La fibrosi cistica: quali sono i sintomi e le cause della più diffusa tra le malattie genetiche rare

Una malattia ereditaria, provocata dall’alterazione del gene CFTR, che entrambi i genitori trasmettono al proprio figlio senza sapere di essere portatori sani. Fino a poco tempo fa, l’aspettativa di vita non superava i 40 anni. Oggi per fortuna le terapie sono più sviluppate e personalizzate in base al bisogno del paziente.
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Giulia Dallagiovanna 13 Luglio 2020
* ultima modifica il 13/07/2020
Con la collaborazione del Prof. Francesco Blasi direttore del dipartimento di Medicina Interna e  dell'UOC di Pneumologia del Policlinico di Milano e professore ordinario di Malattie dell'apparato respiratorio presso l'Università degli Studi di Milano

La fibrosi cistica è una malattia genetica ereditaria, cioè che viene trasmessa dai genitori al figlio. Si tratta di una patologia rara, che colpisce circa un neonato su 2.500 o 2.700, ma tra tutte quelle gravi viene considerata la più diffusa. La causa principale è una mutazione del gene che sintetizza la proteina CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator), da cui ne deriva la produzione di un muco molto denso e che finisce per ostruire i bronchi e provocare diverse infezioni.

Ma non è solo l'apparato respiratorio a risentirne. Sei infatti di fronte a una patologia multiorgano, cioè che coinvolge più parti del tuo corpo, tra cui l'apparato digerente. Fino a non molto tempo fa, le aspettative di vita con una diagnosi di questo tipo difficilmente superavano i 40 anni. Oggi grazie a nuove terapie e ad approcci sempre più personalizzati, le prospettive sono migliorate, anche se purtroppo la strada da percorrere è ancora lunga.

Cos'è

La fibrosi cistica è una malattia genetica rara che colpisce le ghiandole esocrine, ovvero quelle che riversano all'esterno del corpo ciò che producono. Tra queste vi sono ad esempio le ghiandole sudoripare e le mucipare, cioè che producono muco. Si tratta delle due tipologie più colpite da questa patologia, provocata da un difetto della proteina CFTR che di norma regola gli scambi idroelettrolitici all'interno del tuo organismo. E infatti sono proprio i liquidi a risentirne: il sudore diventa molto ricco di sodio e di cloro, mentre il muco denso e va a formare una sorta di tappo per i dotti in cui di solito scorre.

Come ti dicevo quindi è una malattia che coinvolge più organi, tra cui i polmoni, il pancreas, il fegato, l'intestino, i seni paranasali e l'apparato riproduttivo, soprattutto quello maschile. Come mai? Perché ostruisce ogni passaggio. Il liquido vischioso che tu stesso produci non blocca solo i bronchi, ma anche il pancreas e quindi gli enzimi secreti da questa ghiandola non raggiungeranno l'intestino e impediranno la digestione e l'assimilazione degli alimenti. Allo stesso modo risulteranno intasati anche i dotti spermatici e questo problema si ripercuoterà sulla sessualità e sulla possibilità di avere figli.

Ma quanti soffrono oggi di fibrosi cistica? In Italia si scoprono più o meno 200 nuovi casi all'anno. Il vero problema, però, sono i portatori sani, che non sanno di avere la malattia perché non hanno mai avuto sintomi e corrono quindi il rischio di trasmetterla al proprio figlio. E sono più di quelli che penseresti, dal momento che rappresentano il 4% della popolazione.

Le cause

Ma come mai la proteina CFTR ha questo difetto? La causa principale della fibrosi cistica è l'alterazione di un gene che codifica proprio questa proteina. E non è sempre la stessa. Sono infatti state calcolate circa 2mila possibili mutazioni per questa particella di Dna e successivamente sono state suddivise in sei classi:

  1. Classe I: si arresta la sintesi della proteina
  2. Classe II: viene sintetizzata una proteina non completa, che viene subito rimossa
  3. Classi III, IV, V e VI: viene sintetizzata una proteina alterata, ma che riesce comunque a raggiungere la sua sede predisposta e a svolgere qualche funzione, oppure viene prodotta una proteina corretta ma in quantità minime

In base alla mutazione specifica, si avrà anche una forma definita di fibrosi cistica, che potrà essere quindi più o meno seria. Pensa che si va da persone asintomatiche a malati così gravi che hanno urgentemente bisogno di un trapianto di polmoni o fegato.

E da dove arriva questo gene mutato? Lo si eredita dai genitori. Nello specifico, un bambino si ammala quando riceve due copie alterate del gene in questione, una dalla madre e una dal padre. Di norma, si tratta di portatori sani, ignari della possibilità di trasmettere una simile patologia al proprio figlio. Per capire quanto questa sia elevata, ti saranno utili un po' di dati: in Italia, così come nel resto del mondo, si registra 1 portatore sano ogni 25 persone circa e se due di loro si incontrano, la probabilità di un nuovo nato con la fibrosi cistica è una su quattro. Dunque rara, ma non rarissima.

I sintomi

Dal momento che colpisce diversi organi, la fibrosi cistica può dar luogo a un'ampia varietà di sintomi, alcuni più lievi e altri ben più seri e preoccupanti. La ragione principale, come ormai avrai capito, sono i dotti ostruiti a causa delle secrezioni troppo ricche di sali che il tuo organismo produce. Le manifestazioni possibili sono:

  • Tosse persistente che poi diventa catarro
  • Respiro sibilante
  • Affanno
  • Infezioni frequenti alle vie respiratorie, come bronchiti, sinusiti e polmoniti, che spesso si rivelano resistenti agli antibiotici
  • Diarrea cronica o stitichezza grave con relativi crampi addominali
  • Possibile ostruzione intestinale sia alla nascita che durante il corso della vita
  • Scarsa crescita sia in peso che in altezza data dalla carenza di vitamine
  • Sudore salato
  • Riduzione della densità ossea

Altri problemi indotti dalla fibrosi cistica sono poi la disidratazione, che porta non solo a un senso di fatica e debolezza perenne, ma anche alla pressione bassa e all'aumento del battito cardiaco, con possibili ripercussioni anche sul cuore e sui vasi sanguigni.

Ad eccezione della difficoltà nella crescita, questa patologia non incide in alcun modo sull'aspetto fisico e non pregiudica nemmeno le capacità cognitive. Ed è per questo motivo che potresti sentirne parlare anche come "malattia invisibile".

Alla fine subentra purtroppo un'insufficienza respiratoria cronica che può condurre alla morte.

Le complicanze

Questa condizione a lungo andare può portare a una serie di complicanze che peggiorano ulteriormente il proprio stato di salute. Mi riferisco a malattie epatiche, come anche ai calcoli alla cistifellea, al diabete o a infezioni come la pancreatite. Buona parte del tuo corpo, insomma, risente delle secrezioni alterate ed è come se progressivamente smettesse di funzionare nel modo corretto.

Altre conseguenze possibili sono poi il prolasso rettale, osteoporosi, ma anche difficoltà nei rapporti sessuali e nella fertilità.

Nel neonato

Oggi la fibrosi cistica può essere diagnosticata già alla nascita attraverso lo screening neonatale, che è raccomandato per qualsiasi neonato che mostra sintomi riconducibili alla malattia. Quelli iniziali coinvolgono di solito un solo organo, normalmente parte dell'apparato respiratorio.

Lo screening neonatale permette di diagnostica la fibrosi cistica già alla nascita

Una diagnosi precoce naturalmente è molto importante per intervenire subito con la terapia e ritardare il più possibile la progressione della patologia. Le persone affette da fibrosi vengono di norma prese in carico e seguite per tutto il resto della loro vita da centri specializzati che si trovano in tutte le regioni.

La terapia

Questa malattia, per il momento, non è curabile. Esiste però una terapia che negli ultimi anni ha conosciuto un importante sviluppo. L'approccio oggi è quello di cure personalizzate che trattino non solo la malattia in sé, ma anche le altre patologie che ne possono derivare. Quando però il problema è in forma grave o troppo avanzata, l'unica possibilità è il trapianto, come già ti avevamo spiegato su Ohga.

Alcuni trattamenti possono arrivare a lavorare sul difetto genetico, ma si attende ora la messa a punto di una tecnica di editing genetico che possa agire direttamente sul gene alterato, correggendolo.

La prevenzione

La fibrosi cistica non si può prevenire, ma si può fare una valutazione del rischio partendo da un'analisi del Dna di entrambi i genitori. Come ti dicevo prima, è necessario che sia la madre che il padre biologici siano portatori di una mutazione del gene CFTR perché si possa sospettare che il bambino abbia la possibilità di nascere malato, oppure portatore sano a sua volta.

Inoltre vi sono esami ai quali puoi ricorrere durante la gravidanza, come l'amniocentesi o la villocentesi, che permettono di prelevare materiale genetico e venire a conoscenza di un'eventuale malattia prima della nascita.

Il parere dell'esperto

Abbiamo chiesto al professor Francesco Blasi, direttore del dipartimento di Medicina Interna e  dell'UOC di Pneumologia del Policlinico di Milano e professore ordinario di Malattie dell'apparato respiratorio presso l'Università degli Studi di Milano, quali siano oggi le possibilità di cura per una persona affetta da fibrosi cistica:

Fino a 25 anni fa la mediana di sopravvivenza per una persona affetta da fibrosi cistica era intorno ai 12 anni. Oggi in Italia si aggira intono ai 45 anni. E questo aumento è dovuto alle terapie effettuate e alla presenza di centri specializzati in ogni regione. Ora abbiamo a disposizione nuovi farmaci che agiscono modulando e potenziando l’attività della proteina alterata geneticamente, la CFTR, che è un canale deputato al controllo dello scambio di cloro sulla membrana. Non funzionando, il muco che si trova sulla superficie delle cellule diventa molto denso e diventa quindi impossibile per l’organismo eliminarlo. Di conseguenza, tutte le ghiandole e gli epiteli che rivestono l’interno degli organi funzionano in modo scorretto. Questo comporta alterazioni a livello gastroenterico e quindi ileo da meconio appena nati, che porta all’insorgenza di una occlusione intestinale.

Si riportano poi danni a livello pancreatico, dove non vengono emessi gli enzimi che servono per digerire, e a livello respiratorio, perché i bronchi si riempiono di muco denso, si infettano e sopraggiungono delle bronchiectasie, ovvero una dilatazione permanente delle pareti di questi organi.

I nuovi farmaci agiscono sulla base della particolare mutazione genetica (vi sono infatti sei classi in tutto, ma si può agire solo su 3 o 4). Al momento l’Aifa ne ha concesso l’utilizzo in via compassionevole, ma è appena arrivata l’approvazione da parte di Ema ed FDA per l’uso comune. Queste molecole possono ridurre le riacutizzazioni della malattia, che sono anche una delle principali cause di morte, in maniera significativa. Inoltre, migliorano i livelli di sodio e di cloro a livello del muco e, di conseguenza, anche una sua eliminazione, alleviando i disturbi al pancreas, ai polmoni e agli altri organi. Il loro effetto è anche quello di migliorare la qualità della vita, aiutando la funzione respiratoria e cercando di allontanare il trapianto di polmoni il più possibile. O magari rendendolo addirittura non necessario.

Quando entreranno ufficialmente in uso, potranno aiutare l’80% dei circa 7mila pazienti che abbiamo oggi in Italia".

Fonti| Humanitas; Ospedale Bambino Gesù

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