La cannabis terapeutica ricostruita in laboratorio calmerebbe le crisi epilettiche

Il cannabidiolo, o CBD, ricreato in laboratorio avrebbe le stesse potenzialità del principio attivo naturale. Sarebbe quindi in grado di migliorare i sintomi dell’epilessia, senza alcun rischio di creare dipendenza e senza il problema di ottenere le autorizzazioni per la coltivazione.
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Giulia Dallagiovanna 26 Giugno 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Ha un effetto calmante, favorisce il rilassamento dei muscoli e agisce sul sistema nervoso centrale. Per tutte queste ragioni, la cannabis terapeutica sembra possa rappresentare una buona soluzione per chi soffre di epilessia e ha diversi attacchi di convulsioni. Un nuovo studio, nato da una collaborazione tra l'Università della California e l'Ateneo di Reading in Gran Bretagna, sembrerebbe aver trovato la soluzione a due problemi che da sempre accompagnano questo particolare rimedio fitoterapico: il rischio di creare dipendenza e il fatto che in diversi Paesi risulti tuttora illegale o è vittima di diversi pregiudizi da parte dell'opinione pubblica. Si chiama H2CBD ed è, di fatto, cannabidiolo (CBD) sintetico, ovvero ricreato in laboratorio.

In questo modo, non si pone il problema di ottenere le autorizzazioni per avviare la coltivazione della varietà femminile della canapa indiana, ovvero la stessa da cui si ricava anche la marijuana a scopo ricreativo. Secondo il team di ricerca, inoltre, il principio attivo ottenuto artificialmente non presenterebbe alcun rischio di abuso di questa sostanza e sarebbe, però, altrettanto utile nel trattamento dei sintomi di alcuni tipi di epilessia, come quella refrattaria. Nello specifico, sarebbe in grado di ridurre la frequenza e l'intensità con cui gli attacchi si presentano.

Il CBD sintetico sarebbe in grado di ridurre l'intensità e la frequenza degli attacchi epilettici

Come già diverse ricerche hanno dimostrato, i principi attivi della cannabis, ovvero CBD e THC (tetraidrocannabinolo), agiscono sul sistema endocannabinoide presente nel tuo cervello. Si tratta di quella componente che può regolare l'eccitabilità dei neuroni e quindi agire sulle sensazioni che questi trasmettono, come il senso di nausea o uno stato di agitazione incontrollata. Ma se il secondo elemento può avere anche effetti psicotropi, il primo non presenta di norma alcuna ripercussione.

Il team di ricerca avrebbe però compiuto un ulteriore passo che non solo preverrebbe l'abuso di questi prodotti, ma risulterebbe anche legale e a norma di legge. Chissà, forse le speranze di tante persone che fanno uso di cannabis terapeutica e non riescono a reperirla potrebbero venir esaudite in un futuro non troppo lontano.

Fonte| "Synthetic, non-intoxicating 8,9-dihydrocannabidiol for the mitigation of seizures", pubblicato su Scientific Reports il 23 maggio 2019

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