarebbe davvero alto.

Record su record

Di solito la non chiusura del dotto di Botallo è curata farmacologicamente ma in alcuni casi è necessario l’intervento chirurgico.

Come nel caso del neonato, per il quale i chirurghi del Niguarda hanno utilizzato anche un nuovo device. Si tratta di un catetere sottilissimo che l’ospedale, primo in Italia, ha introdotto lo scorso 2019.

In pratica il catetere, dal diametro di uno spaghetto, viene inserito con una puntura dalla vena femorale e raggiunge l’arteria polmonare e l’aorta dove rilascia un dispositivo auto-espandibile in grado di bloccare il dotto aperto.

E ora?

L’intervento non ha presentato criticità ed è stato portato a termine con successo. I medici del Niguarda di Milano hanno confermato che il neonato sta bene e che è fuori pericolo. Ora lo attende un percorso lungo ma di una cosa sono certi: il peggio è passato.

Fonte | Ospedale Niguarda di Milano

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