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Ipoperfusione sanguigna: qual è la causa del ridotto apporto di sangue a organi e tessuti

L’ipoperfusione è una condizione che impatta sulla circolazione sanguigna: l’apporto di sangue a organi e tessuti risulta inadeguato e potrebbe derivarne un’insufficienza multiorgano. Ma da cosa è causata questa situazione così grave?
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Valentina Danesi 19 Aprile 2023
* ultima modifica il 06/06/2023

Ipoperfusione si verifica quando l'apporto di sangue che raggiunge i tessuti, gli organi o le estremità del corpo risulta inadeguato. A lungo andare, i tessuti rischiano di rimanere privi di ossigeno e nutrienti e smettono quindi di funzionare. Si tratta di una conseguenza originata da diversi tipi di shock e, in particolare, dallo shock cardiogeno. Come avrai intuito, si tratta di un problema molto grave. Proviamo a capire meglio.

Cos’è

Si parla di ipoperfusione quando manca un adeguato apporto di sangue, e dunque di ossigeno e relativi nutrienti, a organi o tessuti del tuo corpo. Anche le estremità, come ad esempio le tue dita, possono rimanerne privi. Potresti inoltre aver sentito parlare spesso di ipoperfusione cerebrale, cioè una riduzione del flusso ematico diretto al cervello.

La conseguenza principale è che i tessuti e gli organi smettono di funzionare e possono riportare lesioni o addirittura andare in necrosi, quindi morire. Questa situazione molto grave prende il nome di insufficienza multiorgano.

I tipi di shock, le cause e le cure

È importante riconoscere subito lo stato di ipoperfusione e soprattutto il tipo di shock al quale è associata, perché in questi casi la mortalità risulta purtroppo molto elevata. Ecco quindi i diversi tipi di shock esistenti che hanno come conseguenza l'ipoperfusione:

  • shock ipo-volemico (emorragico o non emorragico): per quanto riguarda la forma emorragica si parla di una perdita di sangue che va riconosciuta, trovata e fermata per poi passare alla terapia vera e propria(esistono 4 classi di “gravità del problema”), quella non emorragica può essere dovuta a danni renali o gastrointestinali ed è molto utile accertarsi della patologia con l’esame dell’emogasanalisi;
  • shock ostruttivo (embolia polmonare massiva, tamponamento cardiaco, PNX iperteso): è causato da PNX iperteso, tamponamento cardiaco o embolia polmonare massiva, dal punto di vista della cura si sceglie di solito trombolisi sistemica nella TEP, drenaggio toracico nel PNX iperteso,  pericardio-centesi (o, meglio, pericardio-tomia) nel tamponamento cardiaco;
  • shock distributivo (settico, neurogeno, anafilattico): questa forma è causata da una sproporzione tra il letto vascolare, abnormemente dilatato, ed il volume circolante, in assoluto non ridotto ma che diventa insufficiente per la vasodilatazione creatasi;
  • shock cardiogeno: è determinato dall’attività di pompa del cuore o conseguente ad aritmie iper- o ipo-cinetiche i cui trattamenti previsti sono la cardioversione elettrica sincronizzata per quanto riguarda situazioni di tachiaritmia e dal pacing transcutaneo o dalla infusione di isoprenalina nelle bradiaritmie, e per il deficit di pompa dovuto a cardiopatia strutturale, necrosi/ischemia, cardiopatia dilatativa, miocardiopatie sono necessarie infusione di amine (dobutamina o dopamina) e, se c’è infarto del miocardio, la riapertura meccanica della coronaria occlusa tramite angioplastica.

I sintomi e cosa fare

Al di là della forma specifica che ha colpito il paziente, devi sapere che esistono alcuni tipi di sintomi comuni a tutte le situazioni di ipoperfusione da shock. Ecco quali sono i principali:

Se noti questi segnali non aspettare ma recati immediatamente al pronto soccorso più vicino.

Fonte| London Health Science Centre 

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