Iodio in gravidanza: attenta alla carenza se aspetti un bambino

Lo iodio in gravidanza è un nutriente fondamentale che magari avrai sottovalutato, concentrandoti di più sulla selezione dei singoli alimenti. Ma dimenticarsi di inserire il giusto apporto di questo minerale nella tua dieta pregiudica il corretto sviluppo del feto e aumenta il rischio di aborto. Dovresti quindi chiedere consiglio al tuo medico, per assicurarti di mangiarne la giusta quantità. Vediamo insieme perché.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 9 Gennaio 2020
* ultima modifica il 24/09/2020

Non è certo una novità che durante la gravidanza dovrai prestare più attenzione a quello che mangi e se ne hai già vissuta una, saprai bene a cosa mi riferisco. Spesso però, quando si parla dell'alimentazione corretta da mantenere in questo periodo, ci si riferisce alla scelta di determinati cibi e al divieto di mangiarne altri. Così però rischi di dimenticarti quali nutrienti tu abbia bisogno in particolare per mantenere in salute il tuo corpo e, soprattutto, assicurarti che il feto si sviluppi nel modo corretto. E tra questi, importantissimo, c'è lo iodio. Non che tu debba ingurgitare cucchiaini carichi di sale, ma dovresti davvero assicurarti che l'apporto giornaliero sia adeguato al fabbisogno. Questo discorso vale per tutta la tua vita, ma lo iodio in gravidanza assume un ruolo cruciale per evitare deficit cognitivi al futuro bambino e scongiurare il pericolo di aborti spontanei.

Innanzitutto, però, una rassicurazione: gravi carenze di questo sale minerale sono davvero rare, almeno in Italia. È anche vero però che nel nostro Paese si è più soggetti ad avere delle mancanze, in quanto il suolo, che dovrebbe trasmettere il nutriente agli alimenti, non è ne particolarmente ricco. Vediamo allora insieme perché è importante lo iodio in gravidanza e come puoi fare per assicurarti di assumere la giusta dose.

Cos'è lo iodio

Lo iodio è un sale minerale ed è molto importante per il tuo organismo, perché regola le funzioni degli ormoni della tiroide. Contribuisce ad esempio al mantenimento della giusta temperatura corporea, all'efficienza del metabolismo, allo sviluppo del sistema nervoso centrale e dello scheletro. Come potrai immaginare, dunque, se manca in gravidanza, il feto rischierà di ritrovarsi con qualcuno di questi elementi incompleto e malfunzionante.

Questo micronutriente si trova già in tracce nel tuo organismo, ma non la sua quantità non è sufficiente per garantire tutte le funzioni che deve ricoprire. Deve quindi essere costantemente reintrodotto attraverso la dieta. Sì, perché lo iodio viene assorbito da alcuni alimenti attraverso l'acqua e il suolo, dove è presente in natura. Il problema, soprattutto in Italia, è che non sempre il terreno ne presenta un'elevata concentrazione e quindi esiste il rischio che anche il cibo ne contenga in percentuali ridotte. Dovrai stare attenta soprattutto se abiti in determinate zone, come quelle montane, sia di Alpi e Appennini, che di Sicilia e Sardegna.

In ogni caso, appena scopri di essere incinta, è sempre bene che ti rivolga subito al tuo medico e al ginecologo, in modo che ti possano seguire passo e che ti prescrivano anche la giusta dieta da mantenere per evitare qualsiasi carenza nutritiva.

La quantità di iodio in gravidanza

Di solito, per evitare le complicanze più gravi dovute alla carenza di iodio, dovresti assumerne almeno 75 microgrammi al giorno. Ma per avere una dieta sana ed equilibrata, la quantità giusta è di 150 microgrammi. Non appena rimani incinta, però, il tuo corpo deve fornire nutrimento a due persone, di cui una in pieno sviluppo. Le razioni, dunque, aumentano significativamente e toccano i 220 microgrammi quotidiani. Tieni poi presente che anche se stai cercando di avere un figlio non dovresti lesinare sullo iodio: in questa fase infatti prepari il tuo organismo ad accogliere una nuova vita e gli dovrai fornire tutti gli strumenti necessari per farlo al meglio Quando si parla di assunzione di iodio in gravidanza, inoltre, si fa riferimento anche al periodo dell'adattamento, durante il quale continui a trasmettere a tuo figlio tutto il nutrimento che riceve.  È quindi il momento di arrivare a 290 microgrammi al giorno.

I valori normali di iodio in gravidanza

Per valutare se nel tuo organismo sono presenti valori normali di iodio anche durante la gravidanza, vengono misurati in realtà i livelli di un altro ormone tiroideo, cioè il TSH. È proprio questo il primo parametro che viene utilizzato di norma per capire se questa ghiandola endocrina funziona in modo corretto. Il TSH infatti favorisce l'assorbimento dello iodio, che a sua volta aiuta a produrre ed emettere in circolo la triiodotironina, o T3, e la tiroxina, o T4, di cui ti parlavo prima. In poche parole, quando il tuo corpo si accorge che la concentrazione di ormoni T3 e T4 è sufficiente, riduce la produzione di TSH. Questo significa che più è alta la cifra abbinata a questo valore, più sarai a rischio di una carenza di iodio.

Per effettuare un controllo, è sufficiente un esame del sangue di routine. I valori normali di TSH in gravidanza sono:

  • Primo trimestre: tra lo 0,1 e le 2,5 milliunità per litro di sangue
  • Secondo trimestre: tra lo 0,2 e le 3 milliunità per litro di sangue
  • Terzo trimestre: tra lo 0,3 e le 3,5 milliunità per litro di sangue

Devi infatti tenere presente che, quando aspetti un bambino, tenderai ad eliminare più iodio attraverso le urine ed è per questo che, a mano a mano che prosegue la gestazione, i livelli nel tuo organismo calano in modo fisiologico. Ma per la stessa ragione dovrai anche fare attenzione ad assumerne di più con la dieta in modo che la carenza non diventi mai grave.

Le funzioni dello iodio in gravidanza

Come ti dicevo prima, lo iodio è un costituente degli ormoni della tiroide e, in particolare, di quelli chiamati T3 e T4. Le sue funzioni in gravidanza riguardano soprattutto il corretto sviluppo del feto. Questo sale minerale, infatti, favorisce il deposito di calcio sulle ossa aiutando lo scheletro a formarsi al meglio. Inoltre stimola il sistema nervoso centrale del bambino che sta crescendo nel tuo utero e quindi anche la parte cognitiva. Per questo motivo il fabbisogno giornaliero aumenta così tanto: il cervello di tuo figlio lo chiede a gran voce!

Iodio in gravidanza: gli alimenti più ricchi

Per assicurarti un buon apporto di iodio in gravidanza, ci sono alcuni alimenti che non devi scordarti di inserire nella dieta, vediamo quali e soprattutto quanto ne contengono in media per chilogrammo:

  • Pesce marino: 1.2 -2.5  microgrammi
  • Molluschi: 0.8 – 1.6 microgrammi
  • Alghe marine: 20 – 8000 microgrammi
  • Latte vaccino: 50-200 microgrammi
  • Uova: 70-90 microgrammi
  • Carne: 50 microgrammi
  • Cereali: 47 microgrammi
  • Pesce d’acqua dolce: 30 microgrammi
  • Legumi: 30 microgrammi
  • Verdura: 29 microgrammi
  • Frutta: 18 microgrammi

Oltre a questo elenco, c'è un altro elemento molto importante da tenere in considerazione: il sale marino iodato. Un condimento che trovi comodamente al supermercato, ma che non tutti comprano, preferendo quello senza iodio. Eppure, si tratta del modo più semplice e rapido per assimilare questo sale minerale, soprattutto nel caso in cui il tuo regime alimentare non te ne garantisca la quantità adeguata. Il consiglio è quello di utilizzarne circa 3 o 5 grammi al giorno, sia a crudo che in pietanze cotte. Anche perché, al di là della gravidanza, è molto utile per contrastare l'effetto negativo che può avere il cloruro di sodio, cioè il componente principale del sale da cucine, sulle tue arterie.

La carenza di iodio in gravidanza

Il sintomo specifico della carenza di iodio è il gozzo. E non è solo un problema dal punto di vista estetico. Viene infatti provocato da un ingrossamento della tiroide che cerca, aumentando il volume, di captare più facilmente tutto il minerale che arriva dall'alimentazione. Si tratta del segnale più visibile che al tuo corpo manca un nutriente importante, ma non è il problema più grave.

La carenza di iodio in gravidanza aumenta il rischio di deficit cognitivi nel bambino

Lo iodio deve infatti essere inserito nella tua dieta per la gravidanza, già a partire dal primo trimestre. Tra la terza e la quarta settimana si forma il cervello nel feto e ha bisogno proprio di questo sale minerale per svilupparsi in modo corretto. Anche perché il bambino non è in grado di produrre i propri ormoni tiroidei fino a circa tre mesi di gestazione, perciò deve fare affidamento sul funzionamento di quelli della madre.

Una carenza nel tuo organismo di un nutriente così importante può determinare un deficit cognitivo nel nascituro, alterazioni neurologiche, così come malformazioni allo scheletro. Ma non è tutto. Un giusto apporto di iodio è fondamentale anche nel cosiddetto periodo pre-gravidico, cioè quando progetti e provi a rimanere incinta. La preparazione del tuo corpo ad accogliere una nuova vita parte proprio da qui e una carenza del nutriente in questione in questa fase potrebbe aumentare il rischio di aborto e mortalità perinatale, cioè poco prima del parto o subito dopo.

L'eccesso di iodio

Molto meno frequente, ma non per questo da sottovalutare, è l'eccesso di iodio. Anche in questo caso, la prima a risentirne è la tua tiroide, che potrebbe trovarsi a sviluppare un ipertiroidismo. Su Ohga ti abbiamo già parlato dei problemi a questa ghiandola endocrina e di quali esami dovresti fare periodicamente. E un altro sintomo è di nuovo il gozzo, che questa volta si forma per una sorta di intossicazione del tuo organismo che registra un surplus di sale minerale.

Prevenire la carenza di iodio in gravidanza

Per prevenire la carenza di iodio in gravidanza devi prima di tutto prestare attenzione alla tua dieta. Come abbiamo visto prima, ci sono degli alimenti che possono aiutarti a mantenere sempre un giusto apporto quotidiano all'organismo, ma è importante soprattutto che tu chieda consiglio al tuo medico in modo che sappia prescriverti un regime alimentare adatto al problema. Se poi quello che mangi non è sufficiente, potresti aiutarti con qualche integratore di iodio, dietro consiglio di un professionista e mai in autonomia, considerando il periodo che stai affrontando in cui devi prenderti cura di te e di tuo figlio allo stesso tempo.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.