IVA al 5% per assorbenti e pannolini, il governo riduce ancora la tampon tax

Si riduce ancora l’IVA sugli assorbenti e sui pannolini, che passa nel 2023 dal 10 al 5%. Il taglio è stato approvato dal Governo Meloni. Non è avvenuto invece l’azzeramento dell’IVA su pane e latte che sarebbe costata al governo circa 500 milioni di euro.
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Valentina Rorato 22 Novembre 2022
* ultima modifica il 22/11/2022

Taglio dell’iva sui prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile, come gli assorbenti e tamponi. L'aliquota passa dal 10 al 5%, con quello che segna un vero e proprio dimezzamento effettivo. L’intervento, approvato dal Consiglio dei Ministri del 21 novembre 2022 e confermato oggi con una conferenza stampa, è da inserire nella Legge di Bilancio 2023. Il nuovo governo ha deciso di proseguire con la strada già tracciata dal precedente esecutivo, riducendo ancora di più l'imposta sugli assorbenti e ingoblando nella misura anche i pannolini, due beni di prima necessità a tutti gli effetti. Và detto, però, che da questo alleggerimento dei prezzi sono rimasti ancora fuori pane e latte.

“L’IVA su tutti i prodotti della prima infanzia viene portata al 5%. Viene portata al 5% anche l’IVA per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili”, ha dichiarato Giorgia Meloni. Bisogna, però, ricordare che un primo taglio sull’Iva degli assorbenti era già previsto nella Legge di Bilancio 2022, quando il Governo Draghi ha ridotto l’imposta dal 22 al 10%. Con questa novità si chiude una battaglia contro la tampon tax che dura ormai da anni, considerando che la prima proposta risale al 2016, grazie ai deputati di Possibile, Pippo Civati e Beatrice Brignone, che avevano sollevato il problema. Non è, però, un’operazione che farà tirare un sospiro di sollievo solo a chi è in difficoltà economica, perché riguarda un po’ tutte le famiglie.

Nessun taglio, invece, per pane e pasta. “Ho visto che anche sulla stampa si è molto dibattuto, noi avevamo ragionato della possibilità di azzerare l’IVA su pane e latte”, ha spiegato la Presidente. “Dopodiché non abbiamo fatto questa scelta perché ovviamente, non potendo distinguere il reddito di chi acquistava questi beni, la misura si sarebbe spalmata anche su chi non aveva bisogno di una misura del genere. E quindi le stesse risorse avrebbero impattato meno su chi aveva bisogno invece di un aiuto concreto".

È stato, inoltre, rivisto l’importo dell’assegno unico per le famiglie numerose, che non riguarda solo i nuclei con quattro figli, come si era vociferato nei giorni scorsi. Pare, secondo quanto emerso sempre dal Consiglio dei ministri di ieri, che la misura interesserà le famiglie con almeno tre figli e l’assegno unico verrà maggiorato nel 2023 del 50%, mentre una maggiorazione simile sarà prevista anche se di figli ne hai uno o due, ma solo per il primo anno di vita del bambino. È stato infine confermato l’assegno per i disabili.

Fonte| Governo

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