La cardiopatia alcolica: quali danni l’alcol può causare al cuore

Un consumo eccessivo di bevande alcoliche può provocare danni al miocardio e, di conseguenza, all’intero funzionamento del cuore. Vediamo come riconoscere questa patologia.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Valentina Danesi 4 Gennaio 2022
* ultima modifica il 16/06/2022

La cardiopatia alcolica, o cardiomiopatia alcolica, è una patologia che colpisce il cuore e, come sicuramente avrai capito, è causata da un abuso di bevande alcoliche. Il principale problema di questa condizione è che inizialmente si presenta del tutto asintomatica, mentre in seguito possono insorgere disturbi anche gravi come difficoltà respiratoria e anomalie nel tuo battito cardiaco.

Cos’è

La cardiopatia alcolica è una forma di cardiomiopatia di tipo dilatativo. Questo significa che colpisce il muscolo del tuo cuore, ovvero il miocardio, e provoca un'alterazione nella sua anatomia. Nel caso specifico, si produce una dilatazione del ventricolo sinistro e si assottiglia la parete muscolare che lo riveste. Il tuo organo più importante risulterà dunque più debole e farà fatica a pompare la giusta quantità di sangue nelle arterie per andare a irrorare le altre parti del tuo corpo. La causa di tutto, come ti dicevamo prima, è l'abuso di sostanze alcoliche.

I fattori fondamentali da tenere in considerazione sono:

  • gli anni di consumo (ossia da quanto tempo dura il problema dell'alcolismo)
  • la quantità di alcolici consumati in questo periodo

Le cause

La causa principale della cardiopatia alcolica è appunto un consumo eccessivo di bevande alcoliche. Questa abitudine scorretta deve protrarsi per un certo periodo di tempo prima di essere considerata abuso e provocare danni al tuo cuore. L'alcol comunque a lungo andare provoca una dilatazione e un assottigliamento delle pareti del miocardio, in modo molto simile a quanto accadrebbe se tu tirassi un tessuto con forza fin quasi a lacerarlo.

A questo punto, il tuo cuore inizierà a funzionare in modo scorretto e non più così efficiente come prima. La quantità di sangue pompata e inviata agli organi sarà ridotta, così come l'apporto di ossigeno. Considera che di norma si arriva a questa situazione dopo un abuso che si è protratto per 5-15 anni.

I sintomi

Come ti abbiamo detto poco fa, spesso all’inizio della cardiopatia alcolica non emergono sintomi che ti possano far dubitare della sua presenza. È molto probabile quindi che quando ti accorgerai che qualcosa non va, la patologia sia già in una fase avanzata. I segnali a cui prestare attenzione sono:

  • Astenia, ossia la stanchezza eccessiva
  • Dispnea, la difficoltà a respirare
  • Edema, gonfiore generalizzato o solo nelle zone periferiche del corpo
  • Sincope 
  • Angina pectoris
  • Palpitazioni e tachicardia

Nei casi più gravi si può anche arrivare a un attacco cardiaco o a un'embolia polmonare.

La diagnosi

Per diagnosticare la cardiomiopatia alcolica, il tuo medico dovrà procedere con alcuni esami. Si comincerà probabilmente con le analisi del sangue, in modo da avere subito un'idea dello stato di salute e della funzionalità di reni e fegato. Successivamente potrà aggiungere:

  • Esami radiologici quali RX torace o TC torace per controllare lo stato del cuore o eventuali anomalie
  • Ecocardiogramma  ed elettrocardiogramma per lo stato del cuore e del ritmo cardiaco

Le cure

Per curare la cardiomiopatia alcolica si comincia dalla rimozione completa dell'alcol. Dovrai insomma rinunciare a tutte le bevande alcoliche e a qualsiasi alimento che contenga una piccola porzione di questa sostanza, come alcuni cioccolatini ad esempio. Deve inoltre essere inserito nella tua dieta, in accordo con uno specialista, un consumo più bilanciato di sodio.

Parlando di farmaci, invece, saranno utili diuretici, ACE-inibitori e/o beta-bloccanti, per aiutare il cuore. Se, invece, sarai già arrivato all'insufficienza cardiaca il medico ti potrà consigliare un pace-maker o un defibrillatore cardioverter impiantabile.

Fonte| Fondazione Veronesi

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.