Un giorno solo. A volte può sembrare poco, altre invece quell’unico giorno è tutto. Come nel caso della piccola Matilde, che aveva un solo giorno di vita quando è entrata nella sala operatoria del Policlinico di Milano.
Venuta al mondo da 24 ore, eppure la neonata è già stata costretta a lottare. Colpa di una malformazione importante, un difetto congenito che le ha colpito la mano sinistra lasciandola senza il terzo dito e con una tumefazione di 3 centimetri sul quarto: una massa grande, grandissima se pensi che il palmo di un neonato, di solito, è grande 4, forse 5 centimetri e niente di più.
Matilde è nata a termine dopo una gravidanza normalissima in un ospedale milanese ma appena i medici l’hanno porta tra le braccia della mamma si sono accorti che nella mano sinistra qualcosa non andava.
Dopo essere stata trasferita d’urgenza al Policlinico di Milano, i medici hanno cominciato a studiare la malformazione di Matilde, scoprendo che all’interno della tumefazione a carico della mano in realtà si nascondevano le tre falangi del quarto dito, rimaste inspiegabilmente “incastrate” durante lo sviluppo del feto e che in sala operatoria avrebbero dovuto quindi ricostruire in parte le falangi e per liberare le parti che erano rimaste bloccate.
I chirurghi e i neonatologi si sono subito resi conto che l’unico modo per tentare di rimediare sarebbe stato intervenire in fretta e sottoporre Matilde a un’operazione di ricostruzione, anche se era nata letteralmente da una manciata di ore.
Quello che l’attendeva però sarebbe stato un intervento delicatissimo e anche unico nel suo genere. Fino a quel momento in letteratura scientifica erano stati descritti pochissimi casi simili e quasi nessuna équipe medica aveva mai realizzato con successo un'operazione del genere su paziente così piccolo.
Studiando la malformazione di Matilde, i chirurghi avevano capito che all’interno della tumefazione a carico della mano in realtà si nascondevano le tre falangi del quarto dito, rimaste inspiegabilmente “incastrate” durante lo sviluppo del feto e che in sala operatoria avrebbero dovuto quindi ricostruire in parte le falangi e per liberare le parti che erano rimaste bloccate.
Per fortuna tutto è andato per il meglio. Non sarà l'unico intervento che Matilde dovrà affrontare nella sua vita dal momento che nei prossimi due anni dovrà fare dentro e fuori dalla sala operatoria per ricostruire completamente le dita e ridarle una vita il più possibile normale ma il peggio è passato.
La prima operazione era infatti la più importante e complessa, specialmente perché mai nessuno l’aveva eseguita prima su un bimbo di un solo giorno di vita.
Oggi però Matilde è già a casa e sta bene. E la sua avventura è pronta a ripartire.
Fonte | Policlinico di Milano