La prossima settimana nel Regno Unito inizia la campagna vaccinale anti-Covid: a che punto siamo nel resto d’Europa?

Il ministro della Salute britannico lo ha annunciato proprio oggi: nel Regno Unito parte la campagna vaccinale, dopo l’approvazione del vaccino di Pfizer da parte dell’ente regolatore interno. L’Italia invece dovrà aspettare il verdetto di Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ma intanto il ministro Speranza ha presentato il piano per la distribuzione delle dosi attese già per la fine di gennaio. E Moderna? E AstraZeneca? Proviamo a capire a che punto siamo ora, mentre vediamo finalmente la luce in fondo al tunnel.
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Giulia Dallagiovanna 2 Dicembre 2020
* ultima modifica il 25/12/2020

Oggi c'è una bellissima notizia che merita un minuto di pausa da qualsiasi cosa tu stia facendo, per capirne in pieno la portata: nel Regno Unito è stato autorizzato ufficialmente il vaccino contro il Covid-19 e dalla prossima settimana partiranno le somministrazioni. In altre parole, si comincia!

Non che dalla prossima settimana la pandemia finisca, sia ben chiaro, ma adesso finalmente abbiamo un'arma per combatterla. E, speriamo, sconfiggerla. Le prossime tappe saranno l'approvazione anche da parte di FDA, l'ente statunitense che disciplina la messa in commercio dei farmaci, e di Ema, l'Agenzia europea del farmaco. E mentre fino a poche settimane fa sembrava che avremmo dovuto aspettare fino al nuovo anno, oggi pare che si potrà raggiungere l'obiettivo entro il 29 dicembre. Forse prima. Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha presentato oggi al Senato il piano di distribuzione per l'Italia e alcune regione hanno già cominciato a organizzarsi.

Il vaccino in Gran Bretagna

Il ministro della Salute britannico, Matt Hancock, è stato il primo membro di un governo ad annunciare l'inizio della campagna vaccinale contro il Coronavirus nel proprio Paese. Dunque in tutto il Regno Unito, Gran Bretagna e Irlanda del Nord, dalla prossima settimana alcune persone cominceranno a ricevere la prima dose del farmaco messo a punto da Pfizer e dall'azienda tedesca BioNTech. Si trattava infatti del candidato più avanti nelle sperimentazioni ed è dunque quello che ha tagliato per primo il traguardo.

La nazione della regina Elisabetta ha potuto anticipare le altre perché non ha necessità di attendere il verdetto da parte dell'Ema. A seguito della Brexit, è sufficiente che il via libera arrivi dall'Mhra (Medicines and Healthcare products Regulatory Agency), l'ente regolatore interno.

Secondo Hancock, entro la fine dell'anno – sì, di quest'anno – potranno esserci già 400mila persone vaccinate. Un'intera città immunizzata contro il SARS-Cov-2. E se pensi che del virus si ha notizia solo da dicembre 2019 e che il suo genoma è stato sequenziato agli inizi di gennaio, questa è una notizia davvero incredibile, che solo i progressi nella Ricerca hanno reso possibile.

Naturalmente, la prima ondata di vaccinazioni avrà dimensioni limitate: le dosi devono essere prodotte dallo stabilimento belga di Pfizer e dunque dipenderà anche dalla loro velocità e, banalmente, dal fatto che per produrre un farmaco serve il suo tempo. Per questo motivo, si attende a breve la pubblicazione delle raccomandazioni da parte del Comitato congiunto sulla Vaccinazione e l'immunizzazione, che dovrà stilare la lista delle priorità per capire chi potrà accedere per primo al vaccino. È molto probabile che i primi gruppi siano medici e operatori sanitari, anziani nelle case di cura, anziani che vivono nelle proprie abitazioni e i soggetti più fragili.

Il vaccino di Pfizer

Perché è stato scelto proprio il vaccino prodotto dall'azienda farmaceutica americana Pfizer? La risposta è piuttosto banale: è stato il primo ad essere pronto. Non solo, ma si è dimostrato sicuro ed efficace durante tutti i passaggi della sperimentazione e soprattutto in fase 3, quella che arruola volontari per testare i farmaci sull'essere umano. Su Ohga ti abbiamo spiegato come si deve legge e interpretare la percentuale di efficacia di un vaccino.

Il vaccino di Pfizer verrà somministrato con modalità "uso condizionato"

In questo caso, sappiamo che è stato raggiunto addirittura il 95%, dopo essere stato provato su 44mila volontari, sia giovani che anziani. E questo è un dato molto importante, dal momento che gli over65 rappresentano la fascia più a rischio complicazioni da Covid-19 e che, come spiega il professor Roberto Burioni, di norma sono proprio quelli "che rispondono peggio alle vaccinazioni".

Dopo tutto l'entusiasmo che un annuncio del genere merita, però, è giusto utilizzare anche qualche cautela. Il vaccino non è ancora esattamente definitivo, nel senso che verrà somministrato in modalità "uso condizionato". Vale a dire che le procedure di approvazione sono state accelerate perché siamo nel mezzo di un'emergenza che non ha altre soluzioni e sta mettendo in ginocchio l'intero mondo. Se è arrivato il via libera, significa che i dati consegnati alle autorità lo consentivano e che il vaccino è stato considerato sicuro. Ma Pfizer continuerà comunque con i test e interromperà l'erogazione del farmaco in caso sorga un qualsiasi problema. Questa procedura non è una novità. Di recente, è accaduto anche nella Repubblica del Congo con due vaccini contro l'Ebola: il 25 giugno è stata proclamata la fine dell'epidemia nella regione nord-est del Paese.

I prossimi passaggi

Mentre siamo felici che la campagna vaccinale prenda effettivamente il via, dobbiamo ricordarci che in Europa ci serve un'altra autorizzazione, quella dell'Ema. L'Agenzia europea ha annunciato che si terrà una riunione straordinaria entro il 29 dicembre per la decisione definitiva. Nel frattempo, ha precisato che valuterà questi farmaci con la stessa attenzione dedicata a tutti gli altri entrati in commercio nell'Unione Europea.

L'Ema si riunirà al più tardi il 29 dicembre, ma il 12 potrebbe pronunciarsi sul vaccino di Moderna

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha auspicato che tutto proceda per il meglio e che si possa partire con la campagna vaccinale già all'inizio del 2021. "Sarà un enorme passo verso la nostra vita normaleha aggiunto.  – Vuol dire che c'è luce in fondo al tunnel".

Sull'altra riva dell'Oceano si aspetta invece che si pronunci l'FDA, la cui riunione è fissata per il 10 dicembre. Il verdetto di un ente così autorevole verrà preso in considerazione dall'authority europea per quanto riguarda la propria decisione. Dunque, occhi aperti sugli Stati Uniti.

Il piano vaccini in Italia

Come ti accennavo prima, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha presentato oggi al Senato il piano per la distribuzione dei vaccini in Italia. Il nostro Paese ha già opzionato 202 milioni di dosi, che sarebbero sufficienti per immunizzare l'intera popolazione e conservare anche una piccola scorta. Quando arriveranno dipende, di nuovo, dalle capacità produttive degli stabilimenti addetti, ma il ministro ha parlato di una campagna vaccinale di massa che potrebbe avvenire già a primavera.

Se tutto andrà come previsto, le prime fialette di Pfizer potrebbero varcare i nostri confini tra il 23 e il 26 gennaio 2021 e andrebbero a medici e operatori sanitari, anziani nelle RSA e soggetti fragili, lavoratori essenziali. Nell'organizzazione è prevista anche la creazione di 300 hub in altrettanti ospedali nei quali verranno tenuti i vaccini in attesa di essere somministrati. La distribuzione sarà regolata probabilmente a livello centrale e verranno utilizzati grandi spazi pubblici come palestre e fiere. Le regioni intanto hanno iniziato a organizzarsi e alcune, come l'Emilia-Romagna, ha già elaborato un calcolo preciso delle dosi di cui avranno bisogno per il personale sanitario.

Va detto che non stiamo aspettando solo Pfizer. Anzi, come ti spiegherò più avanti, c'è un candidato che potrebbe batterlo sul tempo: quello di un'altra azienda americana, Moderna. In ogni caso, l'acquisto dei farmaci verrà gestito da una task force della Commissione europea, in modo che tutti i Paesi membri ne possano beneficiare equamente.

Per il momento, sembra che il vaccino sarà gratuito, ma non obbligatorio. E questo potrebbe essere un rischio, data la compagine di no-vax e scettici che non sembra volersi sottoporre all'immunizzazione. Probabilmente, però, in caso non si riesca a raggiunge la necessaria immunità di gregge, le regole potrebbero essere riviste.

Moderna e AstraZeneca

Se per Pfizer l'Ema potrebbe pronunciarsi al più tardi il 29 dicembre, per il candidato sviluppato da Moderna sembra che il verdetto possa arrivare già il 12 del mese (il 17 da parte dell'FDA).

Moderna è una piccola azienda di biotecnologie che ha sede nello stato delle Massachusetts. La loro impresa, in collaborazione con il NIAID (Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive) ha già segnato un record: il 16 marzo, dopo appena 63 giorni che la sequenza genetica del SARS-Cov-2 era stata diffusa, hanno cominciato le sperimentazioni sull'uomo. Il 30 novembre ha richiesto il via libera in contemporanea sia all'FDA che all'Ema. La tecnologia è la stessa prevista da Pfizer, a mRNA, e il grado di efficacia raggiunge il 94%. Nei casi più gravi anche il 100%.

L'autorizzazione per il vaccino di Moderna potrebbe arrivare anche prima di quella per Pfizer

Conosciamo invece meglio AstraZeneca, che dopo un ottimo inizio pare aver subito un rallentamento. Nulla di insolito: la Ricerca prosegue in questo e, a volte, serve anche un po' di fortuna. In questo caso è arrivata quando si è scoperto che somministrando metà dose ai volontari, l'efficacia era maggiore. Per ora la percentuale ondeggia tra il 70% e il 90%, ma verrà valutata meglio proprio dall'Ema: la richiesta di autorizzazione verrà presentata entro la prossima settimana.

Gli altri candidati

Non ci sono solo i nomi che abbiamo imparato a conoscere in queste ultime settimane. In fase di sviluppo ci sono ancora altri 8 candidati che hanno già raggiunto la fase 3, due in fase 2 e decine di farmaci che hanno iniziato da poco la sperimentazione. Li puoi trovare tutti sul sito dell'Organizzazione mondiale della sanità.

È importante tenere conto anche di questi candidati, perché se i primi risolveranno l'emergenza, quelli che arriveranno in futuro potrebbero dimostrarsi più efficaci e soprattutto sopperire ad alcuni problemi pratici come quello del trasporto. Di cui, peraltro, nessuno sta più parlando.

Proprio ieri l'Ema ha annunciato di aver acquisito i dati per la valutazione del vaccino della Janssen Pharmaceutical Companies, azienda farmaceutica belga che sta collaborando con la Johnson & Johnson.

Cosa succede ora

Per l'Italia ancora non cambia nulla, perché dobbiamo attendere che l'Ema si pronunci. Però intanto in Europa c'è un Paese, il Regno Unito, che comincerà a vaccinare alcuni dei suoi cittadini, dando origine a una prima, seppur ancor minima, limitazione nella circolazione del virus. Una piccola lucina in fondo al tunnel, destinata a diventare sempre più grande.

Tu però purtroppo dovrai ancora fare i conti con la presenza, importate, del virus nelle nostre città. Ci attende ora una sfida importante, quella delle feste di Natale, dove ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Saranno giorni diversi rispetto a quelli a cui siamo stati abituati fin da bambini: più sobri, con meno persone accanto e con i festeggiamenti ridotti. È però anche il primo e unico Natale che ti viene chiesto di trascorrere in questo modo: un sacrificio accettabile, se pensi che il rischio è quello di mettere in pericolo la vita dei tuoi nonni, dei tuoi zii o dei tuoi genitori.

La buona notizia resta e per oggi ti deve far ritrovare il buon umore: se non le ore, la pandemia ha comunque i mesi contati.

Fonti| AGI; FDA; Ema; WHO

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