L'ipertensione ortostatica non è altro che quel brusco e repentino abbassamento della pressione, quando passi da una posizione seduta o coricata a quella eretta. Corrisponde a quella sensazione di svenimento e alla vista offuscata che potresti aver provato anche tu, un giorno in cui ti sei alzato "di scatto", come sicuramente qualcuno nelle vicinanze ti avrà fatto notare. Per parlare davvero di ipotensione, però, devono essere presenti i valori tipici: il calo deve essere superiore a 20 mmHg per la sistolica (la "massima") e a 10 mmHG per la diastolica (la "minima").
Ti è mai capitato di alzarti di fretta e avere dei forti giramenti di testa? Ecco, questo sintomo significa che la pressione sanguigna è calata in modo improvviso proprio a causa di questo cambiamento di posizione. Sei infatti passato da quella seduta (o sdraiata) a quella eretta, ossia allo stare in piedi (chiamata anche posizione ortostatica). Come ti dicevamo prima, se vogliamo essere precisi, per parlare di ipotensione ortostatica dobbiamo avere un calo di un certo rilievo, non basta che semplicemente si abbassi un po’. Questo abbassamento deve essere quindi superiore a 20 mmHg per la pressione sistolica o a 10 mmHg per quella diastolica.
Ora ti spieghiamo cosa accade e perché si verifica questo calo. Il sangue, che fino a poco tempo prima era distribuito in tutto il corpo in modo più uniforme, a causa della forza di gravità viene “buttato” parzialmente negli arti inferiori e il sistema venoso non riesce a sopperire nell'immediato a questo cambiamento repentino. Il risultato è che arriva meno sangue al cuore. A questo punto per riportare tutto alla normalità i barocettori, che sono una sorta di sensori nei vasi sanguigni, aumentano la loro costrizione in modo tale che la pressione si alzi. Se il meccanismo funziona, tutto torna nella normalità nell'arco di pochi istanti. Se invece ci sono problemi o qualcosa non funziona, ecco che arrivano i primi sintomi. Ecco quindi le cause principali:
La maggior parte dei sintomi che puoi notare sono dovuti a uno scarso afflusso di sangue al cervello. Tra questi ci sono:
Di solito sono sintomi lievi e che durano una manciata di secondi o al massimo pochi minuti, quindi il consiglio se dovessero perdurare o ripresentarsi di frequente è quello di contattare il medico.
Ecco i parametri in cui possiamo iniziare a parlare di ipotensione ortostatica: quando la pressione sistolica scende di ≥ 20 mmHg o la pressione diastolica scende di ≥ 10 mmHg entro 3 minuti da quando si è assunta la posizione eretta.
Diagnosticarla è piuttosto semplice perché basta un esame neurologico e la prova di frequenza cardiaca e pressione arteriosa sia in posizione supina che, dopo qualche minuto, in posizione eretta. Poi, però, si deve capire qual è stata la causa. Questo è il passaggio, di solito, che richiede uno sforzo e una difficoltà maggiori. Il medico quindi inizierà l’anamnesi per descrivere sintomi, frequenza ed eventuali assunzioni di farmaci. A questa poi seguono vari esami in base ai dubbi che potrebbe avere il medico. Tra questi ci sono patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete, cancro ed errata prescrizione di farmaci.
Il consiglio principale è quello di metterti a sedere con calma o, se puoi, di sdraiarti ai primi sintomi. Già così dovrebbe notevolmente migliorare la situazione. Quando però non ti è possibile, o comunque la tua forma è tra quelle più serie, si può scegliere la terapia farmacologica che consiste in fludrocortisone, midodrina, eritropoietina, diidroergotamina, indometacina, desmopressina e octreotide. A tutto ciò però devi comunque prestare attenzione ai movimenti troppo rapidi e improvvisi, a non praticare troppo sport, così come a non mangiare troppo o non bere alcol in quantità smodate.
Fonti| Humanitas, San Raffaele