L'ipotiroidismo, è una sindrome che si verifica quando la tiroide presenta un'insufficienza funzionale, ovvero non riesce a produrre una quantità sufficiente di ormoni tali da soddisfare le richieste del tuo corpo.
Si parla anche di tiroide ipoattiva o insufficienza tiroidea, proprio per sottolineare i problemi funzionali di questa ghiandola , dai quali può derivare uno squilibrio dell'intero organismo.
La tiroide è è una ghiandola endocrina, nel senso che produce ormoni che riversa all'interno del corpo. È situata alla base anteriore del collo e secerne l'ormone tiroideo. Questa ghiandola è coinvolta nella regolazione di gran parte del metabolismo, ma è anche essenziale per l'accrescimento dell'organismo e per lo sviluppo del sistema nervoso.
Gli ormoni provenienti dalla tiroide hanno una infatti una forte influenza su molti processi metabolici dell'uomo, che rallentano quando la produzione ormonale diminuisce, determinando così delle alterazioni di alcune funzioni organiche.
Questo disturbo non è sempre manifesto: ecco perché è necessario distinguere l'ipotiroidismo conclamato da quello subclinico. La prevalenza dell'ipotiroidismo conclamato nella popolazione generale è dell‘1-3%. La prevalenza dell'ipotiroidismo subclinico nella popolazione generale è del 4-10%, ma raggiunge il 20% nelle donne oltre i 60 anni.
Quando si parla di ipotiroidismo è importante specificare che ne esistono due tipi: l'ipotiroidismo primario e quello secondario.
L'ipotiroidismo primario è la forma più frequente ed è causato da una patologia tiroidea. In questa forma i livelli di ormone stimolante la tiroide (TSH) sono elevati.
L'ipotiroidismo secondario è meno comune ed è causato da una patologia ipofisaria o ipotalamica. Si differenzia dal primo tipo anche perché in questo caso i livelli di TSH risultano bassi.
Sono davvero tante le cause che possono ridurre la funzionalità della tiroide. Vediamo le principali:
Questi sono i motivi che più spesso sono all'origine dell'ipotiroidismo. In ogni caso, seppur più raramente, esistono alcune condizioni che possono rappresentare fattori di rischio per l'insorgenza dell'ipotiroidismo. Tra questi ci sono:
Come abbiamo visto, l'ipotiroidismo conclamato è la forma del disturbo che si manifesta con evidenti segni clinici: i sintomi possono comunque variare molto in base alla gravità della condizione. Fai attenzione a:
Quando non viene trattato correttamente, l'ipotiroidismo può manifestarsi anche con il mixedema, ovvero un accumulo di liquidi sotto la cute che può causare non solo gonfiore, ma anche una riduzione dell'efficienza dei muscoli e del cuore. Tra le complicanze più gravi e potenzialmente letali c'è proprio il coma mixedematoso, caratterizzato da un respiro sempre più lento, un ridotto afflusso di sangue al cervello e convulsioni.
Il tuo medico potrà formulare la diagnosi di ipotiroidismo dopo l’osservazione dei sintomi clinici (come stanchezza, pelle secca, aumento di peso) e una conferma ottenuta dagli esami del sangue in cui si misurano i valori degli ormoni tiroidei (tri-iodo-tironina e la tiroxina) e il dosaggio del TSH.
Se la comparsa dell'ipotiroidismo è legata a una malattia autoimmune, potrebbe essere necessario un esame del sangue mirato a rilevare gli anticorpi anti-tiroide o l'ecografia tiroidea.
La cura per l'ipotiroidismo prevede spesso la terapia ormonale sostitutiva, che consiste l’assunzione quotidiana dell'ormone tiroideo sintetico L-tiroxina (o levotiroxina). Questa terapia è finalizzata a rimediare allo scompenso creato dalla scarsa funzionalità della tiroide.
Tuttavia, non è facile trovare subito la giusta dose, quindi preparati a un periodo di transizione. Il medico ti chiederà di controllare gli ormoni dopo 6-8 settimane dall’inizio della terapia e poi generalmente i livelli ematici vengono monitorati dopo altri sei mesi.
Se il dosaggio di levotiroxina che assumi è eccessivo, potresti accorgertene a causa di alcuni sintomi, tra i quali:
Utilizzata nelle giuste quantità, comunque, la L-tiroxina non ha particolari effetti collaterali. Generalmente, il medico ti prescriverà piccole dosi per poi aumentarle gradualmente. Un aspetto a cui fare attenzione riguarda poi gli elementi che riducono la capacità del tuo organismo di assorbire la levotiroxina, condizionando così l'esito della terapia contro l'ipotiroidismo. In particolare, dovresti parlare con il tuo medico se segui una dieta ad alto contenuto di fibre o mangi alimenti ricchi di soia, oppure se assumi integratori a base di ferro, calcio, colestiramina o idrossido di alluminio.
Per quanto riguarda l'alimentazione da seguire, non esiste una vera e propria dieta per l’ipotiroidismo, anche perché questo disturbo difficilmente è legato all’alimentazione. È però importante evitare di consumare alcuni cibi per migliorare la funzione tiroidea. Il consiglio è quello di seguire una dieta equilibrata, facendo attenzione al sale: non va bene esagerare ma non devi neanche eliminarlo del tutto.
Anche se le patologie tiroidee, tra cui l'ipotiroidismo, hanno una prognosi benigna, resta importante il corretto inquadramento diagnostico precoce e l’adeguata gestione terapeutica.
Seguire la terapia è infatti l'unico metodo che garantisce di evitare ripercussioni negative a lungo termine dovute al prolungarsi del quadro patologico.
Potrebbe sembrarti un problema banale, ma se è conclamato, quindi con sintomi ben visibili, l'ipotiroidismo deve essere curato fin dall'inizio perché le conseguenze per la salute sono gravi. Potresti infatti arrivare a soffrire di:
Fonte| Humanitas; Mayo Clinic; Gruppo San Donato; Ospedale Galliera; Msd; Cdi
(Scritto da Valentina Rorato il 9 aprile 2020,
modificato da Maria Teresa Gasbarrone il 5 luglio 2023)