La Casa di Toti e l’Albergo solidale di Modica: un hotel gestito da ragazzi con disturbi cognitivi

Toti è un ragazzo autistico di 20 anni. Frequenta l’ultimo anno delle superiori, ma quando sarà finita la scuola per lui non si apriranno delle vere opportunità. Solo case famiglia o istituti improntati all’assistenzialismo. Così sua madre, Maria Lanza, detta Muni, ha fondato una onlus e sta per portare a termine un progetto ambizioso e necessario: un albergo gestito proprio da persone come Toti.
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Giulia Dallagiovanna 20 Maggio 2019
* ultima modifica il 30/07/2021

E se invece che assistere una persona disabile, fosse lei a occuparsi di te? Potrebbe prepararti la colazione, oppure sistemare la stanza che dovrà accoglierti. Insomma, potrebbe lavorare. È un capovolgimento di prospettive quello che ti propone La casa di Toti, una onlus che sta portando a termine i lavori di costruzione di un Albergo solidale a Modica, in provincia di Ragusa. Un vero e proprio bed and breakfast, dove anche tu potresti alloggiare per qualche giorno, gestito da ragazzi con neurodiversità. Speciali, ed è proprio il caso di dirlo, com'è speciale Toti, un ventenne che ha ricevuto diverse diagnosi prima di approdare a un verdetto più definitivo: disturbo dello spettro autistico.

La villa che ospiterà l’Albergo solidale

"In realtà, non si sa di preciso da cosa sia affetto Toti. Toti è semplicemente Toti", chiarisce sua madre, Maria "Muni" Lanza, in un video pubblicato sul sito dell'associazione. Ed è stata proprio lei a fondarla nel dicembre del 2014, assieme ad altre famiglie di ragazzi neurodiversi, e a divenirne presidente. Dopo la scuola, per loro non c'è più nessuna possibilità. Solo case famiglie e istituti improntati all'assistenzialismo, che non li stimolano a essere più autonomi. I genitori si ritrovano soli a gestire la maggior parte del peso e ad aspettare risposte che non arrivano. "Toti ama fare tante cose, ha diversi interessi – ha raccontato Muni a Ohga – ma se non ha la giusta assistenza, non le può fare, anche perché soffre di crisi psicotiche".

E allora ecco l'idea: creare la situazione di lavoro adatta proprio a chi ha queste problematiche. Sì, lavoro, hai capito bene. Una villa del ‘700 di proprietà della famiglia Lanza, che funziona già come struttura turistica, diventerà un Albergo solidale: "Da fruitori di un servizio diventeranno i gestori di un'impresa: si occuperanno della pulizia delle camere, di preparare la colazione, effettuare il check in e tutti i compiti che rientrano in questa professione – prosegue la presidente – vorrei fare in modo che abbiano le giornate piene, frequentando anche altre attività, come la palestra o le passeggiate a cavallo. Sarà un hotel per ospiti dal cuore grande". 

Ospiti che potrebbero anche riuscire a farsi un giretto in barca. "Abbiamo avuto in affido un'imbarcazione a vela sottratta agli scafisti. Questa è una grande scommessa: il mare è terapeutico e lo è ancora di più per ragazzi con queste difficoltà. Ma noi vorremmo che diventasse un laboratorio galleggiante, dove chi di loro ha interesse per questa attività si possa occupare della manutenzione, creare un team e imparare a veleggiare. Ci piacerebbe poi che le persone che soggiornano nell'albergo abbiano la possibilità di uscire in barca accompagnati da loro". C'è anche una storia nella storia: alcuni lavori di riparazione e l'acquisto della randa sono stati resi possibili da una donazione di Sifi, l'azienda dove lavora la madre di Toti e che da sempre è vicina all'associazione da lei fondata.

La Barca Etica Blue Cafè, l’imbarcazione a vela sottratta agli scafisti che diventerà un laboratorio galleggiante

Oltre a lavorare nella villa, i ragazzi potranno anche alloggiarvi. Il 26 novembre 2016 è stata posata la prima pietra e ora mancano solo le rifiniture: la Casa di Toti è realtà, ed è davvero un'abitazione. Si trova proprio nel giardino, sopra un campo da calcetto in disuso. Vi abiteranno sette persone, tra i 18 e i 25 anni di età, in cohousing. Tutti loro hanno lievi disturbi o ritardi cognitivi, non solo riferiti all'autismo "Toti è il più grave, anche perché se fossero tutti come lui non sarebbe possibile mettere in piedi l'albergo. Sono però tutti ragazzi in gamba e che si sentono molto soli". Un problema che potrebbe ben presto venire risolto da tutte le incombenze che la gestione di 16 posti letto comporta.

Accanto a loro, quattro educatori che si organizzeranno in turni. "Lo studio psicopedagogico Parentage di Catania ci sta aiutando per la formazione del personale, sia dei ragazzi che di chi starà loro accanto, che stiamo ancora selezionando".  Il piano è quello di ultimare la Casa entro l'anno, per entrare a regime con l'albergo già nel 2020. "È un'iniziativa non-profit, quindi saremo noi genitori a doverci organizzare e a sostenerla economicamente, almeno all'inizio – precisa Muni – si pagherà infatti una retta in attesa che la struttura funzioni appieno. Dopodiché i proventi saranno utilizzati per le spese di gestione e per pagare gli operatori".

Gli ultimi lavori per terminare la costruzione della Casa di Toti

Il progetto infatti si basa soprattutto su raccolta fondi e crowdfunding. Tramite la fondazione I bambini delle fate, ci sono 23 imprese private che offrono finanziamenti mensili in cambio di un ritorno a livello pubblicitario. Ci sono poi 85 donatori privati che erogano 20 euro al mese, attraverso la campagna "Sporcatevi le mani", sempre de I bambini delle fate. "In questo modo si crea una base, una forza che sostiene la nostra associazione perché non possiamo vivere di sola elemosina", sottolinea la presidente della Casa di Toti.

Credits photos: inviate da Muni Lanza, presidente dell'associazione La Casa di Toti. In copertina: Toti e sua madre

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