La causa della Kawasaki nei bambini infetti? Il dottor Roncati: “È lo stesso meccanismo della vasculite da Covid-19”

Un team dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ha individuato come si originano le vasculiti nei pazienti che hanno contratto l’infezione da Coronavirus. Per il dottor Luca Roncati lo stesso meccanismo spiegherebbe anche le forme di sindrome di Kawasaki che sono state riscontrate nei bambini nelle zone di Bergamo e di Genova.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Giugno 2020
* ultima modifica il 23/09/2020
Intervista al Dott. Luca Roncati Dirigente medico e coordinatore del team di Emolinfopatologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena

Coronavirus e sindrome di Kawasaki, risolto il dilemma? Molto probabilmente . Se ti ricordi, negli ultimi due mesi di emergenza era balzato alle cronache uno strano aumento dei casi di Kawasaki nei bambini positivi ai tamponi. In particolare, a Bergamo e a Genova erano stati trovati tanti piccoli pazienti affetti dalla stessa sindrome, che è una vasculite acuta, ovvero un’infiammazione delle arterie di medio calibro e più in particolare delle arterie coronariche: insospettiva però che si trattasse di forme più aggressive rispetto al solito.

Dopo che la correlazione era stata confermata, restava il dubbio su come agisse e come si scatenasse la malattia. Il vuoto ora potrebbe essere colmato dallo studio portato a termine dal team di ricercatori guidato dal dottor Luca Roncati, dirigente medico e coordinatore del team di Emolinfopatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Per la prima volta al mondo gli scienziati modenesi hanno individuato il meccanismo immunologico che regola la vasculite nei casi di infezione da Coronavirus: lo studio, di cui ti abbiamo raccontato i dettagli, con molta probabilità è l’anello mancante tra la Kawasaki e il Coronavirus.

Lo stesso meccanismo

Quando ti parlo di vasculite intendo un’infiammazione dei vasi sanguigni. Una condizione che si è verificata in molti pazienti che avevano contratto il Sars-Cov-2 e che, purtroppo li aveva condotti alla morte. Una forma di vasculite era stata riscontrata nei bambini positivi al virus: visti i sintomi e lo scenario, i pediatri hanno supposto che si trattasse della sindrome di Kawasaki, ma in forma più aggressiva viste le conseguenze cardiocircolatorie che ha comportato. Ti avevamo raccontato che i pediatri dell’ospedale bergamasco Papa Giovanni XXIII erano stati i primi a pubblicare uno studio che confermava che sì, esisteva un legame tra il Coronavirus e questa maggior incidenza di malattia “Kawasaki like”.

Negli Stati Uniti, in Francia e in Inghilterra sono stati registrati casi di decessi legati alla sindrome di Kawasaki

Dopo i decessi che avevano allarmato Inghilterra, Francia e Stati Uniti, dalla Liguria il professor Angelo Ravelli dell’ospedale Giannina Gaslini ci aveva spiegato che dietro a questi casi vi poteva essere una risposta immunitaria anomala da cui sarebbe dipesa un'infiammazione più aggressiva simile alla Sindrome di Kawasaki che colpirebbe tendenzialmente quei soggetti “con una particolare predisposizione genetica, di cui per ora però non sappiamo ancora nulla”.

Il dottor Luca Roncati, dirigente medico dell’Azienda Ospedaliera di Modena ci ha spiegato che lo studio con cui ha scoperto il meccanismo immunologico della vasculite da Covid-19 potrebbe spiegare anche il link con la Kawasaki: “In effetti è altamente probabile che dietro alla Sindrome di Kawasaki che è stata descritta soprattutto nei bambini vi sia lo stesso meccanismo immunologico delle vasculiti che abbiamo individuato con la nostra ricerca. Sono convinto che quanto abbiamo scoperto potrà essere traslato anche in questo discorso”. Il team di Roncati ha scoperto che nelle pareti dei vasi sanguigni si depositano delle molecole che sono espressione di un legame tra gli antigeni e gli anticorpi: da qui si verifica il rilascio di interleuchina 6, una delle molecole coinvolte nella tempesta di citochine che usa la reazione spropositata del sistema immunitario. A questo segue l’attivazione della cosiddetta “cascata del complemento”, legata a una particolare frazione chiamata C3 da cui dipenderebbe, quindi, l'infiammazione spropositata dei vasi.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.