La luce permette di capire le conseguenze del glaucoma sul tuo cervello

Una tecnica messa a punto al Politecnico di Milano e sperimentata su 98 pazienti, grazie alla collaborazione con l’Ospedale Sacco. Permetterà di compiere passi avanti nella comprensione di questa patologia e delle sue possibili conseguenze.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 7 Luglio 2021
* ultima modifica il 07/07/2021

Una malattia dell'occhio che può arrivare a provocare anche una perdita della vista. Ecco perché è importante il passo avanti che è stato fatto nella conoscenza del glaucoma e della sua origine, e quindi neurologica oppure oftalmologica, grazie a una tecnica di indagine che si basa sulla luce. La ricerca tutta italiana nasce da una collaborazione tra il Politecnico di Milano e l'Ospedale Sacco e i risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports.

I 98 pazienti coinvolti nella sperimentazione hanno ricevuto prima una valutazione clinica completa e poi una stimolazione visiva volta indagare la risposta emodinamica cerebrale. Nello specifico, è stata utilizza una tecnica ottica non-invasiva chiamata TD-fNIRS, sviluppata dal Dipartimento di Fisica del Politecnico. Si tratta della spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso nel dominio del tempo, che permette con l’impiego di brevi impulsi laser di monitorare appunto, l’emodinamica cerebrale. Una procedura veloce e che può essere eseguita direttamente in ambulatorio.

Credits photo: Ufficio stampa Politecnico di Milano

Ma facciamo un passo indietro. Come saprai, ogni volta che il tuo cervello si attiva, consuma energia e per rifornirsi utilizza l'ossigeno che gli arriva trasportato dal sangue. Per questo motivo, monitorare la quantità di emoglobina ancora ossigenata rispetto a quella deossigenata nelle diverse aree cerebrali permette di capire se l'organo si è attivato o meno. La TD-fNIRS consente di valutare esattamente questo. Si può quindi verificare quando si attivi la corteccia visiva e quando invece rimane operativa a partire da stimolazioni esterne.

"Per la prima volta – ha spiegato la ricercatrice del Politecnico Roberta Re, – con questa tecnica è stato osservato che nei pazienti con glaucoma, le risposte cerebrali durante la visione appaiono più moderate rispetto al gruppo di controllo, confermando un coinvolgimento della corteccia visiva cerebrale nei pazienti con glaucoma all’occhio, non solo dal punto di vista anatomico (struttura del cervello), ma anche dal punto di vista funzionale (come risponde il cervello a stimoli visivi)".

Si aprono quindi nuove strade per lo studio di questa patologia a partire da una tecnica che potrà essere utilizzata facilmente negli ambulatori.

Fonte| "Monitoring the haemodynamic response to visual stimulation in glaucoma patients" pubblicato su Scientific Reports il 30 giugno 2021

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.