Non farti condizionare dal nome. "Camminata nordica" non significa che devi scalare le montagne, e nemmeno che devi immergere i piedi nella neve. La nordic walking altro non è che la camminata con l'uso dei bastoni come supporto e, secondo una recente ricerca dell'Università del Molise, sarebbe molto utile per rallentare il decorso dell'Alzheimer, una delle forme di demenza più diffuse.
Nello studio, gli scienziati hanno sottoposto a 30 pazienti con Alzheimer da lieve a moderato una serie di trattamenti, dalla fisioterapia alla musicoterapia, e la metà del gruppo ha anche praticato la camminata nordica due volte a settimana, per sei mesi. Chi ha praticato anche la nordic walking ha ottenuto punteggi più alti in termini di memoria, capacità di attenzione e velocità di elaborazione del cervello ma è risultato anche migliore nei test di ragionamento visuo-spaziale, inclusa la capacità di allacciarsi le scarpe.
I ricercatori hanno dimostrato la capacità dell'esercizio fisico di aumentare il flusso sanguigno cerebrale, migliorare il rilascio di neurotrasmettitori e promuovere la sintesi di molecole antiossidanti, effetti che si oppongono ai cambiamenti cerebrali legati all'invecchiamento e all'Alzheimer. Ma perché proprio la camminata nordica? Il nordic walking è un particolare tipo di esercizio aerobico in cui alla semplice camminata nella natura si aggiunge l'uso dei bastoncini da neve, con il vantaggio del coinvolgimento attivo della parte superiore del corpo e delle braccia. Questo particolare aumenta la frequenza cardiaca, il consumo energetico e il dispendio calorico rispetto alla camminata normale ma diminuisce il livello di sforzo percepito.
Per questi motivi, il nordic walking è consigliato in particolare per gli anziani: migliora la funzione cognitiva e risulta essere un'attività fisica a basso impatto perché offre il supporto costante dei bastoncini. Rimane comunque uno sport consigliato a tutti perché oltre a essere un efficace strumento per perdere peso, può aiutare a sciogliere la tensione del collo e delle spalle, migliora la postura e l’andatura, rafforza la schiena e i muscoli addominali e riducendo l’impatto sulle articolazioni.
I risultati della ricerca italiana, se confermati da ulteriori studi, possono dare un importante supporto ai pazienti di Alzheimer, che, in questo modo, sia attenueranno alcuni sintomi della malattia, sia porteranno giovamento al benessere generale del loro fisico.
Fonte | NIH