Isterectomia, come avviene e quando serve la rimozione dell’utero

L’isterectomia è l’operazione chirurgica finalizzata a rimuovere l’utero. E’ una procedura sicura, anche se esiste l’eventualità di complicazioni. Si tratta di un intervento che implica la sterilità, ovvero la possibilità di avere figli e per questo potrebbe avere un forte impatto psicologico.
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Maria Teresa Gasbarrone 4 Luglio 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

L'isterectomia è una procedura chirurgica con cui si rimuove l'utero e talvolta altri organi riproduttivi, come le ovaie e le tube di Falloppio. Il termine deriva dal latino "ister" (utero) e "ectomia" (rimozione), mentre l'utero è l'organo dell'apparato riproduttivo femminile deputato ad accogliere l'ovulo fecondato, a consentirne lo sviluppo e a espellere il feto quando la gravidanza giunge al termine.

La rimozione dell'utero significa quindi perdere la possibilità di concepire e implica quindi anche l'interruzione definitiva del ciclo e delle mestruazioni.

Esistono diverse tecniche di rimozione e la scelta del medico dipende da ciò che causa la necessità di asportare l’organo. Vediamole insieme.

Perché si richiede un'isterectomia

L’isterectomia si può eseguire per numerosi problemi:

  • Fibromi: si tratta di escrescenze non cancerose che si formano all'interno delle pareti muscolari dell'utero, all'esterno dell'utero o all'interno della cavità uterina;
  • Periodi mestruali abbondanti o irregolari: in questi casi oggi però si opta soprattutto per le nuove tecniche disponibili come l'ablazione endometriale (che è la distruzione chirurgica del rivestimento dell'utero) o l'uso di un dispositivo inter-uterino a rilascio di levonorgestrel (IUD);
  • Dolore mestruale grave (dismenorrea): quando è dovuto ad adenomiosi o grave endometriosi ricorrente;
  • Cancro della cervice, dell'utero, delle ovaie o delle tube di Falloppio;
  • Endometriosi: una condizione in cui cellule simili a quelle del rivestimento dell'utero crescono in altre aree del corpo, specialmente intorno alle ovaie e al peritoneo (rivestimento all'interno dell'addome) nel bacino;
  • Adenomiosi: una condizione dell’apparato riproduttivo femminile, caratterizzato dall’invasione della parete muscolare dell’utero (miometrio) da parte dell’endometrio;
  • Prolasso: si verifica quando l'utero cade nella vagina a causa di legamenti allentati o danni ai muscoli del pavimento pelvico, di solito a causa del parto;
  • Malattia infiammatoria pelvica, causata da infezione batterica, spesso da infezioni sessualmente trasmissibili.

Cosa succede al corpo dopo un'isterectomia?

Dopo un'isterectomia una donna non può più rimanere incinta e non è possibile nessuna operazione inversa.

L’isterectomia non influenza però le sensazioni sessuali: si può tronare ad avere rapporti dopo alcune settimane, senza subire conseguenze in termini di piacere. Ovviamente, sebbene non ci sia più l'eventualità di rimanere incinte, rimane intatto il rischio di contrarre malattie sessuali, quindi resta fondamentale avere rapporti protetti.

Inoltre, l'intervento non fa ingrassare, ma l'assunzione di ormoni potrebbe incidere sul peso.

Menopausa chirurgica

Subire un'isterectomia non significa però entrare in modo automatico in menopausa precoce: se la rimozione non coinvolge le ovaie, non entrerai subito in menopausa.

Al contrario, se entrambe le ovaie saranno asportate la menopausa chirurgica sarà inevitabile. In ogni caso resta il fatto che l'operazione in sé non incide in maniera significativa né sul desiderio, né sull'attività sessuale. Tuttavia, la libido potrebbe essere influenzata negativamente dalle implicazioni psicologiche dell'intervento.

Rischi dell'isterectomia totale

Anche se l'isterectomia si può considerare un intervento risolutivo e sicuro (almeno nella maggior parte dei casi), resta un intervento chirurgico e in quanto tale può avere delle complicanze:

  • Coaguli di sangue
  • Grave infezione
  • Sanguinamento post-operatorio
  • Ostruzione intestinale
  • Cuciture interne strappate
  • Lesione delle vie urinarie
  • Problemi legati all'anestesia

Degenza

Il recupero dopo un’isterectomia dipende dal tipo di intervento effettuato. Mediamente il recupero vaginale e laparoscopico richiede dalle due alle quattro settimane. Potrebbero essere necessarie fino a sei settimane per il recupero dall'isterectomia addominale.  Occasionalmente, potresti sentirti gonfio e avere sintomi simili a quando avevi le mestruazioni . È normale avere un leggero sanguinamento vaginale o una secrezione marrone scuro per circa quattro-sei settimane dopo l'intervento chirurgico.

Le istruzioni comuni dopo l'isterectomia sono:

  • Non sollevare oggetti pesanti per almeno quattro o sei settimane.
  • Non fare sesso per sei settimane dopo l'intervento chirurgico.
  • Puoi fare una doccia. Lavare l'incisione con acqua e sapone (non è necessario rimuovere i punti, poiché si dissolveranno in circa sei settimane).
  • Puoi guidare circa due settimane dopo un intervento chirurgico addominale o quando non stai più assumendo narcotici per il dolore.
  • Riprendi la tua routine di esercizi dopo quattro/sei settimane, a seconda di come ti senti.
  • Di solito puoi tornare al lavoro in tre o sei settimane, a seconda del tipo di lavoro che svolgi.

Come avviene l’intervento

L’approccio chirurgico si può avvalere di tre tecniche diverse: l’operazione può essere eseguita tramite un'incisione (taglio) nell'addome inferiore (isterectomia addominale), da tre a quattro piccole incisioni nell'addome (isterectomia laparoscopica) o attraverso la vagina (isterectomia vaginale):

  • Isterectomia addominale: il chirurgo di solito esegue un taglio orizzontale lungo l'attaccatura dei peli pubici. Per la maggior parte delle donne, questo lascia una piccola cicatrice. Alcune donne potrebbero aver bisogno di un'incisione della linea mediana verticale nell'addome inferiore, specialmente se l'isterectomia è per un grande fibroma uterino. Un'isterectomia addominale è generalmente raccomandata quando una donna ha fibromi o cancro molto grandi;
  • Isterectomia laparoscopica: il chirurgo inserisce un telescopio (laparoscopio) per vedere gli organi pelvici attraverso una piccola incisione nell'ombelico e attraverso altre tre o quattro piccole incisioni muove gli altri strumenti chirurgici necessari all'intervento. Il gas di anidride carbonica viene inserito per distendere (gonfiare) l'addome, come un palloncino, in modo che tutti i tuoi organi possano essere vibili chiaramente.
  • Isterectomia vaginale: viene eseguita attraverso un'incisione nella parte superiore della vagina, di solito in caso di prolasso uterino (la cervice e l'utero scendono nella vagina o sporgono dall'ingresso vaginale).

Anestesia

L’intervento di isterectomia può avvenire in anestesia generale o in anestesia regionale (epidurale o spinale). Se l’intervento è vaginale, l’utero verrà rimosso attraverso un'incisione nella parte superiore della vagina. Non c'è incisione esterna. I punti solubili vengono inseriti all'interno della vagina. Questa procedura, come già anticipato, è usata nei casi di prolasso uterino e altre condizioni non maligne (o non cancerose).

Isterectomia laparoscopica

Come anticipato, l'isterectomia può essere eseguita in laparoscopia. In questo caso il laparoscopio (un tubo sottile con una videocamera all'estremità) viene inserito nel basso addome attraverso una piccola incisione nell'ombelico. Gli strumenti chirurgici vengono inseriti attraverso diverse altre piccole incisioni. In questo modo l'utero può essere rimosso in piccoli pezzi attraverso le incisioni nell'addome o attraverso la vagina e il recupero completo è più breve e meno doloroso di un'isterectomia addominale.

Quest'ultima infatti è un intervento invasivo, perché l’utero viene rimosso attraverso un'incisione nell'addome, che va dall'ombelico all'osso pubico o attraverso la parte superiore dell'attaccatura dei peli pubici.

L'intervento di isterectomia può richiedere da una a quattro ore. La durata dell'intervento dipende dal tipo di procedura e da come viene eseguita.

Isterectomia totale, radicale e parziale

Esistono diversi tipi di isterectomia e la scelta della procedura chirurgica dipende dalla motivazione per cui il medico decide di rimuovere l’utero. E’ possibile distinguere tra:

  • Isterectomia totale: in cui vengono rimossi l'utero e la cervice;
  • Isterectomia subtotale (parziale): in cui l'utero viene rimosso, ma la cervice viene lasciata in posizione. Se viene mantenuta, è ancora necessario uno screening cervicale regolare;
  • Isterectomia e salpingo-ovariectomia bilaterale: in cui vengono rimossi l'utero, le tube di Falloppio e le ovaie. Questa operazione viene eseguita se la donna ha un cancro alle ovaie o all'utero, o per dolore cronico dovuto a infezione pelvica ricorrente o endometriosi ricorrente;
  • Isterectomia radicale: implica la rimozione dell'utero, delle tube di Falloppio, delle ovaie, della parte superiore della vagina e dei legamenti pelvici e dei linfonodi associati. Questo viene eseguito se la donna ha il cancro della cervice, delle ovaie, delle tube di Falloppio o dell'utero.

Come ci si prepara all'intervento

Per quanto riguarda la preparazione all'intervento di isterectomia, in genere si consiglia alla paziente di:

  • Sottoporsi alle necessarie visite mediche precedenti all'intervento per ricostruire la storia clinica della paziente e a tutti gli esami diagnostici prescritti. Questi comprendono normalmente analisi del sangue, elettrocardiogramma, esame delle urine.
  • Smettere di fumare: il fumo aumenta il rischio di infezione post-operatorie in prossimità delle incisioni chirurgiche. Inoltre, il fumo altera l'afflusso di sangue alla pelle, cosa che non contribuisce al processo di cicatrizzazione;
  • Digiunare prima dell'intervento (ovviamente è il medico a indicare se e per quanto tempo è necessario);
  • Chiedere assistenza a un conoscente affinché si possa avere un supporto per tornare a casa dopo il ricovero.

Fonte | Policlinico Sant'Orsola; Policlinico Gemelli

(Scritto da Valentina Rorato il 9 novembre 2022,
modificato da Maria Teresa Gasbarrone il 4 luglio 2023)

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