La malaria, come si cura la malattia trasmessa dalla zanzara Anopheles

Febbre alta, vomito, brividi… sono solo alcuni dei sintomi della Malaria. Ma come la si può contrarre? La malaria è una malattia che viene causata da protozoi parassiti e la si contrae se si viene punti da una zanzara infetta che sarà il vettore della malattia, ossia colei che la trasporta da un essere umano all’altro.
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Valentina Danesi 18 Dicembre 2020
* ultima modifica il 27/01/2021

La malaria è una malattia che ti può venire trasmessa da un parassita che ti raggiunge attraverso la zanzara Anopheles. Purtroppo, può arrivare anche ad essere mortale. Come già saprai, in Italia non esiste più, ma è ancora diffusa nelle zone tropicali e subtropicali del Pianeta. E visto che tutti noi viaggiamo, potrebbe capitare anche a te di doverci avere a che fare. Meglio allora conoscerla bene e sapere come comportarsi.

Cos’è

La malaria è una malattia che viene causata da protozoi parassiti appartenenti al genere Plasmodium, ma per essere trasmessa ha bisogno di un vettore, ossia un animale in grado di infettare l'essere umano. In questo caso è la femmina della zanzara Anopheles.

C’è però da aggiungere che è possibile anche il contagio con eventi accidentali, in particolare attraverso il contatto diretto con il sangue di una persona infetta.

Al momento il più alto numero di casi, e purtroppo anche di decessi, si registra in Africa. Ma la malattia è presente anche in nel Medio Oriente, in Asia Centrale, Sud-Est asiatico e persino in America centrale e Sudamerica.

Le cause 

La zanzara non è la causa della malaria, ma solo colei che la trasporta con sé e quindi la diffonde. La malaria infatti è provocata da quattro differenti tipologie di plasmodio, organismi unicellulari che per compiere il loro ciclo vitale devono riprodursi nei globuli rossi dell’uomo. Accade quindi che l'insetto ti punga e rilasci, assieme a gocce della sua saliva, anche il parassita. In questo modo, entra in circolo nel tuo sangue e raggiunge le cellule ematiche, nelle quali potrà replicarsi e provocare la malattia.

Naturalmente, se una persona infetta viene punta dalla zanzara, avverrà il contrario: il pasmodio verrà trasmesso all'insetto che, a questo punto, potrebbe infettare un altro essere umano.

I sintomi 

I sintomi della malaria possono in realtà variare in base alla tipologia di plasmodio che ti è stato trasmesso. In genere compaiono dopo un periodo di incubazione compreso tra i 7 e i 15 giorni, ma in certi casi si è dimostrato essere anche più lungo. Di solito si tratta di febbre alta, spesso accompagnata da mal di testa, vomito, diarrea, sudore e brividi.

Quando il parassita ha definitivamente invaso e distrutto i tuoi globuli rossi, si manifesta la sintomatologia principale, che è anche quella più pericolosa: episodi febbrili frequenti e anemia.

  • La malaria da P. falciparum rappresenta la forma più grave e con un maggiore tasso di mortalità. Oltre a causare una forte anemia può arrivare a ostruire i capillari del cervello (malaria cerebrale) o di altri organi vitali (reni, milza, fegato). Se non trattata velocemente può portare a malattie gravi e invalidante o addirittura alla morte.
  • La malaria da P. vivax e P. ovale può dare origine a forme che rimangono asintomatiche nel fegato (ipnozoiti) e che si possono riattivare dopo mesi dall’attacco primario con edema polmonare, sindrome da distress respiratorio acuto e disfunzione multiorgano.
  • La malaria da P. malariae, invece, è la malattia chiamata anche "quartana" perché si può ripresentare periodicamente
  • La malaria da P. knowlesi che dà origine a una forma non complicata e che risponde bene al trattamento con clorochina

La diagnosi 

Una diagnosi precoce di malaria è fondamentale proprio per intervenire subito con le cure ed evitare le complicazioni più gravi. Il medico si baserà prima di tutto sui sintomi e poi ricorrerà a un esame del sangue che servirà per ricercare i parassiti. Non solo, ma consentirà anche di capire di quale plasmodio si tratti, in modo da identificare subito con precisione la malattia.

La cura

L'intervento tempestivo è l’arma per combattere la malattia. Al momento non esiste un vaccino e la strategia più utilizzata è la profilassi farmacologica. Uno dei primi farmaci in commercio è stato l’artemisina, molecola attiva contro il plasmodio, a cui però i pazienti hanno cominciato a manifestare via via sempre più resistenza. Per questo motivo lo si associa di solito ad altri farmaci.

Fonti| Epicentro Iss; Gov; Fondazione Veronesi 

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