Ipersonnia: cos’è e come si cura

Una costante sensazione di sonnolenza, il rischio di addormentarsi nei momenti e nelle situazioni meno opportune, il bisogno di prendersi alcuni minuti per ricaricare le batterie, non importa dove o con chi ci si trovi. Le ipersonnie sono una serie di disturbi che, se in una forma grave, possono sconvolgere la quotidianità di chi ne soffre.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 28 Giugno 2023
* ultima modifica il 11/10/2023

L’ipersonnia è una condizione di eccessiva sonnolenza diurna che spesso ostacola il normale svolgimento della vita quotidiana di chi ne soffre.

A tutti capita di trascorrere dei periodi in cui ci sentiamo sempre eccessivamente stanchi. Magari la mattina, quando non riesci ad aprire gli occhi in metropolitana oppure in ufficio, dove non pensi ad altro che al momento in cui potrai buttarti sul divano a dormicchiare.

Per alcune persone però questa sensazione non si traduce in semplice stanchezza passeggera. Per loro, combattere contro questa costante sonnolenza è un’attività molto dispendiosa a livello fisico e psicologico e, soprattutto, rappresenta uno sforzo totalmente inutile. È possibile che non ne siano nemmeno consapevoli, perché non sempre ce ne si accorge nell’immediato, tuttavia la causa di questa condizione potrebbe essere riconducibile, appunto, a una forma di ipersonnia.

Questo disturbo non è un problema unico e specifico ma racchiude in sé tutta una serie di disturbi cronici del sonno che possono variare sulla base di diversi aspetti e cause. Il fattore che più caratterizza questa condizione è il fatto che un sonno irresistibile si presenta in situazioni in cui normalmente non dovrebbe sopraggiungere, ad esempio nel corso di una conversazione o di un pasto.

Condizioni quindi che hanno un impatto importante sulla qualità di vita, in generale, di un individuo ma anche sulle sue prestazioni cognitive e motorie. Le ipersonnie infatti possono provocare allucinazioni, perdita di memoria, ansia e affaticamento tanto fisico quanto mentale.

Esistono due tipi di ipersonnia: le ipersonnie primarie, sotto cui rientrano delle vere e proprie patologie e poi quelle secondarie, legate cioè ad altre cause.

Tipologie

Esistono ipersonnie primarie e secondarie. Quelle primarie riguardano disturbi del sonno nello specifico, che quindi vanno gestiti come problematiche a sé stanti, mentre quelle secondarie sono provocate da fattori esterni come ad esempio l’assunzione di farmaci o altri disturbi a livello psichico.

Ipersonnie primarie

  • Narcolessia: è considerata la malattia del sonno per eccellenza. Si tratta di un vero e proprio disturbo cronico neurologico caratterizzato da un’eccessiva sensazione di sonno che colpisce in momenti in cui l’attenzione è poco stimolata oppure in situazioni di forte emozione come paura o anche felicità. I sintomi attraverso cui si manifesta sono: eccessiva sonnolenza diurna, paralisi del sonno, allucinazioni ipnagogiche e, nei casi più gravi, cataplessia (improvvisa perdita di tono muscolare). Può essere di tipo 1, che presenta tutti e 4 i sintomi, oppure di tipo 2, senza cataplessia.
  • Ipersonnia idiopatica: si tratta di un disturbo caratterizzato da un sonno notturno che può essere di durata normale (sotto le 10 ore) e molto riposante, o di durata superiore al normale. In entrambi i casi, sebbene il sonno sia stato riposante e profondo durante la notte, nel corso della giornata si ripresenta una sonnolenza molto forte, che costringe la persona a frequenti riposini di durata eccessivamente lunga e poco ristoratori.
  • Sindrome di Kleine-Levin: caratterizzata da attacchi di sonnolenza, eccessivo appetito, eccessivo desiderio sessuale e disfunzioni cognitive della durata di alcuni giorni. È molto frequente negli adolescenti e tende a ridursi con il passare del tempo.

Ipersonnie secondarie

  • Ipersonnia dovuta a disturbi medici, come traumi cranici o patologie come il morbo di Parkinson, Alzheimer o patologie genetiche.
  • Ipersonnia dovuta a farmaci o sostanze, che sconvolgono il normale ciclo sonno-veglia come ipnotici o barbiturici.
  • Ipersonnia associata a disturbi psichiatrici, come ad esempio la depressione, in cui il sonno eccessivo rappresenta una condizione prevalente.
  • Sindrome da sonno insufficiente: si presenta quando solitamente si dorme poche ore e all’improvviso si ha la possibilità di dormire molto di più, scombinando l’equilibrio tra l’effettivo bisogno di sonno e il tempo dedicatovi normalmente a causa del lavoro o delle abitudini quotidiane.

Sintomi dell'ipersonnia

Le persone che soffrono di ipersonnia, come ti ho anticipato prima, hanno grosse difficoltà a star sveglie durante il giorno e rischiano di addormentarsi in situazione dove sarebbe sconveniente o pericoloso farlo, come durante un pasto, in una conversazione oppure mentre sono alla guida.

Tra gli altri sintomi puoi riconoscere:

  • ansia
  • depressione
  • debolezza e mancanza di energia
  • irrequietezza
  • agitazione
  • affaticamento fisico o mentale
  • problemi di memoria
  • scarsa concentrazione

Considera che i primi segnali dell'ipersonnia compaiono generalmente durante l'adolescenza sebbene possano insorgere anche prima o dopo, fino all'età adulta.

Cause

Come ti dicevo prima, le cause dell'ipersonnia possono variare in base al tipo di disturbo di cui si parla. Dietro alle ipersonnie primarie, per esempio, vi sono disturbi specifici del sonno come la narcolessia, l'ipersonnia dioaptica o la sindrome di Kleine-Levin.

Se invece si tratta di un'ipersonnia secondaria, tra le cause puoi pensare a disturbi medici,  traumi cranici o patologie come il Parkinson e l'Alzheimer o patologie genetiche, l'utilizzo di farmaci o anche la presenza di disturbi psichiatrici, come la depressione.

Diagnosi

Ti ho detto che l’ipersonnia consiste in una serie di disturbi diversi con le proprie caratteristiche. La diagnosi può essere effettuata tramite polisonnografia, con un test multiplo della latenza del sonno positivo, ovvero un esame diagnostico per valutare il tempo impiegato per addormentarsi oppure attraverso la scala di Epworth: si tratta di una misurazione della sonnolenza diurna.

Il problema principale, però, non è tanto l’esecuzione di una diagnosi mirata, quanto il fatto che spesso le ipersonnie non vengono riconosciute subito, ma anzi sono facilmente confuse con disturbi del comportamento, eccessiva pigrizia, problemi di tipo psichiatrico. Di conseguenza la diagnosi spesso fatica ad arrivare, e il risultato è un ritardo nella cura con un conseguente progressivo aggravarsi dei sintomi.

Come si cura l'ipersonnia idiopatica

Trattare le ipersonnie significa intervenire in modo diretto per risolvere le condizioni che le hanno scatenate. I farmaci principali utilizzati appartengono alla categoria degli stimolanti e sono principalmente il modafinil, la desamfetamina e il metilfenidato.

Siccome però, hai visto, non sono sempre facili di individuare (o presenti) è importante ricordare che le ipersonnie possono essere affrontate anche modificando il proprio stile di vita. Significa non fare troppo tardi la sera e cercare di andare a letto alla stessa ora, evitare l'suo di alcolici e di caffeina oltre ade evitare di restare svegli lungo la notte per lavorare o guardare la televisione.

Fonte | Associazione Italiana Narcolettici e Ipersonni

(Articolo scritto da Sara Del Dot il 12 marzo 2019
Modificato da Kevin Ben Alì Zinati il 28 giugno 2023)

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.