È un nome che forse non avrai mai sentito, eppure anche personaggi famosi e intellettuali, come Giacomo Leopardi, ne hanno sofferto. La malattia di Pott è una particolare forma di osteomelite che colpisce i dischi vertebrali e le vertebre. A provocarla è il batterio Mycobacterium tuberculosis. Capiamo meglio insieme in cosa consista, quali siano i rischi e le cure adeguate.
Il morbo, o malattia di Pott, non è altro che un’infezione (se vogliamo essere precisi è appunto un’osteomielite) che può colpire le tue vertebre e i tuoi dischi vertebrali. Questa infezione viene provocata da un batterio che si chiama Mycobacterium tuberculosis. Stiamo infatti parlando di una tubercolosi ossea che, a mano a mano che si aggrava, rende sempre più storta la tua colonna vertebrale: alla fine è quasi come se collassasse su se stessa.
Prima di proseguire, forse è meglio spendere qualche parola in più su quella che, lo saprai bene, è una parte molto importante del tuo corpo: la colonna vertebrale, appunto. Di solito, i medici la suddividono in "zone". Te le riportiamo di seguito, secondo un ordine che va dall'alto verso il basso:
Non dimenticare che anche le singole vertebre hanno un nome e numero ben preciso (quasi come se fossero catalogate o schedate, per darti un'idea). Questa etichettatura è fondamentale perché in caso di incidenti, fratture o di patologie specifiche, aiuta a capire quale vertebra vada curata di preciso. Non solo, ma in base a dove si è verificato il problema, si può capire anche la sua serietà.
Ti abbiamo già accennato che la causa principale della malattia di Pott è un batterio, chiamato Mycobacterium tuberculosis. Vi sono poi alcuni fattori di rischio che ne possono favorire l'insorgenza. In particolare, due: la tubercolosi endemica e l'infezione da HIV.
Ma come puoi accorgerti di avere questo problema? Il primo sintomo a cui dovrai stare attento è il dolore che di solito colpisce le estremità della colonna vertebrale, ed evolve facilmente in torcicollo o lombalgia. Farai quindi fatica a muoverti, proprio perché il movimento ti provocherà dolore. In seguito potrai notare il sopraggiungere di altre manifestazioni come:
Purtroppo dobbiamo dirti che, se il problema non viene riconosciuto a questo stadio iniziale, ci potrebbero essere delle ripercussioni serie, perché inizieranno a schiacciarsi le vertebre e si provocherà una sorta di compressione a danno della colonna vertebrale. Il risultato è che si formerà una sorta di “gobba”, ovvero un cifosi, che non sarà possibile risolvere. Non solo: gli ascessi tubercolari possono spostarsi e l’intero quadro, se non trattato, può peggiorare fino alla paraplegia. Per questo il consiglio è quello di non esitare a chiedere consiglio al tuo medico.
La diagnosi della malattia di Pott passa necessariamente attraverso una radiografia, ossia quell’esame che mostra se i dischi posizionati tra le vertebre sono schiacciati o meno e permette di valutare lo stato delle vertebre stesse.
Prima di parlare della cura per la malattia di Pott, una notizia positiva: in Europa questa patologia praticamente non esiste più. Tuttavia se sei una persona che, per piacere o per lavoro, ama viaggiare, devi sapere che nei Paesi più poveri la sua incidenza rimane piuttosto elevata.
Una volta effettuata la diagnosi, la cura migliore di solito passa per l’uso di farmaci antitubercolari, da assumere per un lungo periodo, più o meno un anno. Esiste anche la possibilità di intervenire con la chirurgia, soprattutto per ridurre e porre rimedio alla compressione del midollo spinale, ma anche per correggere la parte della colonna vertebrale interessata dalla patologia.
Fonti: "Pott's disease in children" pubblicato su Surgical Neurology International il 11 gennaio 2011