È tornata. Negli ultimi mesi più paia d’occhi hanno visto riapparire la mucillagine nelle acque dei mari italiani. Occhi da cui a volte traspariva curiosità, altre volte preoccupazione. Inevitabile, visto che sto parlando di uno strato gelatinoso che ricopre la superficie e poi i fondali marini a 15-20 metri di profondità.
Di recente le mucillagini sono balzate in testa alle cronache anche perché sempre più numerose sono state rinvenute nell’area marina protetta di Portofino. La segnalazione è arrivata da un progetto di monitoraggio delle acque coordinato da Greenpeace insieme all’università di Genova.
Le cause principali della formazione di mucillagine sono legate a fattori naturali e antropici, tra cui l’aumento delle temperature delle acque, l’inquinamento e l'eccesso di nutrienti nelle acque dovuto ad esempio gli scarichi delle attività agricole e zootecniche.
La curiosità è chiara, ma la preoccupazione? Le mucillagini sono pericolose per l’uomo? La risposta è no: nonostante aspetto e odore poco gradevoli, la mucillagine non è pericolosa per la nostra salute ma lo è per l’ecosistema marino, i coralli e le altre specie bentoniche che popolano i fondali.
La mucillagine è stata segnalata in diverse aree marine d’Italia. Popolano sicuramente il mar Adriatico, in particolare lungo le coste venete, romagnole, marchigiane, abruzzesi e molisane ma son state avvistate anche nel mar Tirreno. Non sono rari, infatti, gli avvistamenti lungo le coste della Toscana e della Liguria.
La presenza di questo strato gelatinoso è particolarmente evidente nelle aree costiere dove le acque sono meno agitate dalle correnti marine e dove, appunto, è forte la presenza di nutrienti prodotti da attività di tipo agricolo e zootecnico.
Una delle prime zone che nel 2024 hanno salutato la presenza di mucillagine è quella di Trieste ma, come ha spiegato Greenpeace in collaborazione con il DiSTAV dell’Università di Genova nell’ambito del progetto “Mare Caldo”, anche il 95-100% dei fondali tra i 15 e i 30 metri di profondità nell’area marina protetta di Portofino oggi sarebbe ricoperto di questo materiale organico.
La formazione di mucillagine dipende da alcuni fattori, tra cui quello più urgente è rappresentato sicuramente dal caldo e dall’aumento della temperatura delle acque.
In queste condizioni proliferano più facilmente microalghe e batteri che producono polisaccaridi e proteine: aggregandosi, questi elementi danno così origine alla mucillagine.
Come ti dicevo prima, anche l’inquinamento e l'eccesso di nutrienti come nitrati e fosfati dovuto agli scarichi di attività agricole e zootecniche contribuiscono alla formazione di questo strato gelatinoso sui fondali. Anche l’aumento delle piogge può aumentare l’apporto di nutrienti nelle acque marine.
La risposta a questa domanda te l’ho già data: no, la mucillagine non rappresenta alcun pericolo per la salute umana, se non per la vista e l’olfatto visto che si tratta di uno strato gelatinoso poco gradevole.
La sua presenza tuttavia può avere un impatto negativo sugli ecosistemi marini. La mucillagine infatti si forma in superficie per depositarsi poi sul fondo a causa della forza di gravità. In questo modo finisce per ricoprire gli organismi bentonici che vivono sul fondale: coralli, bivalvi, le Posidonie Oceaniche (come quelle che si stanno vedendo in Sardegna) e molte altre specie bentoniche rischiano così di soffocare.
Greenpeace ha spiegato, ad esempio, che la Pinna nobilis, il più grande bivalve presente nel mar Mediterraneo ormai quasi estinta nel bacino del nostro mare e potrebbe addirittura scomparire per sempre se la mucillagine la ricoprisse del tutto.
Fonte | Greenpeace