La pillola antivirale di Merck arriva in Italia: come funziona e perché la Francia ha cancellato l’ordine

Aifa ha approvato due nuovi farmaci antivirali per l’utilizzo su pazienti Covid sintomatici, allo scopo di ridurne il rischio di ospedalizzazione e di morte. Uno di questi è la pillola prodotta da Merck che inizialmente aveva sopreso per la sua efficiacia. Forse, però, dobbiamo ridimensionare gli entusiasmi.
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Giulia Dallagiovanna 3 Gennaio 2022
* ultima modifica il 03/01/2022

È arrivato ufficialmente l'ok di Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, all'utilizzo della pillola antivirale molnupiravir, prodotta dall'azienda farmaceutica statunitense Merck. Un nuovo medicinale dunque che si aggiunge alla breve lista di terapie con cui al momento possiamo provare a contrastare il Covid. L'approvazione è giunta in concomitanza l'estensione del remdesivir, già utilizzato contro l'Ebola, ai pazienti con polmonite da Covid e non ancora sottoposti a ossigeno-terapia, secondo quanto aveva stabilito l'Ema in precedenza.

La pillola di Merck è attesa in Italia per il 4 gennaio, anche se purtroppo gli ultimi dati sulla sua efficacia hanno ridimensionato gli entusiasmi iniziali. La Francia, ad esempio, ha cancellato l'ordine e ha preferito puntare tutto sulla compressa di Pfizer, che al momento sembrerebbe più promettente. Anche questa dovrebbe essere pronta nei primi mesi del 2022.

Aifa sulla pillola di Merck

L'approvazione di Aifa all'uso del molnupiravir è arrivata questa mattina, in seguito al parere positivo della Commissione tecnicno scientifica. L'antivirale verrà destinato ai pazienti non ancora ospedalizzati, che presentano una malattia lieve o moderata, ma che abbiano al contempo fattori di rischio per le possibili complicanze del Covid. L'aspetto pià importante della pillola di Merck è che deve essere somministrata entro e non oltre cinque giorni dalla comparsa dei sintomi. In questo modo dovrebbe impedire al virus di replicarsi nel tuo corpo e lasciare il tempo al tuo sistema immunitario di reagire ed eliminarlo.

Questa modalità di intervento, però, cozza con l'inedita rapidità con cui si diffonde la variante Omicron. Non solo risulta essere più contagiosa rispetto alle precedenti, ma anche i tempi di incubazione e della malattia stessa sarebbero più rapidi. La preoccupazione quindi è che non sempre si riesca a intervenire prima che la patologia si sia già evoluta in una forma grave.

In ogni caso, è pur sempre un farmaco in più che abbiamo a disposizione e che verrà distibuito alle regioni già da domani. L'Italia ha acquistato in tutto 50mila cicli di terapia, ma inizialmente ne arriverà solo una piccola parte. Della pillola di Pfizer se ne attendono invece 200mila per marzo.

La Francia ha cancellato l'ordine

Perché la Francia ha rinunciato all'uso della pillola di Merck? Il problema, per fortuna, non riguarda la sicurezza, quanto piuttosto l'efficacia. Dai primi trial clinici su 775 pazienti non vaccinati infatti era emersa una capacità di ridurre il rischio di ospedalizzazione e di morte pari addirittura al 50%. Quando però la sperimentazione è stata allargata a 1.408 partecipanti, la percentuale si è ridotta fino al 30%. Risultati che in realtà non sono così scoraggianti, ma che sicuramente risultano ridimensionati rispetto ai primi che lo stesso immunologo americano Anthony Fauci aveva definito "impressionanti".

Gli ultimi trial clinici ne hanno ridimensionato l'efficacia: dal 50% al 30%

Stando così le cose, la Francia ha deciso di modificare il proprio ordine rinunciando ai suoi 50mila cicli di molnupiravir e aspettando piuttosto il Paxlovid di Pfizer, che secondo i primi dati derivanti da uno studio su 2.200 pazienti raggiungerebbe un'efficacia del 90%.

Và detto inoltre che questi antivirali, a differenza degli anticorpi monoclonali, non dovrebbero risentire della variante Omicron e nemmeno delle possibili future mutazioni del SARS-Cov-2.

Il remdesivir

L'altro farmaco che entra ufficialmente in uso contro il Covid è il remdesivir. Si tratta di nuovo di un antivirale, questa volta già somministrato in pazienti che avevano contratto l'Ebola, nonché su pazienti Covid in via emergenziale fin dall'inizio della pandemia. Serve per trattare la polmonite da Covid, ma non su pazienti che hanno già bisogno di un supporto esterno per l'ossigeno come una mascherina o un casco. Si può somministrare fino a 7 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi e di solito il trattamento è pensato per tre giorni. A differenza della pillola di Merck, questo è un farmaco che deve essere assunto per via endovenosa.

Fonte| Ansa

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